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Hyperinascimento di Luca Pozzi, tra l’analogico e il digitale

Siamo nell’epoca dell’accelerazione tecnologica e dell’umanismo digitale, dell’intelligenza artificiale, dell’industria 4.0 e dell’iperconnettività, ma di fatto viviamo in un’era ancora sospesa tra analogico e digitale nella quale la dimensione del digitale viene ancora considerata un surrogato della vita reale. Come...

Luca Pozzi, Hyperinascimento, 2021. Installation view della mostra ph. Credit Michele Alberto Sereni Courtesy Luca Pozzi
Luca Pozzi, Hyperinascimento, 2021. Installation view della mostra ph. Credit Michele Alberto Sereni Courtesy Luca Pozzi

Siamo nell’epoca dell’accelerazione tecnologica e dell’umanismo digitale, dell’intelligenza artificiale, dell’industria 4.0 e dell’iperconnettività, ma di fatto viviamo in un’era ancora sospesa tra analogico e digitale nella quale la dimensione del digitale viene ancora considerata un surrogato della vita reale. Come può l’Uomo rapportarsi alla realtà in questa dimensione sospesa?
È la domanda alla quale Luca Pozzi, in quanto artista e in quanto millenial nato e cresciuto in questa sospensione, tenta di rispondere con la sua pratica artistica dall’approccio multi e interdisciplinare. Abbracciando un linguaggio capace di assumere svariate forme, Pozzi sceglie di parlare a diversi pubblici inglobando nella propria ricerca artistica storia dell’arte, fisica quantistica, cultura pop, filosofia e spiritualità. Ed è proprio alla necessità di immaginare un nuovo modo di guardare la realtà circostante che è dedicata la mostra Hyperinascimento che ha inaugurato il 10 settembre alla Fondazione Modena Arti Visive

Se il digitale ci ha concesso alcune doti come l’obiquità e la multi interazione, capacità proprie delle particelle, approcciarsi alla contemporaneità facendo ricorso alla fisica quantistica ci aiuta a ripensare all’umanità e alla sua esistenza in quanto fenomeno parte di un tutto più ampio. Facendo riferimento alla teoria di Wheeler secondo la quale l’energia – intesa come motore di tutti i fenomeni – è informazione, Pozzi immagina la realtà come un insieme di informazioni, non in quanto comunicazione ma in quanto insieme computazionale, e l’uomo come informazione in movimento. La vita non sarebbe dunque altro che un enorme data set all’interno del quale tutto è relazionato. Hyperinascimento si configura così come un dispositivo di informazione all’interno del quale il pubblico è rivelatore dell’informazione stessa (osservatore) ed elemento interno in quanto fruisce tramite la propria esperienza. La realtà è così partecipazione, relazione e correlazione tra sistemi.  

Ad accogliere il pubblico è The Grandmother Platform, un tappeto serigrafato da collage digitale sul quale opere classiche coesistono con razzi e satelliti. Su di esso sette piattaforme espanse (sette buchi neri) si chiudono in ipersfere (sfere di neodymio scolpite a mano lucidate a specchio in grado di riflettere e accumulare le informazioni circostanti) collocate su una casa base da baseball, come simbolo di una salvezza sospesa per sempre in un buco nero. Immaginato come un ambiente da fruire senza guide, come da tradizione orientale dei giardini zen, l’opera è la traduzione visiva di un viaggio nella dimensione quantica in grado di attraversare tempi tra loro non connessi in modo lineare, un monito ad allargare il concetto di interiorità e vita. 

Luca Pozzi, Hyperinascimento, 2021. Installation view della mostra ph. Credit Michele Alberto Sereni Courtesy Luca Pozzi
Luca Pozzi, Hyperinascimento, 2021. Installation view della mostra ph. Credit Michele Alberto Sereni Nella foto: Luca Pozzi, Rosetta Mission 2020 (RM2020); Michelangelo Pistoletto, Terzo Paradiso; Rosetta Mission 2020 (RM2020) è stata realizzata dall’artista e prodotta da AN-ICON ERC An – Iconology History, Theory and Practices of Environmental Images dell’Università Statale di Milano in collaborazione con la Casa Degli Artisti.

Da un’esplorazione fisica il pubblico è invitato ad immergersi in un viaggio virtuale con Rosetta Mission 2000, opera realizzata con il contributo del fisico Carlo Rovelli, del matematico Alain Connes, di Michelangelo Pistoletto e del fisico Garrett Lisi. RSM2000 è immaginata da Pozzi come un meta-luogo sospeso nel tempo e nello spazio nel quale convogliare contenuti artistici, scientifici e filosofici per un pubblico ibrido, di questa era o di quelle future. Un HUB culturale fruibile e organizzabile gratuitamente dal tutto il mondo ispirato alla missione dell’Agenzia Europea Spaziale che tra il 2004 e il 2016 ha lanciato nello spazio una sonda per studiare l’origine delle comete e le relazioni tra la loro composizione e la materia interstellare, per meglio comprendere l’origine del sistema solare. RSM2000 ne rappresenta il corrispettivo artistico dando al visitatore la possibilità di uscire dalla propria comfort zone e di mettere in rete il proprio sapere rendendolo parte di un’identità collettiva. Il risultato è un ambiente collaborativo e iper-tecnologico che supera le barriere linguistiche e fisiche, ma anche una metaforica e digitale versione della Stele di Rosetta. I contributi dei ricercatori coinvolti suddividono la superficie di RSM200 in altrettante macro aree ciascuna utilizzata con un fine diverso. Oltre ai due interventi di Pozzi Swan Station e Arkanians, RSM2000 ospita la prima versione virtuale del Terzo Paradiso di Pisteletto, The Music of Prime di Connes che traduce i numeri primi in musica, Amplitude dedicata ai buchi neri di Rovelli e E8 di Garret Lisi orbita intorno e all’interno della cometa sotto forma di mandala. 

