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Buffer Zone. Meletios Meletiou | Fondazione Pastificio Cerere. Spazio Molini – Roma

Buffer Zone è il titolo della prima personale di Meletios Meletiou (Lemesos, Cipro, 1989) a Roma; curata da Gaia Bobò e concepita come intervento site-specific per gli ambienti sotterranei di Fondazione Pastificio Cerere – Spazio Molini, la mostra sviluppa gli esiti più recenti di una ricerca che Meletiou conduce da alcuni anni sullo spazio pubblico […]

Buffer Zone. Meletios Meletiou, installation view, ph. Carlo Romano, Fondazione Pastificio Cerere, Spazio Molini, courtesy dell’artista
Buffer Zone. Meletios Meletiou, installation view, ph. Carlo Romano, Fondazione Pastificio Cerere, Spazio Molini, courtesy dell’artista

Buffer Zone è il titolo della prima personale di Meletios Meletiou (Lemesos, Cipro, 1989) a Roma; curata da Gaia Bobò e concepita come intervento site-specific per gli ambienti sotterranei di Fondazione Pastificio Cerere – Spazio Molini, la mostra sviluppa gli esiti più recenti di una ricerca che Meletiou conduce da alcuni anni sullo spazio pubblico e l’architettura ostile.

A partire dall’ambiguità semantica celata nel termine “decoro” [decorazione ma, al contempo, con un’accezione di giudizio, decenza], Meletiou indaga le contemporanee politiche del decoro urbano costruendo delle strutture non percorribili, delle architetture disfunzionali sì, ma aggirabili, seppur con non poca difficoltà, da parte dello spettatore/attore; strutture in cui l’ostacolo, l’impedimento e l’assenza di familiarità sono il banco di prova attraverso cui stabilire una tensione continua tra chi guarda e l’oggetto guardato. Oggetti del quotidiano trasposti in sistemi complessi, le sculture ottenute da resine e cemento – replicando la trama piramidale impiegata nella progettazione urbana per impedire il bivacco – lungi dall’essere amichevoli e rassicuranti, interrogano perentoriamente lo spettatore ponendolo davanti alla necessità di riorganizzare il proprio campo visivo e vitale da intendersi, al contempo, come spazio politico e sociale.

La penombra degli ambienti, interrotta da improvvisi squarci di luce al neon verde che lasciano intravedere aree invalicabili – mentre un rumore cavernoso di sottofondo accompagna lo spettatore – è scandita da un percorso obbligato, con passaggi interdetti: oltrepassare il confine può essere rischioso, gravoso nella sua imprevedibilità. A partire dalla ripetizione modulare di unità geometriche minime ottenute tramite spugne impregnate di cemento, Meletiou elabora un’estetica che, appropriandosi del riduzionismo minimalista geometrico e scultoreo, sonda le possibilità dei materiali e della relazione tra forma, spazio e ambiente. Se il referente storico del Minimalismo è centrale, altrettanto predominante è l’interesse per l’indagine centrata su un orizzonte specificamente sociale e politico accompagnati da una dimensione ludica che ben presto rivela il suo lato più amaro. 

Buffer Zone. Meletios Meletiou, installation view, ph. Carlo Romano, Fondazione Pastificio Cerere, Spazio Molini, courtesy dell’artista

Nel linguaggio politico e giuridico la zona cuscinetto (buffer zone) è una formazione politica che trovandosi fra due stati più grandi ha la funzione di evitarne il contatto e di attutirne i possibili urti: un non-luogo che cela tensioni irrevocabili, sospensioni di giudizio, conflittualità mai sopite. Quale sia l’alternativa alla disfunzionalità dei luoghi, alla ostilità dei percorsi, Meletiou ce lo lascia soltanto intendere, ponendoci davanti alla realtà fattiva delle cose. 

Per Hakim Bey le temporary autonomous zones diventano lo strumento principale attraverso cui compiere una riappropriazione degli spazi e delle narrazioni che vi si legano al fine di eludere il controllo sociale: “La TAZ è come una sommossa che non si scontri direttamente con lo Stato, un’operazione di guerriglia che libera un’area (di tempo, di terra, di immaginazione) e poi si dissolve per riformarsi in un altro dove, in un altro tempo, primo che lo Stato la possa schiacciare. Poiché lo Stato è occupato primariamente con la Simulazione invece che con la Sostanza, la TAZ può occupare queste aree clandestinamente […]”. Ecco, Buffer zone indaga gli spazi interstiziali, di esistenza e sociali, attraverso i quali le coscienze individuali e collettive si formano, sottoposte come sono alla inquisitoria regolamentazione di presunte norme sociali: se è vero che il percorso risulta accidentato e frammentario, è allo stesso tempo possibile immaginare contesti aperti e libertari in cui poter compiutamente esercitare degli spazi di libertà. 

In occasione della mostra sarà presentato il libro d’artista Epidermis (edito da Viaindustriae) composto da una serie di contributi teorici sui temi principali della mostra e da una selezione di stampe dell’artista in edizione limitata. 

Buffer Zone. Meletios Meletiou, installation view, ph. Carlo Romano, Fondazione Pastificio Cerere, Spazio Molini, courtesy dell’artista
Buffer Zone. Meletios Meletiou, installation view, ph. Carlo Romano, Fondazione Pastificio Cerere, Spazio Molini, courtesy dell’artista