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Future Interviews’Archive | Antonio Tucci Russo

Nonostante l’effettivo rallentamento dell’intera filiera del contemporaneo, qualcosa finalmente riprende a giare. Il mondo dell’arte continua a riorganizzarsi e dopo MiArt Digital, che ha visto al suo attivo la partecipazione di numerose gallerie italiane e straniere,cresce sempre di più l’attesa...

Vista d’insieme dell’esposizione: GIOVANNI ANSELMO MENTRE L’AGO MAGNETICO SI ORIENTA E OLTREMARE VERSO MEZZANOTTE E VERSO MEZZOGIORNO APPARE 13 maggio 2012 Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea, Torre Pellice Foto: © Paolo Mussat Sartor

Nonostante l’effettivo rallentamento dell’intera filiera del contemporaneo, qualcosa finalmente riprende a giare. Il mondo dell’arte continua a riorganizzarsi e dopo MiArt Digital, che ha visto al suo attivo la partecipazione di numerose gallerie italiane e straniere,cresce sempre di più l’attesa per la nuova edizione di Artissima, che ritorna in presenza dal 5 all’8 novembre all’Oval Lingotto, con il lancio dal 3 novembre al 9 dicembre 2020 della piattaforma digitale e cross-mediale intitolata XYZ.
Intanto inaugurano anche le piccole gallerie, e gli spazi indipendenti riprendono la loro programmazione tra anticipazioni e opening, mentre per gli artisti emergenti, che resistono come possono, è in corso un temporaneo decentramento dal sistema dell’arte per ritornare a riprogettare e investire nelle città d’origine.
Oggi più di ieri gli operatori del settore continuano a essere sempre non tutelati, ma con la differenza che prima del blocco determinati argomenti erano quasi considerati tabù, mentre ora nonostante il coming out di alcune voci coscienziose, il sistema continua a essere sordo e cieco nei confronti di un precariato che continua lavorare con professionalità e spirito di abnegazione.

Per Future Interviews’Archive oggi torniamo nuovamente a Torino per incontrare un altro storico protagonista dell’arte contemporanea come Antonio Tucci Russo che, nel 1975 inaugura l’omonima galleria con una mostra personale di Pier Paolo Calzolari. Dagli artisti dell’Arte Povera a Remo Salvadori, Alfredo Pirri, Marco Bagnoli e Sandro Chia, passando per Maria Nordman, Thomas Schuette, Richard Long, Tony Cragg, Daniel Buren e Jan Vercruysse la galleria Tucci Russo, gestista insieme a Elisabetta Di Grazia, arricchisce la collezione ampliando la propria indagine con le ricerche personali di Mario Airò, Christiane Löhr, Paolo Piscitelli, Robin Rhode e Conrad Shawcross.

Dalla città alla provincia attualmente la galleria Tucci Russo si divide tra la sede di Torino, dove è in corso fino al 19 dicembre la mostra di Mario Airò, e l’ex manifattura tessile nel piccolo borgo di Torre Pellice, che ospita fino al prossimo 31 gennaio 2021 Underlining- Group show of one-man shows con le opere di Giovanni Anselmo, Giulio Paolini, Giuseppe Penone e Gilberto Zorio.

Giuseppe Amedeo Arnesano: Quando e come ha deciso che quello del gallerista sarebbe stato il suo mestiere?

Antonio Tucci Russo: Io non ho deciso di fare il gallerista ma è il mestiere della vita che mi ha portato a essere sensibile verso la cultura e la bellezza. Ho avuto la fortuna di incontrare negli anni giovanili figure e personaggi che avevano sensibilità affini a quelle che erano le mie proiezioni e la mia strada si è delineata presto. L’incontro con artisti, poeti e intellettuali nella Torino degli anni Sessanta e Settanta ha tracciato il percorso della mia vita. Per ispirarmi liberamente al titolo di una delle opere dell’artista di cui farò nel 1975 la prima mostra, Pier Paolo Calzolari: mia arte ostinato mestiere.

GAA: Nel 1975 ha inaugurato a Torino la sua galleria con la personale di Calzolari. Rispetto alle dinamiche attuali, in quegli anni era complicato organizzare le mostre e che ricordo ha di quella prima esperienza con Calzolari?

ATR: Io ho avuto l’opportunità di conoscere Calzolari nei tempi in cui ho collaborato con la Galleria Sperone come direttore. La sensibilità poetica, l’uso dello spazio, l’affinità e sensibilità dei materiali scelti nel realizzare le sue opere avevano segnato in me una traccia indelebile. Calzolari ha segnato la via interiore di quello che poi è stato il mio procedere nella scelta degli artisti negli anni seguenti. Quegli anni hanno avuto un grande vantaggio nel realizzare le mostre perché la collaborazione tra artista e gallerista si svolgeva in un piano di armonia e di creatività comune. La creatività era una sorgente limpida che eliminava anche gli ostacoli di carattere economico che in effetti esistevano.
Il ricordo che ho di quella prima mostra è stato quello di iniziare a rimettere insieme un’informazione sul lavoro dell’arte italiana e con l’artista decidemmo di ripercorrere la sua storia selezionando una serie di opere che partivano dal 1965 e arrivavano agli anni 70. Fu anche l’occasione per esprimere e mettere in evidenza anche l’aspetto performativo dell’opera di Calzolari realizzando il progetto del boxer albino coi tre blocchi di ghiaccio rosa che gli si scioglievano a fianco.

Vista d’insieme dell’esposizione: TONY CRAGG SCULLS ETC. 19 marzo 2017 Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea, Torre Pellice Foto: Archivio Fotografico Tucci Russo

GAA: Nonostante il complesso periodo storico degli anni ‘70, che aria si respirava nell’ambiente artistico e che consapevolezza c’era?

