

Ha aperto ufficialmente al pubblico il 24 settembre PART – Palazzi dell’Arte di Rimini, un nuovo complesso museale con oltre 1200 mq di area espositiva nato per ospitare le opere provenienti dalla Collezione Fondazione San Patrignano, raccolta di opere donate di artisti contemporanei del panorama italiano e internazionale in costante espansione con il coordinamento curatoriale di Clarice Pecori Giraldi, avviata nel 2017.
Un nuovo spazio cittadino dedicato all’arte contemporanea nato da un progetto di recupero e riqualificazione architettonica del duecentesco Palazzo dell’Arengo e dal trecentesco Palazzo del Podestà, entrambi affacciati su Piazza Cavour. Due imponenti e contigui edifici di grande rilevanza storica e architettonica, oggi riportati alle loro forme originarie cancellate nel tempo da un processo di “normalizzazione” che ne aveva offuscato gli elementi architettonici interni, in evidente contrasto con l’aspettativa creata dai monumentali volumi esterni.
Sviluppato con l’obiettivo di mettere in relazione un contenitore storico e una collezione di arte contemporanea, il progetto, oltre ad evitare falsi storici, ha sfruttato la disomogeneità della collezione per costruire un percorso museale basato sul dialogo tra opere e spazio. Le 62 opere della collezione – composta da opere di artisti come Mario Airò, Vanessa Beecroft, Bertozzi & Casoni, Domenico Bianchi, Alessandro Busci, Pier Paolo Calzolari, Maurizio Cannavacciuolo, Loris Cecchini, Jake e Dinos Chapman, Sandro Chia, Roberto Coda Zabetta, George Condo, Enzo Cucchi, Anne de Carbuccia, Thomas De Falco, Nicola de Maria, Gianluca Di Pasquale, Zehra Doğan, Nathalie Djurberg & Hans Berg, Sam Falls, Flavio Favelli, Giuseppe Gallo, Alberto Garutti, Giorgio Griffa, Shilpa Gupta, Mona Hatoum, Damien Hirst, Carsten Höller, Emilio Isgrò, Giovanni Iudice, William Kentridge, Loredana Longo, Claudia Losi, Iva Lulashi, Ibrahim Mahama, Agnes Martin, Paul McCarthy, Igor Mitoraj, Davide Monaldi, Gian Marco Montesano, Mimmo Paladino, Yan Pei-Ming, Tullio Pericoli, Achille Perilli, Diego Perrone, Luca Pignatelli, Pino Pinelli, Michelangelo Pistoletto, Gianni Politi, Matteo Pugliese, Jean Paul Riopelle, Pietro Ruffo, Mario Schifano, Julian Schnabel, Elisa Sighicelli, Andreas Slominski, Ettore Spalletti, Grazia Toderi, Francesco Vezzoli, Velasco Vitali, Silvio Wolf, Xiaongang Zhang – si inseriscono infatti nei vuoti naturali dell’architettura.



Dove invece la suddivisione originaria e le pareti affrescate non hanno permesso l’allestimento sono state inserite pareti e strutture che tagliano gli ambienti senza chiuderli. Un allestimento, che pur avendo un filo conduttore, si declina di volta in volta assecondando le situazioni architettoniche nelle quali si colloca. Per aumentare la superficie espositiva, nelle stanze già decorate a parete, sono stati progettati dei supporti secondo una logica di pieno per vuoto, in relazione alle finestre. I basamenti, come i pavimenti, sono stati realizzati in pietra di San Marino, un materiale locale già presente in numerosi dettagli originali – non più estratto, ma di cui sono stati trovati alcuni blocchi di cava. Gli unici spazi effettivamente creati come la biglietteria e la caffetteria, sono resi nuovi in modo esplicito attraverso la costruzione di vere e proprie strutture che si differenziano dallo spazio circostante. Ad evitare il camuffamento, creando tuttavia una linea di continuità tra gli interventi e la struttura originaria, si inserisce l’intervento a muro di quasi 300 mq realizzato da David Tremlett. Una vera e propria opera site specific che sottolinea l’intenzione del progetto di considerare il PART di rendere accessibile l’edificio, così che possa essere fruito liberamente e diventare parte integrante della vita del centro storico avvicinandosi ad un’idea di spazio culturale di stampo estero come spazio aperto alla cittadinanza al di là della collezione e del contenuto culturale, modello che negli ultimi anni ha visto anche tantissime esperienze a livello nazionale.
Ad affiancare l’apertura del PART, fino a gennaio 2020, due mostre temporanee allestite sono la denominazione comune di [APARTE]: Convivium con i lavori di Francesco Bocchini, Vittorio D’Augusta, Luca Giovagnoli, Marco Neri e Nicola Samorì, e Magna Carta personale di Denis Riva a cura di Massimo Pulini.


