La presentazione del programma della Triennale di Milano è stato aperto alcuni giorni fa con un corale intento: dare a uno dei più importanti poli per le arti contemporanee una vocazione internazionale grazie soprattutto a delle proposte eterogenee e, dunque, all’insegna di un’attrattività trasversale e inclusiva. Molte le voci che si sono succedute ai microfoni per presentare le varie sezioni: la Triennale Design Museum, la Triennale Teatro dell’Arte e del Museo di Fotografia Contemporanea, Milano – Cinisello Balsamo.
Contenitore culturale dal lungo e prestigioso passato, la Triennale abbraccia una molteplicità di linguaggi – architettura, design, arti visive, fotografia, moda, performance, teatro, musica – che a loro volta assorbono una pluralità di punti di vista grazie alle varie mostre che si susseguiranno nei vari spazi per tutto il 2018. Il programma espositivo riunisce grandi maestri noti in tutto il mondo e giovani artisti, designer, architetti che si stanno affermando in questi anni.
Per un approfondimento: CS – Programma Triennale di Milano 2018
La prima interlocutrice è la direttrice del Triennale Design Museum, Silvana Annicchiarico, che ha illustrato a grandi linee il programma: “La programmazione inizia il 13 aprile 2018 con l’undicesima edizione del Triennale Design Museum che sarà dedicata alla storia del design italiano. Quest’anno vogliamo portare all’interno del museo i capolavori della storia del design. Attorno a questi capolavori, che finora sono stati assenti, daremo una serie di sguardi ulteriori – curatoriali – rileggendo la storia del design attraverso gli ‘occhiali’ di altre discipline; ad esempio, utilizzeremo la geografia, l’economia e la politica per fare dei carotaggi nella storia. I curatori di queste edizioni sono: Vanni Pasca, Manolo De Giorgi, Raimonda Riccini, Maddalena Dalla Mura e Chiara Alessi. L’ allestamento è di Calvi Brambilla mentre il progetto grafico sarà di Leonardo Sonnoli. (…)
Quest’anno abbiamo deciso di concentrarci su delle monografie e non potevamo non consacrare Achille Castiglione in occasione del centenario della sua nascita. La mostra analizza la sua opera in maniera trasversale, dal design all’architettura, dagli allestimenti alle mostre. La cura e il progetto di allestimento sono affidati a Patricia Urquiola, architetto e design che ha mosso i suoi primi passi insieme a Castiglioni. Da una parte Castiglioni, dall’altra focalizziamo l’attenzione su un personaggio straordinario come Osvaldo Borsani che, tra i tanti meriti c’è stato quello aver fondando una straordinaria agenda – la Tecno – che ha avuto la capacità di mettere a sistema il tema dell’arte con la tecnica. Questa mostra è a cura di Giampiero Bosoni, Valeria Borsani, Tommaso Fantoni mentre la progettazione sarà del grande Norman Foster con Tommaso Fantoni.
Con la grande mostra di aprile e queste monografiche continuiamo, dunque, la missione di valorizzazione e internazionalizzazione del design nel mondo. Prova ne sia l’appuntamento del 1 marzo: si svolgerà, in varie sedi, la seconda edizione del Italian Design Day: nello stesso giorno in 100 sedi del mondo, 100 ambasciatori della cultura italiana (designer, imprenditori, docenti, giornalisti, critici, comunicatori) sono stati invitati a discutere e confrontarsi sul tema della XXII Esposizione Internazionale della Triennale di Milano dal titolo Broken Nature: Design Takes on Human Survival, a cura di Paola Antonelli, che si terra dal 1° marzo al 1° settembre 2019.”
Seguiranno a luglio la mostra Trame d’acqua, una ricognizione sull’importanza di questo elemento nei paesi dell’Area mediterranea e del Golfo (sedi da definire) a cura di Silvana Annicchiarico.
