SPAZI. Il multiverso degli spazi indipendenti

L'idea nasce dall'osservazione dei cambiamenti in atto nelle modalità di produzione e fruizione dell'arte contemporanea... / Intervista con il curatore del progetto Andrea Lacarpia
1 Agosto 2015

Il prossimo 6 agosto inaugura a Milano Spazi. Il multiverso degli spazi indipendenti a cura di Andrea Lacarpia e Lorenzo Madaro, iniziativa che ospita sette spazi indipendenti italiani – Damage Good (Lecce), MARS (Milano), Planar (Bari), Ramdom (Gagliano del Capo), Site Specific (Scicli), Wilson Project (Sassari), Zentrum (Varese) – alla Fabbrica del Vapore di Milano. È una vetrina in cui gli spazi indipendenti invitati presentano la loro attività. Un’occasione importante per incontrare queste realtà che in anni recenti hanno avuto un ruolo attivo e propositivo, proponendo progetti di qualità e diventando dei punti di riferimento per la sperimentazione in Italia.

Rossella Moratto intervista Andrea Lacarpia, ideatore del progetto.

Rossella Moratto: Come nasce quest’idea e qual è il fine di questa iniziativa?

Andrea Lacarpia: L’idea nasce dall’osservazione dei cambiamenti in atto nelle modalità di produzione e fruizione dell’arte contemporanea: dopo l’apertura dei primi spazi indipendenti italiani (per esempio, sono del 2008 le aperture di MARS e Brown Project Space), le realtà alternative alle gallerie sono sensibilmente aumentate, andando ad occupare un importante segmento della vita culturale, molto ampio ma nel contempo frammentato e senza occasioni di confronto che possano portare a possibili sintesi. Unendo più progetti in singole occasioni espositive, vogliamo promuovere le attività svolte dagli spazi indipendenti, in primo luogo agevolando relazioni e collaborazioni come accade durante le manifestazioni fieristiche. Quindi una manifestazione simile alle fiere d’arte contemporanea, ma dedicata unicamente ai no-profit. L’idea è stata accolta positivamente da Progetto Città Ideale, associazione nata dall’iniziativa di Mirko Canesi, Stefano Serusi e Fiorella Fontana, che promuove l’iniziativa all’interno della propria programmazione estiva presso la Fabbrica del Vapore. La prima edizione di SPAZI è una prova generale, una proposta progettuale che in futuro vogliamo ampliare con un maggior numero di partecipanti.

RM: Come avete scelto gli spazi? Come mai solo spazi italiani?

AL: Come suggerito dal sottotitolo “Il multiverso degli spazi indipendenti”, quello delle realtà no-profit è un cosmo molto variegato, dal quale io e Lorenzo Madaro abbiamo selezionato alcune realtà tra le più rappresentative di diverse tipologie e di diverse regioni. Gli spazi italiani sono quelli con i quali abbiamo a che fare più spesso, ma non escludiamo collaborazioni con realtà estere nelle prossime edizioni.

RM: Qual è il programma di questa cinque giorni milanese?

AL: Giovedì 6 agosto l’inaugurazione si svolgerà dalle 18 alle 22, mentre nei giorni successivi si potrà visitare SPAZI dalle 10 alle 19.

RM: Come si presenteranno gli spazi? Ci saranno delle mostre oppure la documentazione delle proprie attività? Avete indicato delle linee guida oppure ognuno gestisce la sua proposta in modo indipendente?

AL: Ognuno potrà esprimere la propria identità gestendo liberamente una porzione dello spazio della Sala delle Colonne. Alcuni presenteranno progetti espositivi, comprendenti pittura, fotografia, video, scultura e installazione, mentre altri punteranno maggiormente su materiali documentativi. In una zona appositamente allestita saranno esposte delle fotografie che documentano le differenze architettoniche dei luoghi nei quali abitualmente si svolgono le attività degli spazi che partecipano all’iniziativa, confermando l’attenzione di Progetto Città Ideale per il rapporto tra arte contemporanea e spazio urbano, in un dialogo che aspira alla definizione del ruolo sociale dell’artista.

RM: C’è la volontà di creare una rete di collaborazione, un circuito indipendente?

