Sol LeWitt. Between the Lines | #FondazioneCarrieroTakeAPicture

La Fondazione Carriero presenta un progetto digitale partecipativo pensato per celebrare Sol LeWitt a dieci anni dalla sua scomparsa.
2 Marzo 2018

Ha avuto una lunga gestazione – circa due anni – ed è il frutto di un fitto dialogo tra il curatore Francesco Stocchi e Rem Koolhaas. Aperta da alcuni mesi, è in corso fino al 24 giugno alla Fondazione Carriero, la mostra Sol LeWitt. Between the Lines, ora presenta #FondazioneCarrieroTakeAPicture: progetto digitale di condivisione su Instagram rivolto ai visitatori della mostra, che sono invitati a raccontare attraverso una fotografia il loro personale punto di vista sulle opere del padre dell’arte concettuale. #FondazioneCarrieroTakeAPicture è un progetto digitale partecipativo pensato per celebrare Sol LeWitt a dieci anni dalla sua scomparsa attraverso lo sguardo di chi entra in contatto con la sua opera in relazione ai suggestivi spazi di Casa Parravicini.

Raccontava Rem Koolhaas in occasione della conferenza stampa: “Questa mostra ha preso vita grazie alla collaborazione tra me e Francesco Stocchi. Non è solo il frutto di un dialogo tra due personalità – quella olandese e quella italiana -, ma anche un confronto tra diverse generazioni e diversi mestieri. E’ molto bello che questa collaborazione abbia funzionato. Abbiamo ottenuto questo risultato anche grazie al fatto che nessuno di noi due è prigioniero di quello che fa. Nella mia vita ho combattuto sempre contro l’essere prigioniero dell’architettura e immagino che Francesco si sia battuto contro ciò che comporta assumere il ruolo di curatore. Quello che abbiamo cercato di mostrarvi con questa mostra è la ricchezza di questo spazio, in parte particolarmente decorato, in parte diviso in spazi molto piccoli e bizzarri. Abbiamo lavorato con Sol LeWitt, mettendo in luce tramite il suo lavoro, le particolarità dello spazio; viceversa, illuminando, tramite delle particolarità dello spazio, alcune caratteristiche e potenziali particolari della ricerca di LeWitt. Si potrebbe supporre che ad un architetto il lavoro di Sol LeWitt, interessi soprattutto l’aspetto architettonico. In realtà non è così. Ho vissuto negli anni ’70 a New York, sono dunque stato esposto a diversissimi aspetti del suo lavoro e delle sue ricerca; sono sempre stato scettico rispetto alla sua presentazione come alfiere del razionalismo e minimalismo. Invece trovo che il lato più bello del suo lavoro sia la forza emozionale e immaginativa delle sue opere. Quello che mi piace particolarmente è che, in tutta la sua vita, si sia posto sempre molto sfide, risulta dunque che la sua carriera è una specie di archivio delle sue sfide. Questo è per me un esempio di come si possa lavorare, durante tutta una carriera, ad altissimo livello.”

Sol LeWitt, Autobiography, 1980 | Black and white photographs mounted on paper, 62 sheets, 30,5 x 55,9 cm each - Glenstone Museum Collection, Potamac, MD - Courtesy Estate of Sol LeWitt — Installation view Sol LeWitt, Between the Lines, 2017, Fondazione Carriero - Photo: Agostino Osio

Sol LeWitt, Autobiography, 1980 | Black and white photographs mounted on paper, 62 sheets, 30,5 x 55,9 cm each – Glenstone Museum Collection, Potamac, MD – Courtesy Estate of Sol LeWitt — Installation view Sol LeWitt, Between the Lines, 2017, Fondazione Carriero – Photo: Agostino Osio

Ha continuatoFrancesco Stocchi: “Per capirla a fondo, bisogna contestualizzare gli intenti di questa mostra. LeWitt è stato un artista chiave del XX secolo; la sua ricerca ha notevolmente contribuito alla rottura dei canoni classici di bellezza. Con la sua ricerca si è inserito in modo dirompente nel mettere al centro l’idea e l’oggetto, all’interno di un vocabolario di ‘idea seriale’; l’aspetto visivo o estetico, diventa meno importante dell’idea. Non è più una questione di bello o non bello, ma il sistema di giudizio diventa evanescente. L’aspetto visivo, dunque, diventa la prova di questo sistema. (…) La mostra cerca di non cadere nella facile strumentalizzazione di considerare la ricerca di LeWitt degli anni ’60 -, un periodo sicuramente di forti cambiamenti sociali – in un contesto di ‘arte idealizzata’ o ‘ideologica’. Il nostro intento è stato quello di sottolineare l’aspetto emozionale, reale e umano, dell’opera dell’artista.
Se dovessi riassumere con dei termini, come l’opera di LeWitt viene sintetizzata, penso a: precisione, simmetria, bianco, sospensione, silenzio… assieme a Rem, abbiamo cercato di sostituire al silenzio una musica; abbiamo sviluppato una mostra con una colonna sonora, evitando il contesto del ‘cubo bianco’ immaginando, invece, le opere come se fossero dentro ad una città, come se la griglia fosse una veduta aerea di una città all’interno della quale pensare l’opera di LeWitt.”

