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Anri Sala – Transfigured | Palazzo della Ragione, Bergamo

L’attenzione di Anri Sala ai luoghi che ospitano le sue opere, consolidata nella sua pratica artistica lo ha portato, fin dalle prime fasi della genesi di questo progetto, a muoversi con grande sensibilità e rispetto nei confronti dell’antica Sala delle Capriate che ospita affreschi risalenti a epoche storiche fra il Trecento e il Cinquecento. L’attuale […]

Anri Sala – Transfigured Veduta dell’installazione – Palazzo della Ragione | GAMeC, Bergamo, 2022 Foto: Lorenzo Palmieri Courtesy GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo Copyright Anri Sala by SIAE 2022

L’attenzione di Anri Sala ai luoghi che ospitano le sue opere, consolidata nella sua pratica artistica lo ha portato, fin dalle prime fasi della genesi di questo progetto, a muoversi con grande sensibilità e rispetto nei confronti dell’antica Sala delle Capriate che ospita affreschi risalenti a epoche storiche fra il Trecento e il Cinquecento. L’attuale fase pandemica ha permesso a Sala di visitare il Palazzo della Ragione e fare esperienza in prima persona di questo luogo così peculiare. È così che l’artista ha iniziato a pensare a “Time no Longer” come a una sorta di lanterna – come l’ha definita lui stesso – che illumina, rendendola visibile, l’architettura circostante e le figure reali o immaginate ritratte negli affreschi, fra cui i quattro angeli suonatori, sul muro di fondo della sala, con cui l’arrangiamento sonoro di “Quatuor pour la fin du temps” di Messiaen entra in risonanza in modo particolare.
Nelle parole di Sala, “la video installazione e gli affreschi, si definiscono come l’incontro di due afterimages”: gli affreschi sono l’immagine residua di una civiltà del passato, il giradischi che fluttua nella stazione spaziale in assenza di gravità, è l’immagine residua proveniente dal futuro di un presente che non c’è più. Ed è nel presente, nel momento in cui facciamo esperienza di “Time no Longer” allestito nella Sala delle Capriate, che queste diverse dimensioni temporali – il passato, il presente e il futuro – entrano in dialogo. 

Sara Fumagalli 

In un periodo storico in cui esiste un reale bisogno di vedere mostre ben curate e meritevoli di essere organizzate, si può dire che la mostra di Anri Sala a Palazzo della Ragione a Bergamo, curata da Sara Fumagalli e Lorenzo Giusti, sia più necessaria del solito.
Palazzo della Ragione, situato in Città Alta, in Piazza Vecchia, è uno degli edifici istituzionali simbolo della città, ed è un dovere utilizzarne le meravigliose sale per ospitare interventi significativi, come certamente è Transfigured, diramazione dell’installazione audio-visiva Time No Longer.
Quello dell’artista albanese è il quinto appuntamento che GAMeC organizza nella Sala della Capriate, a fronte delle mostre di Gary Kuehn, Jenny Holzer, Daniel Buren, Ernesto Neto, ed è, secondo chi scrive, il meglio riuscito insieme a quello di Jenny Holzer, anche probabilmente a causa della ritrovata normalità con cui attualmente si è tornati a lavorare, regolarità che consente una presenza e una supervisione diverse da parte degli artisti invitati.

Anri Sala – Transfigured Veduta dell’installazione – Palazzo della Ragione | GAMeC, Bergamo, 2022 Foto: Lorenzo Palmieri Courtesy GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo Copyright Anri Sala by SIAE 2022

Transfigured consiste in una muscolosa video proiezione, proposta su uno schermo da 16 metri, di un giradischi fluttuante all’interno di una stazione spaziale. L’immagine è completamente ricostruita, e simula perfettamente il movimento che effettivamente l’oggetto farebbe galleggiando in assenza di gravità.
La colorazione dell’ambiente cambia con lo scorrere del video, in cui si avvicendano 16 albe e 16 tramonti, creando un intenso dialogo tra le immagini proiettate e gli affreschi: in alcuni momenti si assiste ad una sorta di corrispondenza cromatica tra quanto accade sullo schermo e la sala, in altri invece si accentua il contrasto.
La trasposizione di una situazione che rimanda a quanto avviene in orbita calata all’interno di un edificio del XII secolo enfatizza lo straniamento: le figure degli affreschi rinascimentali, illuminate grazie ad un gioco di luci apposto dietro lo schermo, sembrano assistere e partecipare all’accadimento.
La componente sonora interviene attivamente nella fruizione, sia a livello percettivo sia simbolico.
Il giradischi riproduce infatti un arrangiamento di Quartet for the End of Time, pezzo di Olivier Messiaen concepito durante la prigionia ed eseguito per la prima volta dai compagni di reclusione del compositore francese.
Fa da contraltare a Quartet for the End of Time un sassofono: una composizione di fantasia ispirata all’assolo che Ronald McNair, astronauta, fisico e sassofonista, avrebbe voluto comporre a bordo dello Space Shuttle Challenger, impresa incompiuta e terminata in tragedia in quanto la rottura di una guarnizione ne determinò la distruzione dopo 73 secondi di volo.
Anri Sala sceglie dunque di ampliare ulteriormente questo dialogo nello spazio e nel tempo che si riverbera sia nel luogo, nel confronto tra video e ambiente, sia nelle componenti messe in scena, collegando temporalità diverse.
Per una volta, e del tutto involontariamente, l’elefantiaca struttura che sovrasta la sala, idealmente associabile ad funzionalismo fantascientifico tipico degli anni ’70 – ’80, interagisce appropriatamente con il taglio Sci-Fi dell’opera.