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La verità anche a scapito del mondo — La prima mostra personale di Tania Bruguera in Italia | PAC, Milano

“Se [gli ufficiali dell’Órganos de Seguridad del Estado] erano così interessati alla mia arte allora avrei letto per centro ore il libro “Le origini del totalitarismo” di Hannah Arendt”. La verità anche a scapito del mondo è il titolo della prima mostra personale in Italia di Tania Bruguera, artista attivista cubana tra le più influenti […]

Tania Bruguera – La verità anche a scapito del mondo – Installation view, PAC, Milano – Courtesy l’artista Foto Lorenzo Palmieri
Tania Bruguera Sin Título (Habana, 2021), 2021 Installazione e performance Courtesy l’artista Foto Claudia Capelli

“Se [gli ufficiali dell’Órganos de Seguridad del Estado] erano così interessati alla mia arte allora avrei letto per centro ore il libro “Le origini del totalitarismo” di Hannah Arendt”.

La verità anche a scapito del mondo è il titolo della prima mostra personale in Italia di Tania Bruguera, artista attivista cubana tra le più influenti nel mondo contemporaneo, che ha messo al centro della sua pratica l’azione politica e le dinamiche tra politica e società, eliminando il confine tra arte e vita. 
Curata da Diego Sileo, la mostra si apre con un’opera che parla ai visitatori ancora prima che possano aver varcato l’ingresso del PAC di Milano e che risuona delle pagine del saggio della filosofa tedesca naturalizzata statunitense.

Donde tus ideas se convierten en acciones civicas (100 horas de lectura de Los Origenes del Totalitarismo) (2015-2021) con l’amplificazione esterna della voce del performer, introduce immediatamente una sensazione di alterità che si esplica fisicamente nell’opposizione dentro-fuori, la stessa vissuta da ogni detenuto che esperisce la netta separazione tra la prigionia dello spazio interno e la libertà di tutto ciò che è all’esterno. 
La presa di coscienza del singolo rispetto alle realtà del mondo è un momento obbligatorio che Bruguera chiede ai visitatori di affrontare fin dall’inizio del percorso con The poor treatment of migrant today will be our dishonor tomorrow (2021). L’opera è stata realizzata grazie alla collaborazione di ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti): tre sopravvissuti ai lager e alcuni figli di deportati durante la Seconda guerra mondiale hanno cucito il filo spinato che unisce delle stelle dorate in cerchio su un enorme drappo blu.
La scritta alla base, che è anche il titolo dell’opera, materializza immediatamente di fronte al visitatore tutte le responsabilità sociali e umane che fino a quel momento ha potuto ignorare più o meno indisturbato. 
C’è un parallelismo storico forte che attua un distacco temporale metaforico significativo, proponendo uno sguardo all’indietro sul presente verso un’umanità che non dà risposta alle ingiustizie ai danni dei migranti e che trasforma un simbolo di unità, come la bandiera della comunità europea, in una recinzione invalicabile (chilometri e chilometri di filo spinato per le barriere di frontiera in Europa costruite negli ultimi dieci anni).
Bruguera ha vissuto in prima persona la prigionia e tutt’oggi vive una condizione di negazione della libertà individuale e collettiva da parte del governo di Cuba, la città dove è nata e dove vorrebbe vivere ma che le ha tolto la possibilità di credere nell’utopia e nella rivoluzione, a mano a mano che diventavano più chiare per lei le contraddizioni tra la propaganda e la realtà. 
Nel 1993, all’inizio della sua attività artistica, pubblicò un giornale indipendente e le autorità cubane intervennero immediatamente per porre fine al suo progetto, non tanto per il contenuto degli articoli, ma per l’idea che potesse esistere una stampa indipendente. 

Tania Bruguera 22,853 (Crying Room), 2018-2021 Installazione interattiva Courtesy l’artista Foto Lorenzo Palmieri
Tania Bruguera Donde tus ideas se convierten en acciones civicas (100 horas de lectura de Los Origenes del Totalitarismo), 2015 – 2021 Perfomance e installazione. Courtesy l’artista Foto Lorenzo Palmieri

