
Roger Hiorns Installation view, Roger Hiorns, IKON, Birmingham, 2017 Jet engine, fire, anti-depressants and youth 190 × 98 × 80 cm Courtesy: The artist and Corvi-Mora, London
A pochi giorni dalla sua apertura, è stata presentata alla stampa presso le Gallerie d’Italia in Piazza della Scala, la prossima edizione di miart, diretta da Alessandro Rabottini. Dal 5 al 7 aprile 185 gallerie internazionali provenienti da 18 paesi portano a Milano un ampio ventaglio qualitativo di arte moderna e contemporanea e del design in edizione limitata.
18 i direttori di musei internazionali e curatori di prestigiose istituzioni provenienti da 10 paesi assegneranno il fondo di acquisizione Fondazione Fiera Milano e i 5 premi che miart ha concepito per le gallerie e gli artisti.
Al vortice fieristico si aggiunge l’altrettanto ricca Milano Art Week: decine di eventi, mostre, presentazioni, workshop che rendono l’agenda di professionisti di settore, appassionati e curiosi, fittissima. Per il programma dettagliato Milano Art Week 2019
Ed è proprio da questa sinergia tra differenti realtà e dall’attenzione al dialogo con la città che nasce la volontà di “strutturarsi” e “fare sistema”, guardando al di là della sola miart protagonista. Nelle parole di Rabottini durante la conferenza stampa: “Si cominciano a tessere delle relazioni che partono da miart e arrivano all’esterno (…) in una sorta di racconto corale su quello che può essere il mondo dell’arte e della cultura contemporanea.
Un tema fondamentale quello del dialogo e dell’osservazione attenta del momento attuale e della realtà che ci circonda. Non a caso il tema scelto per l’edizione di quest’anno – “abbi cara ogni cosa”, dal poema di Gareth Evans “Hold Everything Dear” – ha a che fare con il tema della cura, come se la fiera stessa possa diventare un’occasione per trasformarsi in una piattaforma di osservazione di ciò che avviene nella società: “La fiera è fatta di comunicazione di tanti dati; questi sono importanti, ma bisogna dare anche un corpo a questi numeri. Non è un caso che in quest’edizione si parli di poesia”, racconta Rabottini. L’arte infatti ha il potere di trasformare anche gli aspetti più umili della realtà, perché gli artisti posano il loro sguardo di cura su di essa. A tal proposito, il direttore propone un riferimento ben preciso: “Morandi ha guardato tutta la vita oggetti molto semplici, banali, e ci ha messo nella condizione di guardarli attraverso uno spirito d’osservazione”.
![Peter Welz Portrait #3 [screen-test | Monica Vitti | study], 2015 C-prints torn and taped together on paper 100 × 1 × 70 cm Courtesy Peter Welz and Fumagalli, Milano](https://atpdiary.com/wp-content/uploads/2019/03/01_ESTABLISHED-CONTEMPORARY_Fumagalli_Welz.jpeg)
Peter Welz Portrait #3 [screen-test | Monica Vitti | study], 2015 C-prints torn and taped together on paper 100 × 1 × 70 cm Courtesy Peter Welz and Fumagalli, Milano
Prima di queste parole, la doverosa introduzione dell’assessore alla cultura di Milano Filippo Del Corno, che ricorda come le importanti mostre in città scandiranno le giornate dell’Art Week, considerata quasi un vero e proprio “modello” per una “crescita di reputazione, importanza e posizionamento della fiera (…) Un’intera settimana che vedrà tutte le principali istituzioni pubbliche e private impegnate in un cartellone con inaugurazioni, visite guidate e workshop di approfondimento”.
Tra le tante e diversificate proposte di questa edizione 2019, è stato dato risalto al ciclo di Miartalks, frutto della rinnovata collaborazione tra miart e In Between Art Film, la casa di produzione cinematografica fondata da Beatrice Bulgari nel 2012. Miartalks – Programma – miart 2019
Il programma – a cura di Matteo Lucchetti, capo curatore di Cittadellarte / Fondazione Pistoletto e Fondazione Zegna; Hugo Macdonald, critico di Design e giornalista londinese; Alberto Salvadori, Direttore ICA di Milano – sarà un’occasione per oltre 40 artisti, curatori e direttori di musei, collezionisti, designer e scrittori internazionali di dare vita a conversazioni e tavole rotonde attorno a un tema unificante: il bene comune.
Il concetto di “bene comune” sarà esplorato nelle sue molteplici declinazioni, dalla sua natura profonda alle sue manifestazioni attuali, su come vada creato e protetto e su quali possano essere le sue future espressioni.
Si alterneranno gli appuntamenti “Commissionare, produrre e collezionare nel contesto degli attuali cambiamenti sociali, economici e climatici”; “La storia recente dell’arte italiana come patrimonio collettivo e la sua diffusione a livello internazionale”; “Lo spazio e gli usi del Bene Comune: le sfide del design”.

