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Ciò che resta del fuoco | Marco Antelmi | VOGA, Bari

Dopo il progetto MINIMUM STANDARDS, al quale hanno partecipato tredici artisti locali e internazionali – Amphibia, Safa Attayoui, Louise DiB, Natalija Dimitrijević, Marianne Fahmy, Gilbert Hage, Ledia Kostandini, Ignazio Fabio Mazzola, Qeu Meparishvili, Olga Migliaressi-Phoca, Rehan Miskci, Sara Naim, Violeta Ospina Domínguez – l’associazione culturale VOGA, fondata a Bari nell’agosto 2021 da Bianca Buccioli, Nicola […]

Ciò che resta del fuoco, installation view, VOGA, Bari – Foto: Giada Giannoccaro
Ciò che resta del fuoco, installation view, VOGA, Bari – Foto: Giada Giannoccaro

Dopo il progetto MINIMUM STANDARDS, al quale hanno partecipato tredici artisti locali e internazionali – Amphibia, Safa Attayoui, Louise DiB, Natalija Dimitrijević, Marianne Fahmy, Gilbert Hage, Ledia Kostandini, Ignazio Fabio Mazzola, Qeu Meparishvili, Olga Migliaressi-Phoca, Rehan Miskci, Sara Naim, Violeta Ospina Domínguez – l’associazione culturale VOGA, fondata a Bari nell’agosto 2021 da Bianca Buccioli, Nicola Guastamacchia e Flavia Tritto, presenta Ciò che resta del fuoco, personale di Marco Antelmi.

Per l’occasione, lo spazio di Via Curzio dei Mille si è trasformato, simbolicamente, nella camera da letto dell’artista, al fine di restituirne un ritratto a un tempo personale e universale. “La sovranità dei dati, l’ideologia del Cloud, l’ingerenza, sempre più evoluta, delle nuove tecnologie nella sfera intima e privata” fanno da contraltare al più intimo sentimento del ritorno a casa, consuetudine che interessa la stragrande maggioranza dei giovani. Virtuale e reale, pubblico e privato, si mescolano in un magma incandescente che, ponendo ad Antelmi la domanda “Cosa lascia questo fuoco che divampa ad ogni ritorno?”, presuppone la risposta che fu di Jacques Derrida: “Non vi è cenere senza fuoco”.

Feu la cendre (1984) dello scrittore e filosofo francese costituisce, infatti, il punto di partenza di questo viaggio alla scoperta della propria identità, intrapreso con la medesima vena criptica e disorientate del famoso scritto. È così che il codice HTML del Facebook Pixel di Antelmi ne costituisce, allora, un suo ritratto, o il certificato di un corso sul cloud computing, ricevuto via mail da Amazon Web Services (AWS), ne attesta, oltre che il suo superamento, anche lo svelamento di un mondo del tutto nuovo. Questo, infatti, il preludio alle riflessioni sull’ideologia del Cloud, riassunte dalle immagini del datacenter OVH di Strasburgo in fiamme – era il marzo 2021 – le quali si configurano come una “narrazione fantastica, la storia dell’istituzione di un tecnoculto che unisce i simboli, i segni e gli schemi” di un universo sterminato, e per molti aspetti enigmatico, paragonato a quello delle streghe del Medioevo. 

In un mondo globalizzato e interconnesso, nel quale una qualsiasi camera da letto può contenere (ed essere contenuta) da miliardi di luoghi sparsi in tutto il globo, è lecito pensare di essere “tutti immersi in un Cloud” – come scritto ancora nel comunicato stampa – e di percepire come labili i confini tra questo e la realtà che ci circonda, tra l’Io virtuale della nostra vita online, e l’Io reale della nostra quotidianità offline.

Marco Antelmi – Ciò che resta del fuoco
Dal 16 settembre 2021 al 30 ottobre 2021
VOGA, Bari, Via Curzio dei Mille 58
vogaproject.com

Marco Antelmi, Black Cloud Council, 2021. Video still
Ciò che resta del fuoco, installation view, VOGA, Bari – Foto: Giada Giannoccaro
Ciò che resta del fuoco, installation view, VOGA, Bari – Foto: Giada Giannoccaro