Per questo la censura è al centro del suo lavoro e l’arte assume valore politico, in quanto strumento che può agire a favore del cambiamento sociale. Arte e politica hanno degli elementi in comune: l’immaginazione del futuro, l’uso delle emozioni e la gestione del potere dei simboli. 
All’inizio degli anni Duemila Bruguera elabora il concetto di Arte Útil (Useful Art), mettendo in atto un processo che ha l’obiettivo di trasformare alcuni aspetti della società attraverso l’arte, proponendo delle soluzioni per colmare delle lacune della realtà attraverso delle azioni artistiche. Ciò si lega a doppio filo con l’idea di arte in sincronia con il tempo politico (Political Timing-Specific Art) che confronta il potere con i suoi stessi strumenti e può avere valore generativo all’interno del contesto politico per intervenire e modificare la realtà in divenire. 
Dalla comprensione delle disparità di potere, dalla rabbia e dall’empatia nasce l’arte di Tania Bruguera, che si propone in relazione alla verità, una verità storica che niente ha a che fare con le opinioni e le possibili letture demistificatorie del presente della post-verità contemporanea.
Questo si configura come punto di partenza anche per il visitatore, che è chiamato a guardare, esperire ed esplorare le situazioni presentate dall’artista in quella che lei stessa definisce “Arte de conducta” (Arte del comportamento). Una definizione che Bruguera conia nel 1999 per descrivere l’uso artistico del comportamento umano, dell’atteggiamento sociale e della mentalità, in cui la reazione del pubblico completa e dà significato all’opera.
Così accade nella Stanza 2 con l’opera Sin Titulo (Kassel 2002) e ancora di più nella stanza 3, 22,853 (Crying room) (2018 – 2021), adattamento dell’istallazione presentata nella Turbine Hall della Tate Modern di Londra nel 2018. Uno spazio asettico, momentaneo, una sorta di nonluogo contenitore di tempo, sensibilità e partecipazione in cui è diffuso un composto organico mentolato che irrita gli occhi e provoca una lacrimazione forzata. Prima dell’ingresso il visitatore viene marchiato col timbro del numero aggiornato giornalmente delle persone che nell’anno hanno attraversato il mar mediterraneo, comprese quelle che hanno perso la vita nel farlo. Bruguera ancora una volta mette i visitatori di fronte all’ipocrisia del quotidiano, causando una reazione più o meno forzata rispetto allo stato di assuefazione e dunque indifferenza alle immagini di dolore e sofferenza, che inframezzano le notizie quotidiane elencate sui giornali e sparse nei feed  che sentiamo non appartenerci in quanto geograficamente lontane. 
Il percorso della mostra è un crescendo di sensazioni forti che senza retorica accompagnano il visitatore in un’esperienza emozionale densa di significati.
Nella stanza 4 con le opere Tabla De Salvaciòn (1994) ed EstadÍstica (1996-1998) il tema della diaspora è raccontato con dolorosi richiami nei materiali e nelle immagini e in cui l’estetica del potere è indagata nei mezzi e nei simboli. Così come la riflessione sui regimi dittatoriali si fa spessa e pesante nella stanza 5 con Plusvalía (2010), un ambiente buio in cui la copia fedele in scala 1:1 della scritta “arbeit macht frei” è ritoccata continuamente da un uomo con una smerigliatrice. Non sappiamo se per distruggerla o per ripararla, in questo atto performativo alienante sono evidenziate le contraddizioni delle dittature.

Tania Bruguera Plusvalía, 2010 Riproduzione di oggetto in scala 1:1, ferro battuto, utensili, performer Courtesy l’artista Foto Lorenzo Palmieri
Tania Bruguera Sin Título (Kassel, 2002), 2002-2021 Performance e installazione. Courtesy l’artista

Il coinvolgimento così profondo della sensibilità del visitatore è fondamentale per Bruguera, che nel 2021, in una conversazione con Claire Bishop, parla di Est-Etica ossia di estetica come costruzione e implementazione di un nuovo sistema etico funzionale, in cui l’esperienza estetica si realizza dopo uno shock etico: meccanismi sociali irreversibili possono essere modificati se se ne ha coscienza. Una coscienza che si acquisisce grazie all’opera d’arte. 
La calma dello scenario decontestualizzante di Sin Titulo (Palestina 2009) (2009 – 2021) nel parterre richiama la volontà di Bruguera di parlare delle sofferenze dei popoli in conflitto, in particolare del conflitto israelo-palestinese e della necessità, utopica, di una risoluzione pacifica.
A quest’opera corrisponde anche in senso spaziale l’installazione- performance al primo piano Sin titulo (Habana 2021) che rielabora l’opera del 2000 Sin Titulo (Habana 2000): uno spazio buio, illuminato appena lungo le pareti, in cui si stagliano le ombre di tre uomini nudi che nella posa di kouroi recitano a piena voce i nomi dei prigionieri arrestati a Cuba in seguito alle manifestazioni contro la cattiva gestione dell’epidemia covid, di cui Bruguera anche attraverso i social denuncia l’ingiusto arresto. Il pavimento è coperto da canne da zucchero che rendono più pesante e difficoltoso il passo del visitatore. Un percorso che sembra infinito in una sorta di tunnel che sembra estendersi passo dopo passo.
La verità anche a scapito del mondo, “fiat veritas et pereat mundus”, è la risposta che Hannah Arendt diede in una leggendaria intervista alla televisione della Repubblica federale tedesca, realizzata da Günter Gaus il 28 ottobre del 1964, alla domanda se ritenesse suo dovere pubblicare tutto quello di cui veniva a conoscenza o vi fossero motivi validi per tacere su alcune cose.
Chi fa esperienza delle performance di Tania Bruguera entra in un processo di comunicazione con l’artista e si apre a una riflessione su ciò che lo circonda, accogliendo la sua l’istanza che ha un patto con la verità e con l’arte che sopravvive al tempo nella sua universalità.
Bruguera parla di Cuba, della Palestina a significare un messaggio di lotta ed empatia per tutti i popoli, gruppi e minoranze in difficoltà e costretti ai margini, perché ciò che accade in un paese riguarda anche gli altri.

La mostra di Tania Bruguera al PAC è un’opportunità per attivare un processo di sensibilizzazione, che ricordi a tutti l’urgenza di un’interazione costruttiva tra persone, popoli e paesi, che ripristini la responsabilità collettiva nel saper leggere in anticipo il presente, alla luce della storia recente ma più in generale della storia dell’umanità.

Tania Bruguera – La verità anche a scapito del mondo – Installation view, PAC, Milano – Courtesy l’artista Foto Lorenzo Palmieri
Tania Bruguera – La verità anche a scapito del mondo – Installation view, PAC, Milano – Courtesy l’artista Foto Lorenzo Palmieri