ArtVerona 2017 | Festival Veronetta — Pt. 2

Alcune domande a Christian Caliandro curatore della mostra "La seconda notte di quiete"
21 Settembre 2017

Gli eventi OFF del programma della fiera d’arte contemporanea ArtVerona | Art Project Fair (13 -16 ottobre 2017) non sono incentrati soltanto sulla musica elettronica, con il Path Festival, ma anche e soprattutto su una serie di progetti espositivi di arte visiva, inseriti tutti all’interno del variegato e ricco programma di Festival Veronetta.

Con le mostre First Step 8 e La seconda notte di quiete, segnaliamo quindi Looking for the body, mostra di Stefano Scheda, a cura di Leonardo Regano, presso la galleria Isolo17 Contemporary Art, in via XX Settembre 31/b, (23 settembre – 29 ottobre 2017) e il progetto via XX Settembre 13, (13 – 16 ottobre 2017) dove il collezionista Mauro De Iorio propone gli interventi di tre artisti: Benni Bosetto, Gabriele De Santis ed Helena Hladilová, invitata dall’art project Treti Galaxie. “Uno spazio inusuale, diventato espositivo per l’occasione, e articolato tra un ufficio, un cortile esterno e un ex ristorante di cui è ancora affissa l’insegna, ospiterà tre progetti autonomi, proponendo una piccola riflessione su tre differenti ricerche artistiche contemporanee.”

Looking for the body è un progetto a cura dello storico dell’arte e curatore Leonardo Regano incentrato sul percorso dell’artista faentino Stefano Scheda, classe 1957. Le opere di Scheda, siano esse fotografiche o video, nascono sempre da una messa in scena o da una performance, ideata per chi si trova nel luogo dell’evento o solo esclusivamente per l’artista. In mostra saranno presenti alcuni passaggi significativi di questo percorso dentro e fuori il corpo, in contatto e dialogo con l’architettura: “il corpo non riconoscibile; il corpo svelato; il corpo riflesso presente/assente; il corpo contaminato/ibridato; il corpo impossibile; il corpo traslato nell’animale.”

ATPdiary ha rivolto alcune domande al curatori della mostre del palinsesto Festival Veronetta Christian Caliandro per La seconda notte di quiete.

Ma perché essere qui è molto, e perché sembra che tutte le cose qui abbian bisogno di noi. Un progetto di John Cascone per ATRII

Ma perché essere qui è molto, e perché sembra che tutte le cose qui abbian bisogno di noi. Un progetto di John Cascone per ATRII

LA SECONDA NOTTE DI QUIETE, a cura di Christian Caliandro, Quartiere Veronetta
13 > 16 ottobre 2017

Festival Veronetta vuole portare la fiera in città con un approccio espositivo diffuso, a valorizzare i luoghi universitari e commerciali di un quartiere che sta vivendo negli ultimi anni una rinascita culturale e che storicamente è uno dei più multietnici. Come nasce in questo panorama il progetto della mostra La seconda notte di quiete e a cosa allude questo titolo?

Christian Caliandro: La prima edizione del progetto, organizzato insieme alla piattaforma MyHomeGallery, si è tenuta l’anno scorso nell’ambito della sezione i7 spazi indipendenti a cura di Cristiano Seganfreddo. Quest’anno La seconda notte di quiete è un evento off di ArtVerona – che mi ha chiesto di realizzarlo – e si inserisce nella cornice di una sorta di festival diffuso nell’intero quartiere di Veronetta, con il coinvolgimento della Provianda di Santa Marta, sede del Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Verona, la collaborazione con il Path Festival a cura dell’associazione Morse e l’inclusione di nuove sedi in via XX Settembre. In questo quartiere caratterizzato da una vita pulsante, in questo luogo che è somma di luoghi identitari e che costituisce una dimensione urbana differente e alternativa rispetto al centro storico-monumentale per tre sere dal 13 al 15 ottobre si assisterà alla costruzione di una “mostra-non mostra”, di un sistema espositivo non tradizionale in cui le opere possano vivere e crescere all’interno di un ecosistema “precario”, effimero, transitorio. Il titolo del progetto allude ovviamente al film di Valerio Zurlini del 1972, interpretato da Alain Delon, e alla sua atmosfera indefinita e indefinibile, molto lontana dalla spettacolarità, dalla semplicità narrativa e dall’esibizionismo consolatorio a cui oggi siamo abituati.

Chi sono gli artisti che hai scelto e dove troveremo esposte le loro opere? C’è qualche lavoro inedito che vuoi in particolare segnalare?