AL: Uno dei fini di SPAZI è unire energie e professionalità in una rete che metta in comunicazione le attività indipendenti. Soprattutto, sarebbe utile trovare il modo di avvicinare le realtà no-profit che mantengono un alto profilo qualitativo alle amministrazioni e agli sponsor che gestiscono spazi pubblici e risorse economiche che, molto spesso, vengono destinate a progetti qualitativamente scarsi perché più idonei dal punto di vista meramente burocratico.

RM: Gli spazi indipendenti – artist run spaces e associazioni no profit – hanno avuto un grande sviluppo e sono esperimenti che, nonostante la mancanza di mezzi, riescono a portare avanti con entusiasmo un percorso divergente e sperimentale di “scouting” ma non solo, che sostituisce spesso il ruolo delle gallerie e anche delle istituzioni, specialmente nel lavoro con i giovani artisti. So che hai esperienza diretta, gestendo in prima persona Dimora Artica, spazio indipendente milanese.  L’indipendenza degli artist run spaces permette una distanza dai condizionamenti del mercato e ridefinisce il rapporto con artisti, curatori e altri attori del sistema dell’arte.  Che rapporti hanno gli spazi indipendenti, se li hanno, con il circuito ufficiale dell’arte, gallerie, musei e istituzioni ?

AL: A parte alcuni sporadici casi, la diffidenza del circuito ufficiale nei confronti degli spazi indipendenti è ancora molta, anche per questo sarebbe bene, per evitare confusione, chiarire quali sono le peculiarità che differenziano gli indipendenti rispetto alle gallerie e i musei. Spesso, le opere esposte negli artist run spaces e nelle associazioni sono le stesse che si possono vedere nelle gallerie, quindi le differenze non sono tanto nella scelta degli artisti, ma piuttosto in un diverso rapporto con il mercato, che consente agli spazi indipendenti di poter sperimentare regole di produzione e fruizione dell’arte alternative, senza rischiare forti investimenti economici e senza dover programmare guadagni che necessiterebbero di pronti adeguamenti alle prassi del mercato. Rispetto alle gallerie, gli indipendenti possono investire maggiori energie nella formazione di una linea teorica e formale autonoma, senza curarsi troppo dell’immediata risposta dei collezionisti.

RM: Come vengono percepiti dal sistema ufficiale, secondo te?

AL: Ci sono percezioni diverse, spesso opposte. Alcuni li vedono come realtà marginali, altri come fucine di nuove idee.

RM: Cosa significa fare arte indipendente oggi in Italia?

AL: Significa organizzarsi con l’autoproduzione, darsi da fare invece di lamentarsi o fuggire all’estero, lottare per migliorare l’ambiente che ci circonda, qui e ora.

Fabbrica del Vapore - Sala delle Colonne

Fabbrica del Vapore – Sala delle Colonne

Spazi

Damage Good (Lecce), Mars (Milano), Planar (Bari), Ramdom (Gagliano del Capo), Site Specific (Scicli), Wilson Project (Sassari), Zentrum (Varese).

Inaugurazione giovedì 6 agosto 2015 ore 18.00 – 22.00 / Dal 7 agosto al 10 agosto 2015 ore 10.00 – 19.00

Progetto Città Ideale – Fabbrica del Vapore , via Giulio Cesare Procaccini 4, Milano

Realtà no-profit coinvolte:

DamageGood

DamageGood è un’associazione culturale indipendente che ricerca, sperimenta, sbaglia e impara dal 2011. Nasce da un’idea collaborativa tra i suoi fondatori come gruppo curatoriale e di artisti. Si occupa di arti visive, pratiche partecipative ed editoria indipendente. DamageGood è anche uno spazio di produzione senza fissa dimora per la fotografia contemporanea, videoarte, performance e progetti editoriali. Tra le mission, cortocircuiti tra i luoghi del quotidiano e i linguaggi dell’arte contemporanea, la cura e messa in pratica di idee collettive, ibride e di progetti che fuggono da logiche di mercato, audience e documentazione.

Sito web: damagegood.tumblr.com

Mars

MARS/ Milan Artist Run Space apre a Milano il 3 dicembre 2008. Una realtà tutta gestita da artisti e rivolta ad un pubblico curioso di conoscere più intimamente “i motori” dell´arte contemporanea. Lo spazio di zona Pasteur nasce da un’idea originaria di Lorenza Boisi che avvia insieme ad altri artisti un calendario di eventi performativi, espositivi ed artistici sul modello delle più diffuse realtà autogestite europee. MARS è come detto un incidente voluto, uno spazio fisico e soprattutto un progetto in sé che decide di non strutturarsi organicamente, mantenendo un calendario che possa corrispondere progressivamente alle necessità artistiche dei vari partecipanti.

