
Katharina Grosse, installation view, Untitled Trumpet, 2015 at All the World’s Futures, 56th Art Biennale, La Biennale di Venezia Photo: Nic Tenwiggenhorn and VG Bild-Kunst,Bonn © Katharina Grosse und VG Bild-Kunst Bonn, 2017
Katharina Grosse e Tatiana Trouvé. Le numerose irregolarità | 2 febbraio | 29 aprile 2018
Presentate insieme a Villa Medici per il quarto momento del ciclo UNE, ideato dalla direttrice Muriel Mayette-Holtz e curato da Chiara Parisi, le opere delle due artiste riflettono la storia di un luogo profondamente legato all’arte quanto all’architettura.
Due stili diversi per una generazione di artiste che sfuma i confini tra la pittura, la scultura e l’installazione, entrambe affascinate dai limiti tra l’interno e l’esterno, Katharina Grosse e Tatiana Trouvé condividono la stessa idea di «andare oltre»: oltre la tela, il muro, il colore, l’idea che abbiamo di Villa Medici, del suo passato e del suo futuro.
Con Katharina Grosse e Tatiana Trouvé, abbiamo la certezza che le loro proposte, raccolte in un’unica mostra a due voci, comprenderà l’intera Villa Medici nei suoi più diversi aspetti: i suoi spazi, la sua Storia, le sue storie.
Katharina Grosse (Friburgo, 1961, vive e lavora a Berlino), ha studiato alla Kunstakademie di Düsseldorf e alla Kunstakademie di Münster. È ampiamente conosciuta a livello internazionale per i suoi lavori, temporanei e permanenti, realizzati in situ, dipingendo direttamente su edifici, architetture ed elementi del paesaggio. L’artista accoglie gli avvenimenti e gli imprevisti che accadono mentre dipinge, aprendo spazi e superfici alle innumerevoli possibilità percettive del mezzo. La sua ricerca parte già all’interno del suo studio, dove sperimenta costantemente nuovi materiali, e la potenza del colore.
Sue opere sono state esposte in molte mostre personali e collettive in spazi pubblici e privati in tutto il mondo. Tra le installazioni site-specific più recenti: Untitled Trumpet per la 56a Biennale di Venezia nel 2015; Rockaway! per il MoMA PS1 (2016); nel 2018 realizzerà The Horse Trotted Another Couple Of Meters, Then It Stopped, per le imponenti architetture industriali di Carriageworks, a Sydney.
Tatiana Trouvé (Cosenza, 1968, vive e lavora a Parigi). Con le sue opere esplora il terreno delle emozioni e della memoria, trasformando i ricordi in sculture modulari e pendoli metallici. La sua opera esplora il confine tra passato e futuro, memoria e potenzialità, presenza e assenza, realtà e finzione. Particolarmente cari all’artista sono gli eventi anonimi, di solito dimenticati, che costellano le nostre storie personali e che influenzano il corso delle cose. Le sue situazioni combinano intricati disegni scenografici, sculture sia lineari che tridimensionali, e spazi che accennano a dimensioni invisibili. I “drammi ambientali” di Trouvé sono malinconici e carichi di rimandi a spazi altri, che oscillano tra il reale e l’immaginario.
Tra le mostre personali dell’artista ricordiamo quelle presso König Galerie, Berlino (2016), Biennale di Lione, (2015), Mamco, Ginevra (2014). Il suo lavoro è stato esposto alla Punta della Dogana in occasione della mostra Elogio del dubbio nel 2011.

Katharina Grosse, installation view, Mein Schreibtisch, das Schneefeld, 2013 at Kurt-Kurt, project space, Berlin Photo: Nic Tenwiggenhorn and VG Bild-Kunst,Bonn © Katharina Grosse und VG Bild-Kunst Bonn, 2017

Katharina Grosse, installation view, This Drove my Mother up the Wall, 2017 at South London Gallery, London, UK Photo: Andy Keate © Katharina Grosse and VG Bild-Kunst, Bonn 2017