Alcune domande a Marco Altavilla e Paola Guadagnino della T293, galleria che fa parte del comitato selezionatore della sezione Established del miart. Gli altri galleristi selezionatori: Laura Bartlett, galleria Laura Bartlett, Londra; Michele Casamonti, galleria Tornabuoni Art, Parigi; Francesca Kaufmann, galleria kaufmann repetto, Milano; Giò Marconi, galleria Giò Marconi, Milano; Francesca Minini, galleria Francesca Minini, Milano; Massimo Minini, galleria Massimo Minini, Brescia; Micky Schubert, galleria Micky Schubert, Berlino
ATP: La T293 fa parte del comitato di selezione dell’edizione del miart 2013. Cosa pensate della nuova direzione della fiera di quest’anno?
La nuova direzione ha portato un’energia nuova che, a nostro avviso, mancava da un po’ tra le fiere italiane. Con il suo approccio sensibile e attento alle esigenze dei galleristi, Vincenzo De Bellis sta costruendo una fiera ‘ritagliata’ sulla loro misura, ben strutturata e di qualità. Anche il lavoro di squadra di curatori, galleristi e collezionisti del comitato ha contribuito a realizzare un primo e grande step di rinnovamento della fiera. Direi che non possiamo che essere soddisfatti.
ATP: In molte occasioni, il nuovo direttore Vincenzo De Bellis, ha sottolineato la necessità di rilanciare la fiera milanese in quanto potenzialmente potrebbe diventare la più solida nel contesto italiano. Condividete con lui questo pensiero? Perchè?
Nel panorama molto variegato delle città che ospitano fiere in Italia quello di Milano è forse il modello con una più spiccata vocazione all’attualità. Il suo punto di forza è infatti il suo essere la più contemporanea tra le città italiane. Indicarla come la migliore sede per una fiera significa avere un approccio pragmatico e razionale.
ATP: miart punta soprattutto sul contesto internazionale, sia per il numero di gallerie straniere che per il vasto programma di talks con personalità provenienti da tutto il mondo. Pensate che sia la carta vincete?
Il network tra realtà italiane e straniere è una risorsa indispensabile ed una spinta fondamentale per il mercato dell’arte. Nei prossimi anni si dovrà probabilmente puntare a coinvolgere un numero ancora maggiore di gallerie che abbiano una visione internazionale.
ATP: Condividete la scelta di potenziare la sezione sul ‘design d’arte’?
Includere il “design d’arte” in una fiera d’arte contemporanea è perfettamente in sintonia con la sensibilità attuale e costituisce una fonte di arricchimento per una fiera che punta alla qualità.
ATP: I tempi non sono dei più prosperi. Come pensate andranno le vendite?
La nuova veste di Miart ha sicuramente generato una grande curiosità da parte dei collezionisti. Adesso tocca a noi galleristi non tradire queste aspettative…