Sito web: marsmilano.com

Planar

Planar è un’organizzazione no-profit con sede a Bari, dedicata alla fotografia nei suoi molteplici aspetti. Le attività di Planar sono finalizzate alla creazione di un ambiente per la discussione, il dibattito, la ricerca e l’istruzione sulla fotografia contemporanea. La ricerca di Planar è principlamente incentrata sul rapporto tra pubblica sicurezza e libertà privata, tra conflitti e continue evoluzioni. Planar è nata nel 2014 e I soci fondatori sono Anna Vasta, Antonio Ottomanelli, Letizia Trulli e Francesco Stelitano.

Sito web: planar.ph

Ramdom

Ramdom, è un’associazione di progettazione e produzione culturale e artistica. Promuove nuove pratiche creative e innovativi linguaggi di comunicazione, interagendo con cittadini, soggetti privati e pubblici, nazionali e internazionali. Nata nel 2011 nell’estremo tacco d’Italia, Ramdom si occupa di produzione e formazione artistica contemporanea, promozione della mobilità attraverso masterclass, workshop, mostre, residenze. Nel 2014 Ramdom ha lanciato il programma “Indagine sulle Terre estreme”. Artisti, curatori, operatori culturali e cittadini stanno prendendo parte a un processo di analisi e riflessione attraverso studi e produzioni artistiche sui e nei contesti periferici.

Sito web: ramdom.net

Site Specific

Site Specific è una realtà indipendente che si esprime attraverso la ricerca e la sperimentazione delle arti contemporanee. Si sviluppa per volontà di un collettivo di artisti e professionisti che si confrontano e creano idee e progetti per raggiungere attraverso l’arte obiettivi comuni. Site Specific è una realtà dinamica che necessita di interagire con spazi differenti per dar vita ad una singolare “performance culturale” che trasforma Scicli in un Teatro Vivo, in un luogo in cui la creatività contemporanea può “abitare ed esistere”. L’ideatore e fondatore di Site Specific è l’artista e direttore artistico Sasha Vinci.

Sito web: sitespecific.it

Wilson Project Space

Fondata nel 2012 da Dario Lino Costa, Wilson Project Space è uno spazio d’arte contemporanea senza scopo di lucro, il cui obiettivo primario è quello di essere un catalizzatore per la sperimentazione di nuovi linguaggi e pratiche artistiche. Wilson connette artisti emergenti e curatori indipendenti, sia a livello locale che globale, ponendosi come piattaforma per la divulgazione dell’arte contemporanea e promuovendo la cooperazione e il dibattito sulla cultura visiva del nostro tempo …

Sito web: wilsonprojectspace.com

Zentrum

ZENTRUM è un deposito temporaneo di opere e forme, idee, riflessioni, pensieri, incontri, scontri, cose… per l’arte contemporanea. “In deposito”, ogni spazio è autonomo e segue una propria linea di sensibilità, ma si giova del piacere del confronto segnando un ritmo temporale di appuntamenti unico per i tre progetti. Yellow, a cura di Vera Portatadino, azzarda escursioni dentro il corpo della pittura, lungo il confine delle mescolanze di cultura, esperienze, modalità; Surplace, a cura di Luca Scarabelli, propone uno “starfermi” in equilibrio sull’opera, con la complicità di uno o due autori per volta; riss(e), a cura di Ermanno Cristini, prosegue la sua erranza inseguendo un impossibile, continuo, “fuori registro”.

Siti web: yellowspace.jimdo.com / risse-art.blogspot.it / surplaceartspace.jimdo.com

Anteprima del progetto presentato da Ramdom (Andreco,   Parata per il paesaggio,   video) - Foto di Yacine Benseddik

Anteprima del progetto presentato da Ramdom (Andreco, Parata per il paesaggio, video) – Foto di Yacine Benseddik

Anteprima del progetto presentato da Damage Good per SPAZI (Filippo Cariglia,   Il quartiere,  2012-2014,   per Washing by Watching)

Anteprima del progetto presentato da Damage Good per SPAZI (Filippo Cariglia, Il quartiere, 2012-2014, per Washing by Watching)

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