Oltre a Milano, la Triennale Design si espande in Cina con la mostra The New Italian Design ospitato al Tianjin Art Museum (Tianjin, Cina) – Ideazione e coordinamento: Silvana Annicchiarico Cura e allestimento: Andrea Branzi. La mostra presenta i lavori di 133 designer con 288 progetti, di cui 189 sul design di prodotto, 28 sulla grafica al corpo grafica, 28 su oggetti legati come gioielli, borse e accessori, 7 sulla ricerca, 32 sul food design, 4 sull’interior design.
Sarà presente a Venezia con Icons of XX & XXI Centuries (dal 14 – 30 settembre 2018 – A cura di Silvana Annicchiarico) alla Fondazione Giorgio Cini, San Giorgio Maggiore, Venezia. La mostra è parte del progetto Homo Faber Crafting a more human future, promosso da Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship con l’obiettivo di presentare il meglio della produzione artigianale europea.”

Rita Ackermann (b. 1968) Meditation on Violence I 2014 Acrylic, spray paint and chalk on canvas 290 x 565 x 6 cm / 114 1/8 x 222 1/2 x 2 3/8 inches Courtesy the artist and Hauser & Wirth
Prende la parola Clarice Pecori Giraldi, che fa le veci di Edoardo Bonaspetti, a cui è stato rinnovato il mandato per la sezioni Arti Visive e Nuovi Media alla Triennale. “Le mostre in programma per la sezione Arti visive, settore sotto la direzione artistica di Edoardo Bonaspetti, prevede delle monografiche di respiro internazionale con due artisti: Walter Swennen e Rita Ackermann, entrambi alla loro prima esposizione istituzionale in Italia. Presenteremo due mostre ‘atipiche’ nel senso che sono dedicate a due galleristi: la prima è dedicata a Franco Toselli che racconta il suo percorso con gli artisti di Portofranco. La seconda mostra, invece, è dedicata ad una rilettura delle collezioni personali di Massimo De Carlo. L’aspetto interessanti di quest’ultima esposizione dedicata ad uno dei più importanti galleristi d’arte contemporanea italiani, è che colleziona come un collezionista di arte antica. Lui mi ha spiegato che nell’antico una seggiola vale 5, se però hai 10 seggiole valgono 50. Da qui la sua sfida per collezionare 100 arazzi di parole di Alighiero Boetti. Non soppiamo quanti arazzi di parole ha fatto Boetti; mi raccontava che è a quota 92-93… non sappiamo se, quando inaugura la mostra a settembre, sarà riuscito a quota 100.
Accanto a questa raccolta ci sarà la collezione di De Carlo dedicata a ceramiche prodotte a Weimar negli anni precedenti alla Seconda Guerra Mondiale e una raccolta dei poster del grafico e designer italiano AG Fronzoni degli anni Ottanta e Novanta.”
Oltre a queste mostre, avremo anche una monografica dedicata al giovane artista italiano Diego Marcon e una collaborazione con la Fondazione Furla per il progetto Furla Series #02: la prima esposizione personale di un artista di fama internazionale con un progetto appositamente concepito per gli spazi della Triennale di Milano.

Diego Marcon, Monelle, 2017 Film 35mm, animazione CGI, colore, suono, 13’58’’ in loop Prodotto da In Between Art Film Courtesy Ermes-Ermes Film frame
Alberto Ferlenga, della sezione Architettura e Territorio, ha raccontato il programma: nel 2018 si svolge la VI edizione del Premio Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana, evento con cadenza triennale che intende promuovere i progetti e le opere più interessanti in ambito architettonico. Da quest’anno, per iniziativa del Comitato Premio Claudio De Albertis, il Premio si arricchisce di una sezione speciale dedicata alle giovani promesse dell’architettura e dell’ingegneria: il Premio T Young Claudio De Albertis CS Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana 2018 VI edizione. Le mostre d’architettura in programma sono 999. Una collezione di domande sull’abitare contemporaneo, inaugurata l’11 gennaio, Ricostruzioni, che analizza le pratiche di ricostruzione a seguito di eventi catastrofici e bellici, e la mostra dedicata ai finalisti e ai vincitori del Premio Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana.