Ed è proprio, come si diceva all’inizio, l’unione di più discipline e di diversi immaginari a permettere a Luca Pozzi di porsi come mediatore. Manifesto di tale approccio può essere considerato Arkanian Shenron una scultura fusa in bronzo equipaggiata da un rilevatore di particelle e da un software collegato a Twitter che ogni sedici rivelazioni compone sedici parole tratte da un data set costruito a partire da testi filosofici. Esteticamente l’Arkanian Shenron si presenta al visitatore sotto forma di creatura ibrida dall’aspetto del drago di Dragonball con la testa di gravità quantistica, gli occhi di cosmologia multimessagera, gli artigli di cera alla Medardo Rosso, il cuore di fisica delle particelle, la coda di quantum computing e le ali della Madonna del parto di Piero della Francesca, in grado di comporre e condividere sul proprio profilo social un Haiku dal senso divinatorio. Mentre sul Web teorie complottiste suggeriscono, con linguaggio offensivo, che internet sia morto almeno cinque anni fa e che i contenuti umani siano in realtà generati da AI programmate da corporazioni governative diffusi da bot, @arkanianshenron twitta frasi composte a partire dai testi di Bertrand  Russell, il filosofo della logica delle relazioni. 

Luca Pozzi, Hyperinascimento, 2021. Installation view della mostra ph. Credit Michele Alberto Sereni Courtesy Luca Pozzi
Luca Pozzi, Hyperinascimento, 2021. Installation view della mostra ph. Credit Michele Alberto Sereni Courtesy Luca Pozzi

Al piano superiore accoglie il pubblico dall’alto di una sorta di tempio futuristico, il suo corrispettivo: un Leonardo contemporaneo dal volto di Dart Vader sul cui corpo ancora una volta convivono riferimenti concettuali e formali differenti. Fuso in alluminio l’Arkanian Leonardo ha il petto di Uomo vitruviano, la schiena diagramma frattale di Mandelbrot, le scarpe Golden Ratio, le mani Teoria E8 di Garrett Lisi, la bocca funzione d’onda della meccanica quantistica, il sotto tunica dell’equazione di Wheeler De Witt e gli occhi della cosmologia multi-messaggera (rivelatore di muoni dell’INFN). L’Arkanian Leonardo è progettato con un data set che trae informazioni da tre opere letterarie diverse dai quali ogni sedici rivelazioni di muoni (particelle subatomiche) selezione sedici parole per il proprio Haiku da twittare.
Ad accompagnare lo spettatore nel grande tempio dell’Arkanian Leonardo è Third Eye Prophecy Markers (Dark Collection – Sistine Chapel) un secondo viaggio virtuale, questa volta reso possibile dall’attivazione di marker analogici, costituiti da palline da ping-pong in trazione magnetica, tramite applicazione. Il risultato è una serie di sculture virtuali site specific geocalizzate all’interno della Cappella Sistina nell’aprile del 2020 sulle cui superfici sono riflesse le pareti dipinte che le circonderebbero fisicamente. Ideate come undici profezie poste tra le scene del Nuovo e del Vecchio Testamento e quelle del Giudizio Universale, l’opera si inserisce in uno spazio vuoto, in una mancanza di informazione.
Nell’epoca in cui si assiste ogni giorno alla trasformazione della società dell’elettromagnetismo a quella delle onde gravitazionali e dei neutrini – particelle in grado di attraversare praticamente indisturbati enormi spessori di materia – è necessario ripensare alle opere del passato e al sapere come veri e propri dispositivi, device tecnologici, capaci di esistere contemporaneamente qui e ora, ma anche nel passato e nel futuro. Insiemi di informazioni nei quali non è l’Uomo al centro di tutto bensì la natura, intesa come insieme dei fenomeni, come un enorme organismo vivente hyperconnesso in tutte le sue parti, compresa quella umana.

LUCA POZZI. HYPERINASCIMENTO
10 settembre 2021 – 31 gennaio 2022
FMAV – Palazzo Santa Margherita
A cura di Lorenzo Respi, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna

Luca Pozzi, Hyperinascimento, 2021. Installation view della mostra ph. Credit Michele Alberto Sereni Courtesy Luca Pozzi