Più volte Koolhaas e Stocchi hanno ribadito, nella costruzione della mostra, l’importanza e l’influenza che gli stessi spazi della Fondazione Carriero – un ambiente che abbraccia due palazzi, uno del ‘700 e uno della fine ‘400, con delle sale disuguali e molto articolate – hanno contribuito alla stessa gestazione della mostra. Hanno lavorato, sala dopo sala, negli interstizi della regolarità e serialità intrinseca nell’opera dell’artista, presentato in questa occasione con dei lavori che vanno dal 1970 al 2007, quasi quarant’anni di ricerca: 7 Wall Drawings, 15 sculture come Complex Form e Inverted Spiraling Tower, fino alla serie fotografica Autobiography . Ripercorrendo, con coerenza e precisione, il nutrito corpus di opere dell’artista e ‘ascoltando’ le peculiarità del luogo che ospita la Fondazione il progetto espositivo esplora la relazione del lavoro di LeWitt con l’architettura.

Rifacendosi proprio a questo aspetto fondamentale della mostra la Fondazione Carriero ha pensato di coinvolgere tutti i visitatori chiedendo di raccontare e condividere su Instagram la loro esperienza di fronte alle opere di LeWitt e agli spazi di Casa Parravicini.
Una giuria composta dai membri della Fondazione avrà poi il compito di selezionare la fotografia più rappresentativa tra quelle taggate con l’hashtag #FondazioneCarrieroTakeAPicture: l’autore verrà premiato con un viaggio in Massachusetts per visitare il MASS MoCA, il museo che ospita la più grande retrospettiva di Wall Drawings di Sol LeWitt, in mostra fino al 2033. La stessa giuria selezionerà inoltre altri 10 scatti che verranno stampati in formato cartolina e distribuiti come omaggio ai visitatori della mostra “Sol LeWitt. Between the Lines” fino al 24 giugno 2018.

Sol LeWitt, Wall Drawing #51: All architectural points connected by straight lines, 1970, Blue snap lines | First drawn by: Pietro Giacchi, Andrea Giamasso, Giulio Mosca | First installation: Galleria Sperone, Torino, June 1970 - LeWitt Collection, Chester, CT - Courtesy Estate of Sol LeWitt - Installation view Sol LeWitt, Between the Lines, 2017, Fondazione Carriero  Photo: Agostino Osio

Sol LeWitt, Wall Drawing #51: All architectural points connected by straight lines, 1970, Blue snap lines | First drawn by: Pietro Giacchi, Andrea Giamasso, Giulio Mosca | First installation: Galleria Sperone, Torino, June 1970 – LeWitt Collection, Chester, CT – Courtesy Estate of Sol LeWitt – Installation view Sol LeWitt, Between the Lines, 2017, Fondazione Carriero Photo: Agostino Osio

Sol LeWitt - Wall Drawing #150: Ten thousand one-inch (2.5cm) lines evenly spaced on each of six walls, 1972, Black pencil, First drawn by: Sadayuki Kato, Kazuko Miyamoto, Ryo Watanabe | First installation: Finch College, New York, October 1972 - Courtesy Collezione Panza, Mendrisio / Sol LeWitt - Wall Drawing #51: All architectural points connected by straight lines, 1970, Blue snap lines | First drawn by: Pietro Giacchi, Andrea Giamasso, Giulio Mosca | First installation: Galleria Sperone, Torino, June 1970 - LeWitt Collection, Chester, CT - Courtesy Estate of Sol LeWitt — Installation view Sol LeWitt, Between the Lines, 2017, Fondazione Carriero - Photo: Agostino Osio

Sol LeWitt – Wall Drawing #150: Ten thousand one-inch (2.5cm) lines evenly spaced on each of six walls, 1972, Black pencil, First drawn by: Sadayuki Kato, Kazuko Miyamoto, Ryo Watanabe | First installation: Finch College, New York, October 1972 – Courtesy Collezione Panza, Mendrisio / Sol LeWitt – Wall Drawing #51: All architectural points connected by straight lines, 1970, Blue snap lines | First drawn by: Pietro Giacchi, Andrea Giamasso, Giulio Mosca | First installation: Galleria Sperone, Torino, June 1970 – LeWitt Collection, Chester, CT – Courtesy Estate of Sol LeWitt — Installation view Sol LeWitt, Between the Lines, 2017, Fondazione Carriero – Photo: Agostino Osio

Sol LeWitt,  Complex Form #34, 1990 | White painted wood 127 x 88,9 x 50,8 cm Courtesy Estate Franz West - Installation view Sol LeWitt, Between the Lines, 2017, Fondazione Carriero - Photo: Agostino Osio

Sol LeWitt, Complex Form #34, 1990 | White painted wood 127 x 88,9 x 50,8 cm Courtesy Estate Franz West – Installation view Sol LeWitt, Between the Lines, 2017, Fondazione Carriero – Photo: Agostino Osio

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