L’oro e la luce di Luisa Lambri e Bijoy Jain / Studio Mumbai | Alma Zevi

Fotografia e scultura protagoniste della prima bipersonale di Luisa Lambri e Bijoy Jain / Studio Mumbai in occasione di Biennale Architettura 2021.
27 Giugno 2021
Luisa Lambri_Bijoy Jain/Studio Mumbai – ALMA ZEVI Venice- Installation view
Luisa Lambri_Bijoy Jain/Studio Mumbai – Installation view – Bijoy Jain Tazia I, 2021 Bamboo and silk thread, gilded with gold leaf Courtesy the Artist and ALMA ZEVI, Venice

Spazio e luce al centro della mostra allestita negli spazi veneziani della galleria Alma Zevi: la fotografa Luisa Lambri e l’architetto Bijoy Jain (Studio Mumbai) interpretano, attraverso lavori inediti – tre fotografie e due sculture in foglia d’oro -, la loro relazione con la storia e la tradizione architettonica. Fino al 31 luglio 2021, il dialogo tra i due artisti e le loro opere sarà presente e vivo: i lavori, pur essendo realizzati autonomamente e individualmente, riflettono un comune interesse nella resa dello spazio, in costante mutamente grazie all’azione della luce, della linea e nell’utilizzo dell’oro. 

Fotografare gli interni per me è una pratica esistenziale, non solo la precisa riproduzione di un’edificio”.  Le parole di Luisa Lambri risuonano come una dichiarazione di poetica: i suoi scatti presentano dettagli di un edificio in una composizione geometrica e sovraesposta, realizzati in analogico. La fotografia decontestualizza il dettaglio catturato: le immagini, scattate nel 2019 durante un sopralluogo nel Palazzo Querini Stampalia di Carlo Scarpa, non permettono di capire quale sia l’edificio o lo spazio rappresentato. Le composizioni, caratterizzate da linee ortogonali su cui si inseriscono inserti dorati, immergono l’osservatore in un’atmosfera intima e soggettiva: se, da un lato, l’immagine riflette l’interpretazione e la visione dello spazio di Lambri, dall’altro questa stessa visione cambia nel momento in cui l’osservatore posa lo sguardo sulla fotografia. Un processo creativo che traduce impressioni e sensazioni personali in riflessioni generali, legate al modo in cui lo spazio muta a partire dalla presenza umana – la percezione di un ambiente, infatti, risente delle esperienze e della sensibilità di ciascuno – e all’impatto che l’architetto ha nella progettazione di un edificio e, conseguentemente, del tessuto urbano.

Luisa Lambri Untitled (Fondazione Querini Stampalia, #02), 2019 Fine Art pigment print 60 x 52 cm (23 5/8 x 20 1/2 in) (framed) Ed. 3 + 1 AP Courtesy the Artist and Thomas Dane Gallery

Le fotografie di Luisa Lambri si realizzano, spesso, all’interno di edifici progettati da architetti di grande fama – da Le Corbusier a Carlo Scarpa – di sesso maschile: attraverso una visione dell’ambiente soggettiva, Lambri rivendica la presenza del femminile e il cambiamento di prospettiva che lo sguardo e la progettualità delle donne può portare all’architettura. 

La reazione agli spazi è un aspetto fondamentale anche nella pratica di Jain che, per la mostra, realizza delle sculture totemiche in bambù e foglia d’oro. Liberamente ispirata a delle sculture utilizzate nelle processioni religiose in India, la struttura – verticale, preziosa e leggera – è visibile da tutti i lati e la sua percezione cambia a seconda dei raggi di luce che la colpiscono nei diversi momenti della giornata. Il totem, contraddistinto da una tessitura e intreccio dei fili di bambù a motivo geometrico, è frutto di un lavoro collettivo, momento di scambio di saperi e relazioni: il totem viene intrecciato e costruito da maestranze indiane e, successivamente, rivestito in foglia d’oro da artigiani veneziani. L’Oriente indiano e l’Occidente veneziano – frutto di una storia secolare di commerci e relazioni interculturali – convivono e si incontrano, rendendo l’esperienza artistica e dello spazio un momento di superamento dei limiti linguistici, geografici e culturali. 

Bisogna essere attenti all’ambiente, ai materiali e ai suoi abitanti. L’uomo nella natura, la natura nell’uomo”. 

Luisa Lambri e Bijoy Jain / Studio Mumbai
ALMA ZEVI Venezia
Salizzada San Samuele, San Marco 3357, 30124 Venezia
Fino al 31 luglio 2021 

Oltre alla bipersonale, fino al 31 luglio 2021 è allestita, in Salizzada Malipiero (San Marco 3208), la personale di Sofia Stevi, The Somnambulist

Luisa Lambri_Bijoy Jain/Studio Mumbai – ALMA ZEVI Venice- Installation view
Luisa Lambri_Bijoy Jain/Studio Mumbai – ALMA ZEVI Venice- Installation view
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