“Lo Slow museum è un luogo che appartiene al pubblico e agli artisti, di produzione artistica e di ricerca; è caratterizzato da una moltitudine di diversi eventi, ciascuno dedicato a una micro comunità di interesse. La sfida è fare interagire queste micro comunità al fine di una crescita collettiva anziché rinforzare l’esistenza di bolle di interesse separate. Il museo contemporaneo è anche archivio e collezione”. L’idea di museo di Carolyn Christov Bakargiev, direttrice di Castello di Rivoli, si traduce nella programmazione culturale del 2022, fatta di mostre, visite guidate, ricerca, contenuti digitali.
Due grandi mostre – la collettiva Espressioni. L’epilogo e la personale dedicata a Olafur Eliasson – costituiscono il cuore del programma di Castello di Rivoli.
Espressioni. L’epilogo apre la rassegna: allestita dal 12 aprile 2022, affronta la storia dell’espressionismo nelle sue varie declinazioni, artistiche, storiche, scientifiche e tecnologiche. Attraverso opere di artisti storicizzati come William Turner, Gustav Klimt, Jean-Michel Basquiat e nuove produzioni artistiche, performance e progetti ‘focus’ di artisti come Marianna Simnett, Silvia Calderoni, Richard Bell e Alon Schwabe, l’uomo e la sua storia vengono indagati nei paradossi e nelle contraddizioni, si pensi ad esempio all’individualismo esasperato coniugato alla vanità di massa.
La nuova mostra, che si snoderà negli spazi del Castello, della Manica Lunga e della Casa del Conte Verde a Rivoli, oltre a capolavori di William Turner (Londra, 1775 – Chelsea, 1851), Gustav Klimt (Baumgarten, 1862 – Vienna, 1918), Francisco Goya (Fuendetodos, Spagna, 1746 – Bordeaux, 1828), James Ensor (Ostenda, 1860– 1949) e Jean-Michel Basquiat (New York, 1960–1988), includerà numerose nuove produzioni artistiche, performance e progetti ‘focus’ di Marianna Simnett (Kingstone-upon-Thames, Regno Unito, 1986), Silvia Calderoni (Lugo, 1981), Nicole Eisenman (Verdun, 1965), Grada Kilomba (Lisbona, 1968), Uýra Sodoma (Emerson Pontes da Silva, Santarém, Pará, 1991), Irene Dionisio (Torino, 1986), Lina Lapelyte (Kaunas, Lituania, 1984), Richard Bell (Charleville, Australia, 1953), Adrián Villar Rojas (Rosario, Argentina, 1980), Tabita Rezaire (Parigi, 1989), Cooking Sections (Daniel Fernández Pascual, 1984 e Alon Schwabe, 1984), Bracha L. Ettinger (Tel Aviv, 1948) con Precious Okoyomon (Londra, 1993), Agnieszka Kurant (Lódz, 1978) e Dana Schutz (Livonia, USA, 1976).
La personale di Olafur Eliasson, visitabile dal 21 settembre 2022 al 29 gennaio 2023, si compone di un’opera inedita e site-specific, appositamente creata per gli spazi della Manica Lunga. La mostra sarà costituita da una grande installazione inedita appositamente creata per la Manica Lunga che modifica l’intero spazio in una gigantesca macchina ottica. L’artista trasforma la Manica Lunga, che misura 147 metri in lunghezza e 6 metri in larghezza, edificata come pinacoteca di Casa Savoia nel 1630 circa, in un luogo di intensa esperienza percettiva e sensoriale, un luogo che ricorda le ricerche sull’ottica del passato mentre al contempo esalta l’importanza della corporeità e della presenza fisica nell’era digitale. Utopica e sottilmente rivoluzionaria, la pratica di Eliasson unisce la memoria dell’incontro con la natura alle ampie diramazioni della ricerca scientifica e del pensiero ecologico per immaginare un futuro felice per il pianeta e la società.
Già protagonista di due interventi al Castello nel 1999 e nel 2008, Eliasson continua la sua ricerca sull’ambiente e la percezione, in una pratica multimediale e quasi utopica. Per raccontare le tappe fondamentali della sua carriera e la sua poetica, l’artista ha inoltre allestito una camera di lettura, con oltre cento cataloghi a disposizione del pubblico.
La programmazione del Castello, in virtù della “reimmaginazione” che il museo del XXI secolo sta vivendo, prosegue anche sul fronte della ricerca. Il CCRI (Centro di Ricerca Castello di Rivoli) è protagonista nella valorizzazione ed esposizione della donazione dell’archivio di Paolo Pellion di Persano, fotografo che ha collaborato con i più importanti esponenti dell’Arte Povera. Con l’esposizione degli scatti e la loro archiviazione e digitalizzazione, il Castello rivive la propria attività e la propria storia, a partire dalla mostra inaugurale del 1984, Ouverture.
Nell’autunno 2022, il CCRI organizza l’esposizione Vegetali e minerali. Azioni di compostaggio e coesistenza ecologica, a cura di Andrea Viliani e Marianna Vecellio. In continuità con la mostra di Eliasson, l’ecologia e l’ambiente – con particolare attenzione al tema dello scarto e del compostaggio – sono al centro delle performance e delle azioni degli artisti coinvolti, che considerano il “compost” in senso trasformativo e relazionale, metafora del mutamento di identità e spazi.
Ed è proprio lo spazio, nella sua forma digitale e virtuale, che accompagna tutti gli eventi del programma 2022: la piattaforma COSMO DIGITALE, a cura di Giulia Colletti, proporrà al pubblico contenuti inediti per approfondire, esplorare e analizzare ciò che il museo presenta nel suo spazio “fisico”. Tra i contenuti inediti una serie di podcast dedicata alla ricerca sul suono – sotto forma di musica e parola – e sul pensiero, attraverso la voce del filosofo ospite in residenza, Federico Campagna.
Un altro importante tassello è costituito dal rapporto con il pubblico e dalle relazioni con le istituzioni culturali torinesi e non solo. Continuano le visite guidate alla Collezione Cerruti con nuovi approfondimenti tematici.
Il movimento artistico torinese per eccellenza, l’Arte Povera, è protagonista della mostra Arte e ecologia dall’Arte povera a oggi, realizzata con e presso OGR Torino, dal 28 aprile al 25 settembre 2022. Il museo partecipa inoltre alla rassegna diffusa Arte pubblica nel Cuneese e alla 17ª Biennale di Istanbul, con il progetto inedito di Renato Leotta, Posidonia – Concertino per il mare.
L’ambiente e l’ecologia, il legame con Torino e i suoi movimenti artistici più rappresentativi, la trasformazione e la percezione – di spazi, relazioni, collezioni – si definiscono come il vero leitmotiv di una ricchissima programmazione culturale che Castello di Rivoli offre alle sue “comunità” nel 2022.