Christian Caliandro: Gli artisti scelti – i quali già lavorano autonomamente nella direzione di opere che per costituzione non sono propriamente tali, e che provano a sfuggire al proprio statuto (tradizionale?) – integreranno il più possibile i loro interventi nei luoghi dedicati, rigorosamente extra-artistici (bar, ristoranti, esercizi commerciali: spazi cioè che pertengono alla vita quotidiana) e nella loro atmosfera.
Gli autori coinvolti in questa edizione sono: Giuseppe Abate, Paola Angelini, il collettivo ATRII con un progetto di John Cascone, Fabrizio Bellomo, Paolo Brambilla, Laura Cionci, Corinna Ferrarese, Nero, Marta Roberti, Roxy in the Box, Lucia Veronesi e Jonathan Vivacqua. Inoltre Chiara Fumai, tragicamente scomparsa in agosto, avrebbe dovuto tenere un dj set all’interno dello spazio di Sthandier Design che ospiterà un omaggio all’artista e un intervento di Jonathan Vivacqua. Le sedi (e ringrazio moltissimo i proprietari e i responsabili per la loro disponibilità e il loro entusiasmo), oltre alla già citata Santa Marta, sono tutte in via XX Settembre, l’asse che taglia il quartiere fino a Porta Vescovo: Atrio di via XX Settembre 62, Business Ventures, Caffè Pedrotti, Casa Hamid Hair Design, Deposito A, Confetteria Filarmonica, Lo Speziale, Mercatino del libro usato, Officina Pixel, Osteria da Morandin, Polo universitario Santa Marta, Upul Sri Lankan Restaurant. La galleria Isolo17 sarà inoltre per l’occasione il nostro punto informativo e di ‘sosta’.

Qual è il filo conduttore della mostra e come valuti, per ora, la tua esperienza di curatore per ArtVerona?

Christian Caliandro: Gli spettatori si troveranno non a contemplare una situazione espositiva, protetta e prevedibile, ma piuttosto a immergersi in una condizione, mobile e mutevole, aperta. A fare cioè esperienza di un’alterazione sensibile dei contesti e del loro tessuto umano: questo è il filo conduttore de La seconda notte di quiete, una disponibilità piena all’imprevisto, al non ordinato, e a fuoriuscire dal controllo a cui nel tempo ci siamo tanto affezionati.
La mia esperienza di curatore per ArtVerona è estremamente positiva, soprattutto perché nell’organizzazione di questo progetto – che prevede il coinvolgimento attivo di un quartiere e di una comunità – sono affiancato da una squadra straordinaria come quella che lavora alla fiera. Oltre alla nuova direttrice artistica Adriana Polveroni, voglio ringraziare per l’impegno e il costante sostegno Sara Benedetti, Valeria Merighi e Monica Scappini.

artisti
giuseppe abate / paola angelini / atrii – john cascone / fabrizio bellomo / paolo brambilla / laura cionci / corinna ferrarese / nero / marta roberti / roxy in the box / lucia veronesi / jonathan vivacqua

luoghi

atrio di via XX settembre 62 / business ventures / caffè pedrotti / casa hamid hair design deposito / confetteria filarmonica / ferramenta loris impianti / isolo17 gallery / lo speziale / mercatino del libro usato / officina pixel / osteria da morandin / santa marta / sthandier design / upul sri lankan restaurant

Paolo Brambilla, Parody of an Immortal, 2017, stampa digitale su neoprene, corda, ferro, alluminio, ottone, rotelle,135x40x30 cm, dalla serie SUPERHYPHENATION, courtesy l’artista e galleriamassimodeluca, Venezia

Paolo Brambilla, Parody of an Immortal, 2017, stampa digitale su neoprene, corda, ferro, alluminio, ottone, rotelle,135x40x30 cm, dalla serie SUPERHYPHENATION, courtesy l’artista e galleriamassimodeluca, Venezia

Lucia Veronesi, Seduti nell'oscurità è tutto più chiaro, 2017, videoanimazione, courtesy l’artista

Lucia Veronesi, Seduti nell’oscurità è tutto più chiaro, 2017, videoanimazione, courtesy l’artista

Fabrizio Bellomo, Abbi cura della macchina su cui lavori è il tuo pane, 2012, installazione pubblica, dimensioni ambientali, Sesto San Giovanni, courtesy l’artista

Fabrizio Bellomo, Abbi cura della macchina su cui lavori è il tuo pane, 2012, installazione pubblica, dimensioni ambientali, Sesto San Giovanni, courtesy l’artista

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