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Inner Landscapes. Il viaggio come forma simbolica | Anna Marra Arte Contemporanea, Roma

Il viaggio, e nella fattispecie la valenza plurima che esso assume se indagato da una prospettiva esistenziale, antropologica, emotiva, politica e sociale, è oggetto di attenzione nella collettiva curata da Marina Dacci presso la galleria Anna Marra. Inner Landscapes è il titolo suggestivo sotto la cui egida sono messe insieme, per essere poste in dialogo, […]

Inner Landscapes – Installation view – Galleria Anna Marra, Roma

Il viaggio, e nella fattispecie la valenza plurima che esso assume se indagato da una prospettiva esistenziale, antropologica, emotiva, politica e sociale, è oggetto di attenzione nella collettiva curata da Marina Dacci presso la galleria Anna Marra.
Inner Landscapes è il titolo suggestivo sotto la cui egida sono messe insieme, per essere poste in dialogo, le opere di quattro artisti – Paula Cortazar, Benjamin Degen, Alexandra Karakashian, Michele Mathison – legati a pratiche linguistiche ed espressive eterogenee. Questi artisti riassumono, con i loro approcci diversificati, un dialogo che si snocciola, concretamente, attraverso un allestimento coerente e desaturato, con l’intento di lasciare un margine più ampio alla percezione e, con essa, al valore dell’attraversamento, nello spazio e nel tempo, di un campo in cui la tensione e le forze in atto si attivano costantemente in una reciprocità di rimandi in cui nessuno strappo è consentito. Tutto fluisce in un continuum armonico in cui un’importanza decisiva è conferita a una forma di erranza che consente di imprimere nella mente e nello sguardo le increspature dei colori anti-realistici di Degen, la texture dei materiali delle opere di Karakashian e Cortazar, la sfida alle leggi di gravità e la solidità degli assemblaggi scultorei di Mathison. È in questo modo che il viaggio diviene per gli artisti una forma simbolica aperta dotata di una valenza estetica ed etica attraverso cui trasferire le trame di un percorso fatto di passato, presente e futuro: un interscambio continuo, proficuo, ma non per questo meno drammatico. Racchiudendo in sé Storia e memoria, il tema del viaggio, per come lo affronta questa collettiva, sfida un momento storico in cui il tempo è consumato dalla ipersaturazione di una quotidianità piegata a riflettere la velocità di un universo tecnocratico instancabilmente devoto al futuro ma sempre meno consapevole del passato e del proprio presente.           

Inner Landscapes – Installation view – Galleria Anna Marra, Roma
Inner Landscapes – Installation view – Galleria Anna Marra, Roma

Le immagini restituite dalle opere di Cortazar, Degen, Karakashian, Mathison si sedimentano lentamente, per poi rivelare interconnessioni inaspettate insieme a una molteplicità di livelli di senso che accompagna tutto il percorso. Nei dipinti e nelle opere su carta di Degen il segno deciso ricrea uno spazio vertiginoso in cui una forza centrifuga definisce nuove geografie. Le sculture di Mathison, mediante l’impiego di granito, ferro e acciaio, incalzano lo spazio e lo plasmano attraverso irriconoscibili forme organiche. Le installazioni di Karakashian si fanno portavoce di luoghi molteplici, descritti da una tensione lirica straordinaria. Cortazar, infine, interpella gli elementi naturali, come l’acqua e il vento, per restituire il depositarsi lento e instancabile del tempo sulla materia e i segni ineluttabili del cambiamento.  È l’aspettativa nutrita dal corpo, e la possibilità che il corpo stesso matura nell’esperire lo spazio e il tempo, che guidano nella scelta di un legame che testimonia di un tempo e una memoria sia personali che collettivi. È da questa premessa che vengono dunque individuate tre matrici concettuali che costituiscono il sottotesto della mostra, tre atti che il curatore sviluppa in continuità con gli artisti chiamati a esporre: le categorie di viaggio e movimento, che costruiscono un regime di senso legato alla valenza fisica e intima, nonché identitaria, del corpo e del suo viaggio; il corpo nello spazio e nel paesaggio, attivatore di un universo percettivo in cui la sensazione diviene lo strumento di indagine del mondo; le radici, la perdita, la consapevolezza e la resistenza come strategie conoscitive e meccanismi di détournement per esplicitare una funzione etica e politica dell’arte. Come si legge nel testo curatoriale che apre il catalogo edito da Gangemi “il corpo che sa è il custode delle esperienze vissute e immesse nella nostra biologia che conducono verso ulteriori evoluzioni. Il corpo vivo è aperto al mondo, in una relazione senza sosta. Cosa si porta dietro la memoria del nostro corpo? Custodisce ed esprime il rapporto con la nostra terra e le sue relazioni, ma anche il messaggio vitale verso il nuovo e l’inaspettato, generati dal cambiamento”.

Alexandra Karakashian, Orphans of Recent Events, 2019, Orphans of recent events, oil on canvas and wood, variable dimensions – Courtesy Galleria Anna Marra, Roma
Michele Mathison, Vestige, 2018, steel, asphalt, 171x72x52 cm – Courtesy Galleria Anna Marra, Roma
Paula Cortazar, #21 (La Fuerza del Ri?o serie s), 2019, carved river stone, 24x40x33 cm – Courtesy Anna Marra, Roma