Ciò che resta | Marc Camille Chaimowicz, Indipendenza, Roma

L'artista mette in mostra bozzoli simili a sfere confortevoli e distanti in cui la retorica della decorazione agisce come ciò che distrae.
3 Settembre 2016

Sono passati diciannove anni dall’ultima volta che Marc Camille Chaimowicz ha esposto a Roma.  Non a caso il tema della mostra presentata nello sazio  Indipendenza può anche essere interpretato come la volontà dell’artista di celebrare la sua lunga carriera e di rendere partecipe il pubblico del tempo passato. Now and Then è una mostra sintetica ma generosa che ci permette un’immersione totale nella sua ricerca, dove le ricerche meno recenti dialogano con le nuove proposte. L’intero lavoro viene rivisitato, ripensato, ricollocato nel tentativo di arrivare ad una sintesi estrema delle tappe più significative, esibendolo in un’inedita riformulazione che cattura gli elementi simbolici della sua poetica: il dominio dell’oggetto e della sua possibile e potenziale funzionalità.

L’intera mostra gioca tra la presenza, assenza e rappresentazione di oggetti-immagine e oggetti-volume. Ogni stanza dello spazio Indipendenza annota un appunto sulla natura metaforica dell’oggetto. Quelle di  Marc Camille Chaimowicz sono riflessioni intime sulle cose e vengono offerte, qui, in un’atmosfera ampia e di grande respiro.  Le lampade sono alberi e colonne, una collana di perle nasce da una conchiglia, la pittura sembra rappresentare la presenza di un bozzetto per un progetto, il pavimento diventa il display espositivo per  moduli di dipinti: un segno  che si ripete come una tacca. Dalla sintesi si arriva all’arabesco nel tema decorativo delle camicie appese, che si prestano come superficie per affrontare il motivo pittorico. I dipinti di Matisse si possono dunque  indossare,   così com’è possibile arredare guardando le fluide forme di Gauguin. Tutto sembra tendere alla decoratività, la tavolozza prevalentemente fatta da toni morbidi e pastello un po’ sbiaditi trova una perfetta e suggestiva collocazione nelle belle sale dello spazio Indipendenza, già carico di  pavimenti decorati, tetti affrescati e finti marmi.

Tutta la cultura visiva dell’ultimo secolo viene ripensata attraverso nuove forme che rimangono passibili di cambiamenti essendo aperte e fluide. La costruzione usuale dell’artista di ambienti privati viene quasi eliminata in favore dalla presenza centrale dell’oggetto che sembra adesso lasciato libero di esistere  da solo,   garantendo in questo modo alla cosa un’inaspettata autonomia formale, meno critica che nei lavori passati dove era più esplicita e forte l’ambivalenza tra oggetto e opera, tra arredo e scultura, tra decorazione e pittura. Un lavoro di gusto personale condiviso con lo spettatore che guarda, una suggestione effimera. In un momento storico caratterizzato da un’altra densità di eventi, l’artista può ancora scegliere di agire/documentare, con lavori aperti e esteroflessi o astenersi/dissociarsi con lavori intimi, apparentemente chiusi. In entrambi i casi l’artista non si esime dal suo ruolo di medium tra l’accadimento e la vista interiore.

Marc Camille Chaimowicz mette in mostra, bozzoli simili a sfere confortevoli e distanti in cui la retorica della decorazione agisce come ciò che distrae.

In mostra fino al 10 settembre 2016

Marc Camille Chaimowicz,   «Now and Then... » -  Indipendenza,   Roma 2016 - Installation view

Marc Camille Chaimowicz, «Now and Then… » – Indipendenza, Roma 2016 – Installation view

Marc Camille Chaimowicz
Now and Then…
Until September 10th, 2016

Indipendenza hosts the first exhibition in Rome by Marc Camille Chaimowicz since his stay at the British School at Rome in 1998. Tailored for the different rooms of the exhibition space, the show «Now and Then…» – Ora e Allora… in Italian – was conceived with curator Eva Svennung as a journey through different aspects and moments of the artist’s work.

By inviting the viewer to delve into the parallel worlds which the artist has long been elaborating, the show engages the visitor in a joyful revision of the status of the works presented. Prompted by the specific exhibition environment which Indipendenza induces, older pieces are now in dialogue with current proposals; speculations around pieces or more ample projects still to materialize – or not. New works but also new renderings divert from a certain tendency to commodify practice, manifesting instead a many-layered approach to the de?cor the artist was invited to temporarily occupy. Hence the fluidity – embodied by The Small Vehicles of Rome (1998), now seemingly punctuating the show – and the openness to the various possible « devenirs » of the proposals at hand, which are inherent to the work and to the artist’s habit of reshuffling situations. A mischievous stance perhaps, but one that prevents the work from being encapsulated and narrowed down, prolonging instead a timeless and precious sense of suspension and reverie.

«Now and Then…» features works by Becky Beasley, Cle?mence Joly and Marie Charlotte Urena.

(Press release)

Marc Camille Chaimowicz,   «Now and Then... » -  Indipendenza,   Roma 2016 - Installation view

Marc Camille Chaimowicz, «Now and Then… » – Indipendenza, Roma 2016 – Installation view

Marc Camille Chaimowicz,   «Now and Then... » -  Indipendenza,   Roma 2016 - detail

Marc Camille Chaimowicz, «Now and Then… » – Indipendenza, Roma 2016 – detail

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