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Yuval Avital. About birds | FMAV, Modena

Un’opera-mostra multiforme e introspettiva che riflette sull’eterna aspirazione dell’uomo alla conquista del cielo si squaderna fino al prossimo 6 giugno negli spazi di Palazzo Santa Margherita, una delle sedi espositive di FMAV – Fondazione Modena Arti Visive. About birds, progetto dell’artista israeliano Yuval Avital (Gerusalemme, 1977) che materializza riflessioni e stati d’animo di cui l’artista […]

Yuval Avital, About Birds, installation view | © Rolando Paolo Guerzoni

Un’opera-mostra multiforme e introspettiva che riflette sull’eterna aspirazione dell’uomo alla conquista del cielo si squaderna fino al prossimo 6 giugno negli spazi di Palazzo Santa Margherita, una delle sedi espositive di FMAV – Fondazione Modena Arti Visive. About birds, progetto dell’artista israeliano Yuval Avital (Gerusalemme, 1977) che materializza riflessioni e stati d’animo di cui l’artista ha fatto esperienza negli anni di pandemia, è un affresco “iconosonoro”, usando un termine a lui caro, in cui uccelli dipinti, fotografati e “performati” incarnano il senso di oppressione rappresentato dalla reclusione forzata, ma offrono anche una via alla catarsi e al raggiungimento di una rinnovata libertà. Tutto scaturisce da una lunga esperienza di isolamento forzato: 101 giorni passati dall’artista israeliano nella casa di famiglia situata nelle Prealpi Biellesi, a partire da marzo 2020, quando venne indetto il primo lockdown nazionale. Avital, che ha alle spalle una formazione da musicista, compone di getto una partitura dal titolo About birds, inizialmente per sola viola e poi modificata per essere suonata da un quartetto d’archi. Allo stesso tempo, si sente ispirato a dipingere una serie di opere che rappresentano uccelli. La serie di dipinti nasce in modo istintivo e non premeditato, quasi assecondando un processo puramente inconscio. A posteriori, Avital si dà la spiegazione secondo cui ha proiettato in quelle sagome tante schegge della sua anima, del suo sé costretto a terra nella stasi del lockdown. E arriva ad una conclusione: “During the creative process I later undestood that this artwork is not about birds. It is about me”.

Yuval Avital, About Birds Reclusion n. 2, 33×50 cm, stampa Fine Art su carta cotone, 2022 | Courtesy l’artista

Il progetto prosegue negli anni successivi, concludendosi nel 2022, quando Avital decide di rivivere l’esperienza di reclusione iniziale isolandosi assieme ai musicisti e performer israeliani costituenti il Meitar Ensemble in una villa sui colli modenesi circondata dai boschi. Lo scopo era quello di condurre insieme a loro una serie di rituali performativi finalizzati a indurre idealmente una loro trasformazione catartica in uccelli, per prepararli all’esecuzione della partitura composta durante il lockdown, per la prima volta messa in scena sotto forma di opera iconosonora il 24 marzo scorso al Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena. Tutti gli ambienti funzionali della villa, dalle camere alla cucina, erano predisposti con strumenti, attrezzature e materiali di vario genere, come spartiti e poesie, messi a disposizione dei musicisti cosicché l’atto creativo potesse scaturire spontaneo in ogni momento della giornata. I performer erano anche invitati ad interfacciarsi con Birdscore, un’applicazione generativa programmata dall’artista e allestita in una delle sale dell’edificio, che suggeriva loro esercizi e azioni sceniche da compiere, associando suoni, indicazioni testuali e riferimenti visivi che erano frutto della combinazione e alterazione di immagini di dipinti di Avital, foto di uccelli scattate dal vero, immagini astratte evocative.

