PER4M — Primo Giorno #ArtissimaLive

Della prima giornata in fiera - giovedì 5 novembre - vi proponiamo un sunto delle performance di Francesco Predaglio, Julie Béna e Kasia Fudakowski.
6 Novembre 2015

E’ il secondo anno che Artissima ospita PER4M, la sezione dedicata al linguaggio della performance. Rispetto all’anno scorso, i progetti sono diminuiti da 16 a 12, tutti proposti da artisti rappresentati da gallerie invitate dalla fiera. Il comitato curatoriale che segue la sezione e? composto da Simone Menegoi, Sophie Golts e Chris Sharp, mentre il premio dedicato a questa sezione e? messo in palio da K-Way ed e? assegnato da una giuria composta da Marie de Brugerolle, Ana Janevski, Silvia Fanti e Giorgio FasolPer selezionare gli artisti i curatori hanno posto molto interesse all’aspetto di ricerca e sperimentazione delle varie performance, hanno puntato sulla alla giovane eta? dei performers (anche se ci sono delle eccezioni), e non ultima, la non eccessiva fama nel mondo artistico dei vari talenti.

Della prima giornata in fiera – giovedi? 5 novembre – vi proponiamo un sunto delle performance di Francesco Predaglio, Julie Be?na e Kasia Fudakowski.

L’artista, scrittore e curatore comasco Francesco Pedraglio propone una performance che consiste in una recitazione, attuata da due attori (un uomo ed una donna) italiani, che personificano una coppia in lite: The melody is in the eyes (Words are only the left hand), 2015 – 25’, Itinerante. Tutto e? svolto sotto la regia dello stesso Pedraglio, che racconta la vicenda, ci consegna la trama, il contesto, sprona o frena i bisticci. L’azione si svolge attorno ad una semplicissima asta di legno posta a terra e continuamente spostata da Pedraglio per delimitare o precisare i confini della scena. Puo? essere una linea di demarcazione netta tra i due litiganti, un dispositivo che esemplifica l’opposizione dei due punti di vista, l’occasione che favorisce il movimento degli attori… I cinque atti prendono spunto da rimandi letterari, ricordi cinematografici, memorie personali e riflettono sulla narrazione, sulle possibilita? di dialogo, sulle condizioni di confronto.

Francesco Pedraglio,   The melody is in the eyes (Words are only the left hand),   2015 - 25’,   Itinerante - Per4m,   Artissima 2015,   Oval Torino

Francesco Pedraglio, The melody is in the eyes (Words are only the left hand), 2015 – 25’, Itinerante – Per4m, Artissima 2015, Oval Torino

Riprendendo le architetture industriali e di mercato, tipiche del mondo contemporaneo, e cogliendo di queste l’asetticita? e freddezza, Julie Be?na offre al pubblico una performance (Nail Tang, 2015 – 75’, Area Per4m) ambientata in un centro estetico, precisamente in una SPA dedicata alla manicure. Il pubblico è liberamente invitato a partecipare alla “seduta”, offrendosi come cliente/paziente di questa seduta curativa/estetica sotto le luci al neon e sopra un tavolo bianco metallico. Julie prende le mani di chi si e? offerto e inizia una normale seduta di manicure. Cio? che cambia, e fa la differenza, e? la concitazione verbale e l’intrattenimento euforico che lei mette in atto per conversare e comunicare con lo spettatore. Vediamo, dunque, l’artista parlare, cantare, balbettare, saltando tra francese e inglese e portando avanti una lingua fittizia, colma di non-sense. Sembrerebbe proprio una sclerotizzazione (e capovolgimento ossimòrico) del niente comunicativo ed espressivo di un incontro iper quotidiano di una societa? abituata a trovarsi di fronte all’altro e a non parlare, scambiare battute, guardarsi (non per nulla Julie osserva l’interessato dritto negli occhi).

Julie Béna,   Nail Tang,   2015 - 75’,   Area Per4m - Artissima 2015,   Ovan,   Torino - Foto Giovanna Repetto

Julie Béna, Nail Tang, 2015 – 75’, Area Per4m – Artissima 2015, Ovan, Torino – Foto Giovanna Repetto

Massimo Grimaldi presenta Forearms, 2015. La performance si svolge all’interno di un cubo dalle cui pareti spuntano tre avambracci di donna, ciascuno con un Apple Watch al polso, appoggiati su una mensola di metacrilato. Tre performer sono sedute su alti sgabelli all’esterno del cubo e ascoltano una playlist che le estrania dai rumori e dai ritmi della fiera. Ogni trenta secondi muovono il braccio, attivando sul monitor dell’Apple Watch una serie di immagini che compaiono solo per cinque secondi. Le immagini sono il frutto dell’elaborazione grafica di una serie di fotografie di amici dell’artista, modificate mediante app di iphone e ipad. I volti trasformati dialogano con i corpi delle performer, invitando a varie riflessioni sul concetti di trasformazione e identificazione dell’essere umano.  Il cubo è posizionato in modo tale che, nel normale percorso della fiera, non si notano le performer nell’immediato. E’ un’azione che va cercata e va scoperta.

Massimo Grimaldi,   Forearms,   2015 - Per4m,   Artissima,   Oval 2015,   foto di Giovanna Repetto

Massimo Grimaldi, Forearms, 2015 – Per4m, Artissima, Oval 2015, foto di Giovanna Repetto

Kasia Fudakowski presenta la performance “Second Chance, 2015 (15’, Area Per4m) titolo che nasce dal fatto di non aver vinto il Baloise Art Prize a Basilea. In questa occasione l’artista gioca ancora con il linguaggio comico, il “teatro del reale”, la scultura. Introdotti da una musica di sottofondo e da scene di una performance precedente proiettate su schermo, siamo colti di sorpresa vedendo l’artista uscire da una sorta di enorme baco da seta grigio, composto da rovi intrecciati. Dopo di che, inizia un monologo in cui prega, sarcasticamente, il mondo dell’arte per non trascurarla e dimenticarla, dal momento che la sua galleria le ha offerto un’ultima chance espositiva, dopo le varie incomprensioni e i vari bisticci. Arriva addirittura a chiedere l’elemosina al pubblico, raccogliendo monete in un secchiello di latta. I temi che l’artista affronta sono quelli legati al sessismo, sia nel mondo dell’arte che nella vita di tutti i giorni. Tutto, però, è intriso di humor che trasla, su piani diversi, tutti i contenuti, tutte le battute. 

Kasia Fudakowski,   Second Chance,   2015,   15’,   Area Per4m - Foto Giovanna Repetto

Kasia Fudakowski, Second Chance, 2015, 15’, Area Per4m – Foto Giovanna Repetto

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