“Caro amico, vi invio una piccola opera di cui solo ingiustamente
si potrebbe dire che non abbia né capo né coda, perché, al contrario,
tutto in essa è capo e coda, alternativamente e reciprocamente.”
Per quanto non possa sembrare al primo impatto il lavoro di Marco Schiavone è davvero articolato. L’articolazione sperimentale delle sue immagini connatura l’utilizzo del mezzo fotografico di un aspetto magico. Il lavoro è infatti il processo e l’istituzione di una forma di visione attenta e specifica. Schiavone ruba dei luoghi, li ricostruisce, ma forse lo fa a immagine e somiglianza dell’immagine che andrà a produrre.
L’immagine non si identifica con il luogo, si identifica con il modello. La costruzione è sicuramente linguistica e formula un discorso che ci riconduce in particolar modo a leggere il segno.
La mostra Galleria LO.FT di Lecce, Uno spazio banale e inutile, che come tanti non avrebbe veramente nessuna ragione di esistere a cura del collettivo FAC ne è la dimostrazione al pari dello stesso lavoro presentato alla sua personale allo Spaziobuonasera.
Lo spazio banale e inutile del titolo non ha senso di esistere per la sua fisicità, esso infatti fisicamente non c’è più. L’immagine dello spazio inutile ha senso di esistere invece per concederci l’opportunità di ricollocarci in un luogo.
E non intendo lo spazio ricostruito di un’operazione site-specific che prende forma da un’esplorazione delle località leccesi ma lo spazio stesso dell’esposizione. Le colonne portanti e la forma del luogo dell’esposizione prendono una forma sottesa, leggera, che ci permettere di riconoscere la nostra presenza. Credo che stia in questo slittamento volatile la forza del lavoro. Il permesso di aprirsi a diversi punti di vista, interagire con un luogo che non manifesta per davvero la sua neutralità.
E la lunga distesa di fotografia ci lascia ruotare su noi stessi, anche un po’ impazienti. Siamo davvero quindi convinti che quel luogo abbia cessato di esistere?
A mio dire, la risposta è sempre no. L’immagine è residuale, lascia la traccia di uno scenario più ampio.
Marco Schiavone
Uno spazio banale e inutile, che come tanti non avrebbe veramente nessuna ragione di esistere
A cura del collettivo FAC
Galleria LO.FT di Lecce
Fino al 19 maggio 2019