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Alessandra Ferrini. Unruly connections | ar/ge kunst Bolzano

Unruly connections (connessioni indisciplinate) è il titolo della personale di Alessandra Ferrini all’ar/ge kunst di Bolzano, allestita fino al 30 luglio 2022. La mostra, a cura di Emanuele Guidi, riflette sulla ricerca che l’artista sta conducendo sul colonialismo italiano, con particolare attenzione rivolta alle strategie di offuscamento e distanziamento da questa tragica pagina del nostro […]

Alessandra Ferrini. Unruly connections – Installation view at ar/ge kunst Bolzano 2022

Unruly connections (connessioni indisciplinate) è il titolo della personale di Alessandra Ferrini all’ar/ge kunst di Bolzano, allestita fino al 30 luglio 2022. La mostra, a cura di Emanuele Guidi, riflette sulla ricerca che l’artista sta conducendo sul colonialismo italiano, con particolare attenzione rivolta alle strategie di offuscamento e distanziamento da questa tragica pagina del nostro passato. Lavorando con il testo, il video e vario materiale d’archivio, l’artista intreccia tecniche, personaggi e opere letterarie per realizzare delle installazioni di denuncia sulla violenza coloniale e sul “silenzio iconografico” in Libia. 
Unruly connections è una mostra che riflette sulla pratica artistica in chiave politica e militante attraverso pratiche di scrittura e traduzione ibridate con altri media e strumenti, tra cui la voce dell’artista. Lo spazio di ar/ge kunst diviene un vero e proprio laboratorio di traduzione: l’intento primario di Unruly connections è infatti quello di tradurre il romanzo censurato Il Coscritto. Scritto da Gebreyesus Hailu nel 1927, Il Coscritto è il primo romanzo in lingua tigrina e narra la vicenda degli ascari eritrei, soldati arruolati dall’esercito italiano per combattere la resistenza libanese. Il testo è stato tramandato oralmente e tradotto in inglese solamente nel 2012, come uno dei primi esempi di letteratura anticoloniale. Il romanzo sarà quindi tradotto in italiano per la prima volta proprio nel corso della mostra, grazie alla collaborazione dello storico Uoldelul Chelati Dirar, in quattro fasi annunciate attraverso la newsletter. 
La ricerca di Alessandra Ferrini intreccia l’autobiografico alla dimensione collettiva. Considerando sé stessa come una cittadina bianca europea, l’artista mette in discussione la formazione e lo sguardo eurocentrico attraverso uno studio approfondito dei materiali d’archivio. Il suo interesse è quello di scoprire “perché” i materiali siano così, in quanto riflesso dei valori, delle consuetudini e delle credenze di una società. L’intento è quello di fare i conti con il passato, di mostrare ciò che volutamente è stato celato intrecciando storie e narrazioni che provengono dai margini. Ecco che alla vicenda del romanzo Il Coscritto, si accostano altre due storie: quella del giornalista danese Knud Holmboe e della scrittrice, militante anarchica e femminista Leda Rafanelli. 

Alessandra Ferrini. Unruly connections – Installation view at ar/ge kunst Bolzano 2022

Holmboe giunge nel 1930 in Libia dopo essersi convertito alla religione sufita: qui verrà misteriosamente ucciso, dopo aver scritto un diario – Desert Encounters, pubblicato nel 1931- e documentato in una campagna fotografica le violenze degli italiani. L’artista ne racconta la storia, anche attraverso materiali inediti e anonimi che lei stessa ha ricevuto via mail e Twitter nel 2020. Ancora una volta passato e presente si incontrano, in una catena causa-effetto tutta da sviscerare e districare.
Il romanzo, e nello specifico il romanzo rosa, ritorna al centro della vicenda di Leda Rafanelli. Definendosi una “musulmana anarchica”, Leda Rafanelli si trasferisce nel 1900 ad Alessandria d’Egitto, simpatizza per la comunità anarchica italiana e scrive. Pubblica nel 1929 L’Oasi. Romanzo arabo, una storia d’amore passionale e travolgente. Sullo sfondo, la violenza coloniale. Sfidando la censura, il romanzo diviene uno strumento di denuncia politica, mascherato dalla “leggerezza” del genere letterario scelto. 
Le “connessioni” che il titolo della mostra evidenzia – non bisogna dimenticare il parallelo tra la situazione libica e la coscrizione forzata dell’Alto Adige tra il 1935 e il 1936 – sono definite “indisciplinate”: come i protagonisti delle sue storie, che agiscono sovvertendo l’ordine dato, Alessandra Ferrini mette in discussione ciò che viene dato per assodato, certo e granitico, mescolando media ed editando materiali secondo una visione personalissima e scientifica, da artista e ricercatrice. 

Alessandra Ferrini. Unruly connections
A cura di Emanuele Guidi
ar/ge kunst, Bolzano
Fino al 30 luglio 2022 

Per la stesura dell’articolo è stato consultato il sito dell’artista e l’intervista all’artista pubblicata nel 2019 su viz kultura.

Alessandra Ferrini. Unruly connections – Installation view at ar/ge kunst Bolzano 2022