In merito a quest’ultima, racconta: “Questa mostra, a mio avviso, ha un tema che appartiene molto agli apporti italiani e all’architettura degli ultimi 50 anni. E’ il tema delle ‘ricostruzioni’, che ci riporta a rifacimenti avvenuti dopo eventi di calamità varie. Un tema, che se dobbiamo considerare l’ultima parte del ‘900, è iniziato con la ricostruzione del paese. Ricordiamoci che l’Italia, dopo la guerra, è un paese ricostruito, non come la Germania, ma un paese in cui grandi monumenti che conosciamo hanno subito, in qualche modo, un’opera di restauro. Le opere di restauro hanno riconfigurato l’insieme del patrimonio nazionale, seguendo delle competenze molto specifiche. In seguito c’è stato un susseguirsi di ricostruzioni: in tutti i casi, si sono sperimentate, in modo tutto italiano, delle varie forme del costruire. A mio avviso – e questo sarà uno dei temi che la mostra affronterà – è prevalso il tema dell’ ‘emergenza’, ossia le seguire le preoccupazioni legate a un’emergenza più che seguire un percorso di ricostruzione con visioni più ampie.
La mostra indagherà proprio questi esempi: metterà a confronto i casi di ricostruzione italiani con casi importa di ricostruzione del Giappone, del Cile, dell’Ecuador… casi direttamente legati ad eventi specifici con delle competenze altrettanto specifiche. (…) Quella che la mostra vuole sottolineare è che le ricostruzioni sono sempre state un modo non solo per ‘ricostruire’ ma anche per immaginare il futuro del paese. Oggi le ricostruzioni avvengono per svariati motivi, spesso legati a eventi climatici o catastrofici… ma a parte questi casi eccezionali, spesso le ricostruzioni si rivelano eventi continui. Non c’è più un tempo tra una ricostruzione e l’altra. Forse meritano di essere considerate in una visione più ampia.”

Effetti dei bombardamenti della seconda guerra mondiale a Treviso Veduta di Palmira Hofstede van Essene 1691 – Fondo Forlati
Per il settore Moda, è la stessa curatrice Eleonora Fiorani che ha raccontato della mostra in corso negli spazi della Triennale: la retrospettiva di Rick Owens in corso fino al 25 marzo 2018. “Rick Owens è uno dei più visionari e innovativi stilisti del contemporaneo. Non è un caso che per le determinate caratteristiche la sua ricerca sia stata definita ‘ancestrale futuribile’ o ‘a grunge/glamour hybrid’. La sua è una riscrittura, una rimessa in discussione di quelle che sono le logiche grammaticali della moda. Lui ha provato a inventare nuove forme, nuove relazioni tra il corpo e l’abito; reinventare quello che sono le caratteristiche della contemporaneità con la moda. Non è una cosa che questa mostra non è solo la prima retrospettiva di Owens, ma in questa occasione lo stilista mette insieme sia il progetto di moda che quello di design. Lui ha sempre tenuto separati i due ambiti, spesso in mostra specifiche. Mediante le sue sperimentazioni, non sono ha messo in discussione quelle che sono le peculiarità della moda, ma anche nel campo del design ha rimesso in questione molti suoi assiomi. In mostra sono stati esposti un numero esiguo di pezzi, per lo più sedute, che per molti versi richiamano i monoliti di Brancusi. (…) Una tra le cose più interessanti e innovativa è quella di aver aperto questa mostra attraverso la prima grande scultura; è una sorta di forte richiamo a quello che potrei definire la ‘crudezza della materia’; la forza della materiale. E’ una scultura-architettura che sale e scende e ci accompagna fino alla proiezione del video dove, l’interazione tra linguaggi, da vita ad un complesso sistema di musica, arte visiva e, naturalmente, l’architettura. Con questa mostra mi piace pensare che sia un avvio del programma 2018 come un inizio verso una visione contemporanea del futuro.”