L’esposizione presso FMAV, curata da Elisa Camesasca, è una restituzione complessiva dell’opus multimediale in tutte le sue sfaccettature, il compattamento iconosonoro dell’esito di mesi e anni di lavoro viscerale in una sequenza di stanze che aprono finestre su un’interiorità condivisa: le sensazioni, i dubbi, le angosce provate dall’artista nel primo lockdown – poi sublimate nel corso del reenactment nella villa modenese – sono dopotutto consonanti, nella loro essenza più profonda, con quanto provato da qualunque altro individuo della Terra. Una parete della prima sala restituisce un mosaico di piccoli dipinti colorati tra quelli realizzati durante il lockdown, che mostrano le sagome abbozzate di uccelli contro sfondi monocromi. Il loro aspetto è ridotto all’essenziale, quanto basta per esprimere frammenti di emotività, dalla tristezza all’angoscia. Alcuni uccelli si prendono cura delle loro uova, così come Avital ha condiviso il suo tempo con la figlia Alma durante l’isolamento. In mezzo ai dipinti, si aprono quattro finestre su un cielo plumbeo, ghermito da rami scheletrici: si tratta di quattro fotografie di corvi in volo, scattate a Dresda nel 2018 e facenti parte della serie The Lost Souls. I corvi, solitamente carichi di foschi presagi, qua assumono il ruolo di messaggeri tra un mondo e l’altro, tra chi parte e chi rimane.

Yuval Avital, About Birds, installation view | © Rolando Paolo Guerzoni
Yuval Avital, The Lost Souls n.35 – The Lost Souls series, 66×100 cm, stampa fotografica su Alubond, 2018 | Courtesy l’artista

Sulla parete opposta fanno eco le fotografie scattate due anni dopo ai performer, tante istantanee di un processo metamorfico che li ha condotti a liberarsi dalla propria gabbia e dai propri vincoli di esseri terrestri, per tramutarsi infine in creature del cielo. Alternate alle fotografie, sono esposte piccole sculture di uccelli in vetro realizzate in collaborazione col mastro vetraio di Murano Lucio Bubacco. Il materiale esprime tutta la fragilità, ma anche la leggerezza, di esseri che, per quanto feriti e oppressi, sono in procinto di rialzarsi in volo per tornare alla vita. Al centro della sala sono messi in mostra alcuni questionari fatti compilare ai performer prima di iniziare a lavorare insieme durante il ritiro del 2022, il programma giornaliero delle attività svolte in quella circostanza, la partitura di About birds e il libretto dell’opera con 66 esercizi performativi. Nella sala è anche esposto uno degli abiti piumati realizzati dall’artigiano Duccio Mazzanti per i performer, a suggello del completamento dell’atto trasformativo. Nella stanza successiva il visitatore si trova di fronte ad un’installazione composta da una proiezione a parete e quattro schermi a terra, che come nella “stanza della trasformazione” allestita per i performer nella villa restituisce immagini e suoni prodotti dalla applicazione Birdscore, anch’essa per certi versi una “partitura” di azioni e comportamenti.

Così il programma seleziona di volta in volta frasi evocative che intendono dare indicazioni su quali parti del corpo attivare, sulle sensazioni da ricercare, sulle azioni banali da compiere in una stanza o in un’altra. Il visitatore pertanto può leggere l’invito ad iniziare la propria “art-action” con un grido, con il pianto, oppure con “l’apertura graduale della propria anima”; può seguire la direttiva secondo cui gli elementi principali dell’azione devono essere “l’estensione e la contrazione delle ali”; si immagina di ritrovarsi ad applicare l’indicazione di “guardare fisso verso un muro come se si scrutasse l’orizzonte mentre sta arrivando una tempesta”. Nella terza sala altri dipinti di Avital, risalenti a diversi periodi della sua attività artistica passata ma accomunati comunque dalla presenza di uccelli, dialogano con alcune opere della collezione permanente della FMAV, di autori diversi (tra cui Margherita Benassi, Bruno Ceccobelli, Cesare Peverelli, Mario Raciti, Enrico Della Torre) ma anch’esse caratterizzate dalla presenza costante di volatili. Particolarmente efficace è la giustapposizione di una foto di Avital dello scheletro esangue di un albero abitato da silhouette di uccelli e di un dittico di Alberto Zamboni di analogo soggetto, in cui l’artista ottiene con il carboncino sfregato sul cartone lo stesso effetto di contrasto tra luci e ombre in un groviglio di segni che opprime ed angoscia. Certi aspetti del reale entrano in risonanza con l’interiorità emotiva degli artisti, sedimentandosi in formule del pathos che danno voce ad afflizioni ed aneliti propri di tutti gli esseri umani, in ogni tempo e in ogni luogo.

Yuval Avital, About Birds, installation view | © Rolando Paolo Guerzoni
Yuval Avital, About Birds, installation view | © Rolando Paolo Guerzoni