ATR: Gli anni 70 sono stati un momento che ha dato l’opportunità a tutti i linguaggi creativi, comprese naturalmente le arti figurative, di una presa di coscienza di quel rivolgimento sociale che ha poi determinato dei capovolgimenti non solo nell’ambito politico. La libertà di linguaggio ha permesso di rivoluzionare la tradizione evidenziando una nuova visione e una nuova poetica che metterà le basi per il futuro dell’arte contemporanea e non solo, e quando dico “non solo” intendo teatro, musica, cinema, danza ecc.

GAA: Come è stato avere per tanti anni come vicino di casa Mario Merz?

ATR: Con l’abbandono del primo spazio di via Calandra, dove dopo la mostra di Calzolari ho fatto quelle di Bagnoli e Salvadori anticipando una poetica che si è più fortemente configurata negli anni Ottanta, ebbi l’occasione di trovare un bellissimo spazio nel primo mulino industriale della città di Torino, il Mulino Feyles. Era in un quartiere ancora ricco di artigiani e lo spazio ricordava molto i grandi loft che gli artisti americani avevano utilizzato nella Bowery a New York. Al Mulino c’erano ampi spazi disponibili non solo per la mia galleria e, sapendo che Mario e Marisa Merz cercavano uno studio, gliene parlai. Fu così che Mario e Marisa presero il loro atelier, dopo la mitica casa di via Santa Giulia a Torino, a fianco della mia galleria iniziando una convivenza porta a porta di circa 14 anni. E’ stato straordinario poter dialogare con entrambi questi artisti sullo sviluppo della loro arte e delle loro idee. E’ stato un convivere spesso di guerriglia e di amore.

GAA: Dopo il post- pandemia ci saranno delle conseguenze per il sistema dell’arte?

ATR: Sicuramente questo episodio in cui il mondo è venuto a trovarsi in questo 2020 modificherà non poco il sistema dell’arte e questa interruzione farà sì che quella velocità con cui l’arte contemporanea ha vissuto negli ultimi anni inizi a usufruire di un momento di riflessione e di lentezza purgandosi di tutto ciò che ha creato una pulsione spesso di falsa emotività nei confronti del nostro sistema creando grande consumo e poca qualità.
Credo che oggi, data la situazione nella quale ci siamo venuti a trovare, si possa rivedere e sottolineare ciò che l’arte ha dato di realmente eccezionale nel corso di questi anni, permettendo così alle gallerie di rielaborare un percorso frenetico e di poca attenzione culturale. Io mi auguro che, nonostante le sofferenze economiche che i mesi futuri ci metteranno davanti, i luoghi deputati a dare l’informazione e cioè gallerie e istituzioni, rimettano in piedi l’immagine dell’arte che non ha quella sorta di compromesso politico e mercantile che l’ha caratterizzata fino a questo momento. Credo che potremmo riguardare tutto il percorso che l’arte ha fatto dagli anni 60 a oggi con un occhio più purificatore e che si possano creare nuove sinergie. Spero che i collezionisti e i musei ricomincino ad acquistare l’arte per ciò che realmente l’arte ha fatto. In ogni caso per quel che ci riguarda continueremo a seguire la nostra storia dando spazio e tempo alle mostre che realizzeremo di modo che sia i fruitori che noi stessi si possa godere della bellezza creativa che l’arte ci offre.

Vista d’insieme dell’esposizione: ALFREDO PIRRI MOTORE 06 ottobre 2019 Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea, Torre Pellice Foto: Archivio Fotografico Tucci Russo

GAA: Attualmente quali sono gli artisti in mostra a Torre Pellice e a Torino e con quali modalità di fruizione ha deciso di riaprire al pubblico?

ATR: Nella sede di Torre Pellice abbiamo in mostra 4 artisti italiani Anselmo, Paolini, Penone e Zorio; in effetti questa mostra ha il titolo UNDERLINING- Group show of one-man shows. E’ una collettiva che consta di 4 mostre personali. Sono stati gli artisti stessi a scegliere le opere e a creare nella sala a loro dedicata un percorso della loro storia. Nella sede di Torino è stata finalmente allestita, il lockdown ci aveva bloccato, la mostra di un altro artista italiano della generazione degli anni Novanta, Mario Airò, il cui titolo è IN LETIZIA. Le modalità di apertura saranno nell’osservanza delle regole del momento.

GAA: Anche prima della pandemia il sistema dell’arte italiana era già in crisi. Come mai si è arrivati a questo stato di malessere e quali potrebbero essere i rimedi per risollevare le sorti dell’arte contemporanea?

ATR: Gli alti e bassi fanno parte del percorso della storia. Troppa informazione diventa non informazione.

GAA: Chi sono gli artisti italiani emergenti da tenere sotto osservazione?

ATR: Non parliamo sempre di artisti emergenti. Io oggi credo che è emergente riconsiderare quello che l’arte ha fatto in tutti questi anni mettendo in evidenza ciò che spesso non è stato considerato.

GAA: Il mondo dell’arte prova a riorganizzarsi attraverso le fiere. Qual è la sua posizione a riguardo?

ATR: Noi crediamo che le fiere dovrebbero essere sospese nel 2020 così come ha saggiamente appena annunciato Art Basel. Le gallerie hanno bisogno di tempo per riorganizzare il proprio lavoro e non in ultimo tutti noi abbiamo bisogno che la vita continui a pulsare senza rischi e pericoli.

THOMAS SCHÜTTE FRATELLI 2012 | 2018, Alluminio laccato Esposizione: Thomas Schütte, 04 ottobre 2018 Tucci Russo Chambres d’Art, Torino Foto: Archivio Fotografico Tucci Russo
Ritratto di Lisa e Tucci Russo Foto: © Nanda Lanfranco, 2002