Molte le novità e le proposte per l’ambito della fotografia. A introdurre il programma Matteo Balduzzi che ha illustrato le attività 2018 del Mufoto – il Museo di Fotografia Contemporanea a Villa Ghirlanda (Cinisello Balsamo) ATTIVITÀ DEL MUFOCO A VILLA GHIRLANDA – per l’attività espositiva 2018 – per poi raccontare le mostre che si alterneranno alla Triennale di Milano. In primavera, il Museo di Fotografia Contemporanea propone alla Triennale una mostra che presenta in modo inedito l’opera fotografica di Luigi Ghirri nell’ambito dell’architettura, attraverso la sua collaborazione con la rivista “Lotus International” (A cura di Michele Nastasi) e una collettiva di artisti internazionali che indagano gli effetti dell’accumulo di immagini di Google Street View: la mostra ha per titolo Un mondo parallelo. Immagini da Google Street View (giugno – settembre 2018) ed è a cura di Joan Fontcuberta. Spiega Balduzzi: “Fontcuberta lavora sulla messa in crisi della presunta veridicità della fotografia. Con una cornice ironia e surrealista, da sempre è un autore che da sempre lavoro sul confine tra vero e falso, e negli ultimi anni sta portando avanti un progetto curatoriale sulla visione contemporanea digitale. Come esito la mostra Un mondo parallelo, che raccoglie le ricerche fotografiche ed artistiche di 15 autori internazionali che lavorano su street view in modo molto critico e paradossale. Sono dunque 15 autori che, all’interno all’immaginario assolutamente onnipresente e pervasivo di googlemap, vanno a raccogliere le piccole fratture, le sorprese di questa rappresentazione totale del mondo in cui siamo tutti immersi, mettendola in crisi.”
In autunno partirà invece un nuovo ciclo di incontri per raccontare le tendenze più attuali della fotografia contemporanea.
Per quanto riguarda la programmazione del Triennale Teatro dell’Arte, ha introdotto le varie novità il curatore artistico Umberto Angelini. Il 2018 prosegue l’intento dell’anno precedente, che ha ospitato 40 spettacoli, 17 produzioni, 30 compagnie e artisti provenienti da 12 paesi del mondo. Nel 2018 Triennale Teatro dell’Arte conferma la propria vocazione internazionale e pone al centro della riflessione progettuale l’innovazione e la sperimentazione performativa in dialogo con il mondo dell’arte, del design e dell’architettura.
“Per il 2018 ci auguriamo di mantenere i numeri e le soddisfazioni dello scorso anno. Con le nuove proposte vogliamo intensificare il dialogo con le altre discipline della Triennale; i temi come quelli del corpo, di abitare lo spazio, il tema della città… che sono stati illustrate. Temi che sono il filo rosso che segue la produzione della Triennale Teatro dell’Arte. La programmazione del 2018 avrà un taglio fortemente internazionale, con artisti che provengono dal Giappone, dall’Iran, dal Canada, dalla Spagna, dagli Stati Uniti… ancora una volta la dimensione internazionale sarà una dimensione fortemente caratterizzante. Approfondiremo uno sguardo sulla giovane scena italiana; a metà febbraio, in sede di conferenza stampa, presenteremo l’unione della stagione teatrale con il formato festivaliero – festival di primavera; una stagione che nella seconda parte dell’anno vedrà arrivare importanti artisti internazionale. (…) In questo momento, a NY, una nostra produzione internazionale dei MOTUS è stata segnalata dal New York Times come le 10 cose da vedere in questi giorni in città .. a conferma che il percorso ha avviato in questo ultimo anno dalla Triennale sta dando ottimi frutti.”