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Stefano Canto, sedimenti della metropoli contemporanea

Sotto l’influenza del Fiume. Sedimento, seconda mostra di Stefano Canto negli spazi di Matèria a Roma, nasce dalla necessità dell’artista di condividere con il pubblico la sua visione e il suo racconto della metropoli contemporanea della quale, egli afferma, siamo...

Installation view, Stefano Canto - Sotto l'influenza del Fiume. Sedimento. Courtesy of Matèria. Photo Roberto Apa
Installation view, Stefano Canto – Sotto l’influenza del Fiume. Sedimento. Courtesy of Matèria. Photo Roberto Apa

Sotto l’influenza del Fiume. Sedimento, seconda mostra di Stefano Canto negli spazi di Matèria a Roma, nasce dalla necessità dell’artista di condividere con il pubblico la sua visione e il suo racconto della metropoli contemporanea della quale, egli afferma, siamo in grado di cogliere solamente i tratti più visibili ed esteriori. Il fondo del fiume Tevere con il suo processo continuo di formazione e trasformazione dei sedimenti diventa il luogo privilegiato da cui osservare e raccontare la città di Roma della quale l’effimero e l’impermanente sono secondo l’artista i reali principi costruttori. Ecco allora che Canto allestisce all’interno della galleria un laboratorio nel quale la formazione e l’archiviazione dei sedimenti avviene in una temporalità incredibilmente compressa. La sala principale ospita due ampie vasche al cui interno l’artista deposita elementi vegetali, acqua e sedimenti raccolti sulle rive del Tevere.
Sorretta da un’impalcatura di tubi innocenti una betoniera sovrasta le vasche depositando lentamente al loro interno cemento a preso rapida che solidificando, in soli due giorni, va a formare di volta in volta sedimenti dalle forme imprevedibili. Questi reperti di una archeologia del futuro, fragili sculture in cemento che intrappolano al loro interno gli elementi organici presenti nella vasca, vengono poi trasportati all’ingresso della galleria che l’artista trasforma temporaneamente nel deposito di un museo archeologico.

Installation view, Stefano Canto - Sotto l'influenza del Fiume. Sedimento. Courtesy of Matèria. Photo Roberto Apa
Installation view, Stefano Canto – Sotto l’influenza del Fiume. Sedimento. Courtesy of Matèria. Photo Roberto Apa
Installation view, Stefano Canto - Sotto l'influenza del Fiume. Sedimento. Courtesy of Matèria. Photo Roberto Apa
Installation view, Stefano Canto – Sotto l’influenza del Fiume. Sedimento. Courtesy of Matèria. Photo Roberto Apa

Sempre utilizzando i tubi innocenti Canto costruisce infatti delle ampie scaffalatura sulle quali, secondo un processo di accumulo, dispone ad asciugare tutti i sedimenti-sculture prodotti con pazienza nel corso dei due mesi di apertura della mostra. In questo suo racconto della metropoli contemporanea quale città liquida e nascosta, Canto fa apertamente riferimento al pensiero e agli scritti di Zygmunt Baumann e di Marc Augé. Proprio grazie ad Augé l’artista fa propria l’idea di un flusso forsennato del presente nel quale non viene lasciato tempo né alla formazione del passato né tantomeno all’immaginazione del futuro, che diventa perciò qualcosa di sempre più lontano e irraggiungibile. Viviamo quindi in un eterno presente, un presente “sostituibile all’infinito”. Date queste premesse Canto interrogandosi sul proprio ruolo di artista giunge ad affermare che, nel contesto di una società intrappolata in un eterno presente, «le figure dell’archeologo (colui che riporta in vita l’oggetto artistico) e dell’artista (colui che lo crea) sembrano sovrapporsi». E proprio in questa sovrapposizione dei ruoli di artista e archeologo ha sede la spinta più profonda che anima il progetto espositivo. Nel suo tentativo di offrire un ritratto dei fragili meccanismi di costruzione della città contemporanea, Stefano Canto compie un’azione profondamente realista. Non c’è in lui nessuna volontà di analisi politico-sociologica, né il rimpianto per quel passato di cui ci racconta la difficile formazione. C’è piuttosto la volontà di indagare la questione del paesaggio urbano contemporaneo e delle possibili strategie da percorrere nel tentativo di offrirne una rappresentazione.
Ma a prescindere dalle sovrastrutture di senso che essa produce, la mostra trova forza anche nella sua capacità di interagire con il dispositivo della galleria, offrendo allo stesso tempo un’esperienza sensibile profondamente autentica. Lo spazio diventa un ambiente sinestetico in cui colori e forme, architettoniche e scultoree, si mescolano all’odore emanato dalle componenti organiche e al suono emesso a intervalli regolari dalla betoniera in azione. La mostra, non più semplice contenitore di oggetti diventa essa stessa archivio, studio dell’artista e rappresentazione metonimica della città. La galleria, abbandonando per un istante il suo ruolo di contenitore deputato alla contemplazione, torna con coraggio a farsi laboratorio, luogo in grado di accogliere e nutrire una pratica di ricerca artistica a prescindere dalle sue più immediate implicazioni di mercato.

Installation view, Stefano Canto - Sotto l'influenza del Fiume. Sedimento. Courtesy of Matèria. Photo Roberto Apa
Installation view, Stefano Canto – Sotto l’influenza del Fiume. Sedimento. Courtesy of Matèria. Photo Roberto Apa
Sd5, Stefano Canto - Sotto l'influenza del Fiume. Sedimento. Courtesy of Matèria
Sd5, Stefano Canto – Sotto l’influenza del Fiume. Sedimento. Courtesy of Matèria
Sd16, Stefano Canto - Sotto l'influenza del Fiume. Sedimento. Courtesy of Matèria. Photo Roberto Apa
Sd16, Stefano Canto – Sotto l’influenza del Fiume. Sedimento. Courtesy of Matèria. Photo Roberto Apa
Sd15, Stefano Canto - Sotto l'influenza del Fiume. Sedimento. Courtesy of Matèria
Sd15, Stefano Canto – Sotto l’influenza del Fiume. Sedimento. Courtesy of Matèria