He Xiangyu Lemon Pickers, 2018 Fiberglass, epoxy resin, oil paint, stainless steel, polyethylene 1 × 1 × 1 cm Dimensions variable Courtesy Andrew Kreps Gallery New York
Soprattutto nel commento di Rabottini al ciclo di Talk è interessante la considerazione del collezionismo come parte attiva in una comunità: “I talk spesso possono sembrare quasi un aspetto marginale di una fiera. Per miart, invece, da quest’anno li abbiamo fatto diventare un aspetto centrale; gli incontri che si susseguiranno saranno una sorta di cartina di tornasole della struttura della fiera. Saranno scanditi in tre giornate: una dedicata all’arte contemporanea, una dedicata all’arte moderna e una dedicata al design, attorno ad un unico tema che è il bene comune. (…) Che cos’è il bene comune? Come si crea e come si crea il pubblico in relazione ad esso? Può sembrare quasi una contraddizione in termini; nella maggior parte dei casi una fiera si occupa di collezionismo privato, quindi che cosa vuol dire interrogarsi sulla dimensione collettiva dei beni comuni in relazione al collezionismo? Personalmente sono convito che il collezionismo privato sia una forma in realtà pubblica, perché il collezionista privato in realtà, nel momento in cui compra un’opera, sostiene il lavoro degli artisti e quindi di un bene comune, della nostra realtà contemporanea.”
A conferma della ricchezza e vivacità del programma che caratterizzerà le giornate di miart – prosegue Rabottini – due eventi collettivi chiuderanno la settimana dell’arte: l’Art Night degli spazi no-profit sabato 6 aprile e l’apertura speciale domenica 7 aprile delle gallerie private di Milano: “Credo che mai come quest’anno – nonostante ciascuno abbia la sua autonomia, giustamente- ci sia una sorta di racconto corale su quella che può essere una sorta di reattività del mondo dell’arte e della cultura al tempo in cui viviamo. Esempio ne siano le mostre collettive importanti dedicate a come l’arte e il design possano rapportarsi al tema della natura. Altro tema importante è quello che molte mostre dedicano alle donne (…) Le donne hanno tutte lavorato come individui e in solitudine fuori dai canoni. Loro e il loro lavoro saranno presenti in molti stand della fiera”.
Le ultime battute di Rabottini sono dedicate al ruolo e alla singolarità dell’artista: “Una cosa importante da sottolineare è che gli artisti sono coinvolti in prima persona, ci sono molti progetti, tante mostre personali, sia nella sezione del moderno e contemporaneo, sia in quelle dell’arte emergente e nel design. Quando gli artisti sono direttamente coinvolti vuol dire che innanzitutto si sentono rappresentati e non è semplice per una fiera trasformarsi in un luogo in cui gli artisti si sentono a proprio agio. Questo è il frutto di un’alta progettualità. La nostra responsabilità è far sì che questo sia un luogo di incontri, di voci che siano tanto più diverse quanto produttive. Proprio per questo vi invito a ‘porre attenzione’”.
Gallerie e sezioni – miart 2019

Andro Wekua Untitled, 2017 Aluminum and bronze with black patina Wolf: 147 x 213 x 107 cm – Girl: 147 x 36 x 20 cm) – Edition 1 of 2 Courtesy Gladstone New York

Giacomo Balla Canaringatti – Gattifuturisti olio su tela 66 × 2 × 190 cm Courtesy: Courtesy Galleria d’Arte Maggiore g.a.m., Bologna/Milano/Paris

Lucio Fontana, Concetto Spaziale, Natura 1967 Polished bronze 27 × 0 × 0 cm 8/500 Copyright: Robilant+Voena Courtesy Robilant+Voena Milano, London – Milan – St. Moritz