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Paolo Cirio - Monitoring Control - Palazzina Giardini

Gli effetti della società dell’informazione al centro della personale di Paolo Cirio alla FMAV

Il ‘realismo documentale’ di Paolo Cirio – come lui stesso lo definisce – smaschera le incongruenze della società in cui viviamo, ponendo sotto gli occhi di tutti la loro fragilità e pericolosità. In particolare, sono i sistemi di comunicazione, sicurezza e controllo a fare da bersaglio, con tutte le conseguenze (anche piuttosto rischiose) che ne […]

Paolo Cirio, Monitoring Control, FMAV – Fondazione Modena Arti Visive, Palazzina dei Giardini, ph © Rolando Paolo Guerzoni

Il ‘realismo documentale’ di Paolo Cirio – come lui stesso lo definisce – smaschera le incongruenze della società in cui viviamo, ponendo sotto gli occhi di tutti la loro fragilità e pericolosità. In particolare, sono i sistemi di comunicazione, sicurezza e controllo a fare da bersaglio, con tutte le conseguenze (anche piuttosto rischiose) che ne derivano.

La personale inaugurata da FMAV – Fondazione Modena Arti Visive presso la Palazzina dei Giardini “evidenzia un certo tipo di viralità che non ha nulla a che fare, in questo caso, con la medicina”, spiega il curatore Marco Scotini. Semmai, è la forma virale della tecnologia a essere messa sotto esame, la cui contagiosità – rimanendo in un tema che, negli ultimi tempi, ha scalato le classifiche dell’informazione – può risultare a dir poco subdola e pervasiva. I lavori di Cirio, però, non si limitano soltanto ad analizzare e denunciare: come afferma ancora Scotini, Monitoring Control si riferisce, ironicamente, tanto al controllo esercitato su di noi, quanto a quello che noi potremmo esercitare sui dispositivi che lo caratterizzano”. Questa, in fondo, la formula che sintetizza l’intera opera dell’artista, la cui prassi consiste da sempre nello svelare e beffare i meccanismi che si celano dietro tali sistemi. “Cirio è forse l’unico in Italia ad aver intrapreso questo tipo di ricerca – conclude Scotini – anche perché, nel mondo, gli artisti che affrontano queste tematiche si contano sulle dita delle mani”.

In occasione della mostra modenese, l’artista, oltre a una serie di opere realizzate negli ultimi dieci anni, presenta l’installazione Iris (2021), ideata appositamente per il salone d’ingresso della Palazzina dei Giardini. Le otto grandi stampe di iridi, di cui è costituita, dialogano con gli altrettanti spicchi della cupola centrale, e rappresentano il tentativo di sabotare simbolicamente la tecnologia di riconoscimento biometrico dell’iride attraverso l’uso di sofisticate lenti a contatto. Per Cirio, Iris costituisce “non solo una nuova opera – come afferma egli stesso – ma anche una nuova frontiera. Molte delle questioni da me trattate in questi ultimi dieci anni, pur non essendo state ancora risolte, hanno comunque subìto dei miglioramenti. Diverso il discorso, invece, per la biometria, e per tutti quei sistemi di sorveglianza e controllo che interessano i nostri singoli organi: questo rappresenta, appunto, una nuova frontiera, in quanto assistiamo alla penetrazione della tecnologia all’interno dei nostri corpi – tema di una complessità non irrilevante”

Paolo Cirio, Monitoring Control, FMAV – Fondazione Modena Arti Visive, Palazzina dei Giardini, ph © Rolando Paolo Guerzoni

E non è l’unico, se si guarda agli altri lavori esposti in mostra. Da Face to Facebook (2011) a Obscurity (2016), ogni opera di Cirio ha sempre sollevato enormi dubbi sulle dinamiche che interessano la sicurezza e il controllo: per questo, le sue azioni si sono rivelate spesso delle spine nel fianco per tutte quelle entità che si sono arrogate il diritto di esercitarli.
Non è un caso se si è fatto riferimento proprio a Face to Facebook e a Obscurity: la prima, pionieristica nell’impiego dell’intelligenza artificiale, ha messo a nudo il sistema di sorveglianza dei dati del social network più utilizzato al mondo – Cirio, in quell’occasione, si era appropriato di un milione di profili Facebook, pubblicandone 250.000 su un sito di incontri creato ad-hoc, scatenando, così, l’ira dei legali dell’impresa di Mark Zuckerberg (oggi confluita in Meta); la seconda, si è posta in difesa della privacy di oltre dieci milioni di persone arrestate negli Stati Uniti, offuscando le foto segnaletiche pubblicate indebitamente da alcuni siti internet – tutto questo ha portato alla creazione di una privacy policy e a una campagna a favore del diritto all’oblio negli USA.

Insomma, Cirio non è soltanto un artista, ma un vero e proprio attivista, disposto a rischiare per mettere in evidenza le ambiguità di una società che non sempre tutela i diritti dei propri cittadini – ancora in Capture (2020), ad esempio, la pubblicazione di oltre quattromila fotografie di volti di poliziotti francesi, ripresi in atteggiamenti aggressivi durante una manifestazione e ottenuti grazie alla tecnologia del riconoscimento facciale, è valsa la censura da parte del Ministro dell’Interno dello Stato transalpino.
In corso fino alla fine di gennaio, Monitoring Control costituisce, dunque, una preziosa opportunità per riflettere sui meccanismi che regolano tali ambiguità – meccanismi che, tra l’altro, abbiamo creato noi stessi.

Paolo Cirio. Monitoring Control
A cura di Marco Scotini
Fondazione Modena Arti Visive – Palazzina dei Giardini
Dal 19 novembre 2021 al 31 gennaio 2022 

Paolo Cirio, Monitoring Control, FMAV – Fondazione Modena Arti Visive, Palazzina dei Giardini, ph © Rolando Paolo Guerzoni