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Ibridi antropomorfi di Sara Enrico | TILE Project Space

[nemus_slider id=”64243″] Sara Enrico per la sua personale milanese ripropone una serie di opere realizzate nel corso degli ultimi anni, pensando ad un allestimento coreografico e scenografico che trasforma Tile Project Space in una natura morta tridimensionale, fatta di volumi e...

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Sara Enrico per la sua personale milanese ripropone una serie di opere realizzate nel corso degli ultimi anni, pensando ad un allestimento coreografico e scenografico che trasforma Tile Project Space in una natura morta tridimensionale, fatta di volumi e linee: una composizione pittorica da attraversare dove qualcosa può ancora accadere.
Tutti i lavori presenti in mostra rimandano all’idea di fisicità, di epidermide e di movimento del corpo umano, un corpo che viene a costituirsi, via via, mediante un processo di stratificazioni e azioni.

Sara Enrico sposa tra loro elementi diversi e contrastanti, suggerendo una relazione reciproca tra loro. Sono opere che reificano e complicano dei gesti semplici, e che trovano la loro ragion d’essere nel contrasto che vi è tra la leggerezza e il peso, tra le linee che tagliano lo spazio e i volumi che lo riempiono. In modo ironico e giocoso l’artista vuole suggerire la dimensione della danza che in à terre, an l’airdiviene il tema che lega tutte le opere presenti nello spazio.
Queste sculture hanno un forte richiamo all’idea di performatività: sono degli ibridi con un carattere antropomorfo, dove il significato insito rimane latente. Infatti, se da un lato queste sculture standardizzano delle forme umane, dall’altra le celano, poiché il processo rimane nascosto nell’immediato, e si svela attraverso dei gradi progressivi di conoscenza.

RGB (skin), sono due sculture realizzate nel 2015, dove l’artista riflette sulla mediazione tra i supporti e le superfici, il corpo e la pelle Questi oggetti di gomma piuma dalla forma tubolare, rivestiti da un tessuto sintetico in lycra utilizzato per i capi sportivi, che aderiscono all’oggetto seguendone perfettamente i movimenti del volume, sono pensabili come dei prototipi di forme umane. Il pattern della superficie nasce dalla scansione di un frammento grezzo di tela, uno scarto con delle pieghe e delle imperfezioni e quindi inutilizzabile come supporto pittorico, ottenendo quello che Sara Enrico sostiene essere “una sovrascrittura del corpo della tela”.
Le sculture Cut out, realizzate dall’artista tra il 2015 e il 2017, sono create assemblando materiali tra loro assai diversi come il poliuretano pigmentato colato in forme realizzate assemblando scarti di materiali da imballaggio e delle ciglia e delle unghie finte. Attraverso queste fragili sculture l’artista sostiene di volere dare un corpo specifico e singolare al lavoro a partire dallo standard:  “ho scelto quei materiali più prossimi al corpo umano e all’oggetto, iniziando anche a usare queste ‘protesi estetiche’, fintamente organiche. Cut out mostrano insieme la fragilità della condizione soggettiva e della pervasività dello standard, in un gioco di rimandi e contrappunti di colori e forme.”

Punti fermi dell’allestimento sono le due sculture Cactus, realizzate dall’artista nel 2014. Si tratta di due rotoli di tela “rivestite” da colate di cemento nel vuoto centrale del rotolo stesso.
Tutti questi elementi riuniti tra loro creano una mostra da attraversare, che invita il fruitore ad entrare in questo paesaggio e scovarne i molteplici scorci, e a mettere in gioco il proprio corpo relazionandolo con i volumi lasciati nello spazio.

Sara Enrico, a terre, en l’air, installation view - courtesy Tile Project Space - Photo credits Floriana Giacinti
Sara Enrico, a terre, en l’air, installation view – courtesy Tile Project Space – Photo credits Floriana Giacinti
Sara Enrico, a terre, en l’air, installation view - courtesy Tile Project Space - Photo credits Floriana Giacinti
Sara Enrico, a terre, en l’air, installation view – courtesy Tile Project Space – Photo credits Floriana Giacinti
Sara Enrico, a terre, en l’air, installation view - courtesy Tile Project Space - Photo credits Floriana Giacinti
Sara Enrico, a terre, en l’air, installation view – courtesy Tile Project Space – Photo credits Floriana Giacinti