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Hidden Histories 2022 | Gli appuntamenti di settembre

“dolce far niente”: così i visitatori europei tra Settecento e Ottocento descrivevano l’approccio alla vita italiano con particolare riferimento ad un certo modo di vivere del meridione. Chi partecipava al Grand Tour rimaneva infatti sorpreso dalla pace con la quale gli Italiani vivevano i piccoli momenti quotidiani del “non fare” nonostante le carenze economiche e […]

Autumn Knight, Church of Nothing, Theatre of Nothing, Hidden Histories 2022, foto di Davide Palmieri

“dolce far niente”: così i visitatori europei tra Settecento e Ottocento descrivevano l’approccio alla vita italiano con particolare riferimento ad un certo modo di vivere del meridione. Chi partecipava al Grand Tour rimaneva infatti sorpreso dalla pace con la quale gli Italiani vivevano i piccoli momenti quotidiani del “non fare” nonostante le carenze economiche e le problematiche sociali e politiche del tempo. Oggi l’espressione ha assunto un significato diverso contestualizzato alla contemporaneità, diffondendosi non solo come sorta di stereotipo dell’italianità all’estero, ma anche come vera e propria estetica (basti pensare a quei profili social dedicati al concetto di vita lenta, alle isole minori, ai luoghi incontaminati). Ma cos’è il niente nella società dell’iper-produttiva e dell’iper-stimolo? Ci si ferma davvero mai completamente? Cosa rende il niente dolce?

La performance site specific dell’artista interdisclipinare Autumn Night negli spazi di Palazzo Altemps a Roma (19/07/22), più che dare a queste domande una risposta, sembra sviscerarne le possibilità e le contraddizioni. Parte del programma Hidden Histories curato da LOCALES (in ripartenza a settembre con un triplo appuntamento con Dora Garcia e Adelita Husni-Bey), Church of Nothing, Theatre of Nothingsi sviluppa tra la Cappella di Sant’Aniceto realizzata nel XVII secolo e il teatro Goldoni, utilizzato dal XVI secolo e riconvertito in cinematografo fino agli anni Ottanta. Entrambi luoghi solitamente chiusi al pubblico, entrambi in origine spazi di sospensione delle attività quotidiane. Knight sceglie gli unici luoghi del palazzo, oggi parte del Museo Nazionale Romano, senza statue. Ambienti carichi simbolicamente, ma la cui funzione può essere azionata solamente tramite la presenza umana, il pubblico. Anche nel suo non fare niente, lo spettatore è l’attivatore, l’osservatore partecipante, il destinatario di tutto ciò che accade all’interno di questi luoghi. Che si tratta di una funzione religiosa, di uno spettacolo teatrale o di una proiezione cinematografica, ciò che accade non lascia alcun segno nel luogo, ma lascia tracce in chi partecipa.
Segni appunto già visibili nel momento della visione: braccia incrociate, mani che arricciano capelli, occhi distratti e occhi estranei curiosi, diventano per Knight parte del copione. Nella performance dell’artista con base a New York, corpo, testo e suono si mescolano tra recitazione e improvvisazione per indagare le potenzialità creative del fare niente.

Primo step necessario, credere. Ed ecco allora che la storica Cappella al piano superiore di Palazzo Altemps si trasforma nel luogo di affermazione e celebrazione collettiva. Luogo originariamente dedicato al culto privato della famiglia e alla messa cattolica, la Cappella di Sant’Aniceto si trasforma in spazio aperto alla comunità e il suo altare palcoscenico di un modo di rapportarsi al luogo religioso tipico di un altro sud del mondo, quello americano. Knight si appropria così dello spazio dell’altare riconfigurandone le funzioni. Anche la sagrestia, solitamente non accessibile e non visibile ai fedeli, viene trasformato in un ambiente aperto, le cui porte spalancate permettono al pubblico di osservare gli attimi prima di una performance.
Del teatro invece Knight nasconde tutto. Dell’attrice non rimane che un paio di scarpe che spuntano dal sipario. Seduta su quella sedia di fronte al quel tendone rosso pesante, Knight sembra liberarsi del ruolo. Qui il copione si fa più disconnesso e l’improvvisazione appare essere la protagonista. Grazie alla sua capacità di leggere il comportamento umano, Knight rende talmente visibili le dinamiche dell’essere spettatore da mettere talvolta in imbarazzo. È forse questa la dolcezza del niente? Un certo stato di piacere nel lasciar le cose scorrere, anche quando se ostacolano, talvolta assaporandone il sapore amaro?

PROGRAMMA —
I libri sono corpi (possono essere smembrati)
percorso espositivo e public program di Dora García

7 settembre 2022
ore 18:30 – performance di Dora García
ore 18:30-20:30 – opening mostra
La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 14, con accesso libero e gratuito
Biblioteca Casanatense – Salone Monumentale
Via di Sant’Ignazio 52, Roma

21 settembre 2022 ore 18:00 – reading group con Dora García
Real Academia de España en Roma, Piazza di S. Pietro in Montorio, 3, Roma

28 settembre 2022 ore 18:30 – performance di Dora García, con la partecipazione di Maria Elena Fantoni e Brianda Carreras
Biblioteca Casanatense, Sala di Lettura
Via di Sant’Ignazio 52, Roma

11 settembre 2022 ore 17:00 – Stati Transitivi.
Talk con Renata Carvalho, Antonia Caruso, Adelita Husney-Bei, Sara Alberani e Marta Federici (LOCALES) Matteo Lucchetti (Museo delle Civiltà) e Marcia Leite, in collaborazione con Short Theatre
Mattatoio – Tettoia
Piazza Orazio Giustiniani, 4 – Roma

12-14 settembre 2022 La collezione in tumulto.
Workshop con Adelita Husni-Bey
Museo delle Civiltà
Piazza Guglielmo Marconi, 14 – EUR Roma
evento solo su prenotazione

Dora Garcia, On Reconciliation presentation of archive of letters Heidegger-Arendt 2016 E-Werk Freiburg Photo_ Marc Doradzillo
Dora Garcia, The Joycean Society film, 2013, 54 min film still
Adelita Husni Bey La montagna verde, (dettaglio) 2011 stampa su lino grezzo 558 × 600 cm Photo Credit: Ti con zero, Palazzo delle Esposizioni, Roma, installation view. Photo Marco Cappelletti © Azienda Speciale Palaexpo
Adelita Husni Bey (On) Difficult Terms, 2013 (detail) MP3 Audio, 40′, serie di fotografie B/N, stampa digitale e inchiostro acrilico su carta d’archivio