Le immagini Reinventate tra citazioni e rivisitazioni

A Carrara una mostra che raccoglie opere e poetiche che messe a confronto restituiscono la molteplicità degli sguardi sul passato.
12 Luglio 2017

E’ inaugurata da pochi giorni la mostra Le immagini Reinventate, un excursus sul variegato mondo della citazione/rivisitazione/appropriazione da parte di una selezione di 14 artisti. Curata da Lucilla Meloni, la collettiva è ospitata al CAP-Centro Arti Plastiche di Carrara fino al 10 settembre.
Gli artisti in mostra – Stefano Arienti, Gianfranco Baruchello, Mike Bidlo, Gea Casolaro, Sam Durant, Cyprien Gaillard, Debora Hirsch, Thorsten Kirchhoff, Myriam Laplante, Mauricio Lupini, Aleksandra Mir, Vik Muniz, Luis Felipe Ortega e Daniel Guzman – fanno parte di quella generazione che inizia a lavorare tra gli anni ’80 e i ’90 del secolo scorso, artisti per i quali lo sguardo sulle opere di altri autori, su specifiche poetiche o mezzi di comunicazione, si inserisce in quella totale libertà espressiva caratteristica della nostra contemporaneità e viene perseguito secondo una sorta di montaggio, attraverso la pittura, il cinema, il video, la fotografia, la stampa, l’immagine sintetica.

Seguono alcune domande alla curatrice.

ATP: Perché negli anni Sessanta/Settanta gli artisti hanno rivolto il loro interesse alle pratiche del citazionismo, della riappropriazione e della rivisitazione dell’arte del passato? Cosa cercavano o hanno scoperto rivolgendo lo sguardo a ritroso?

Lucilla Meloni: Di citazionismo, di appropriazionismo e di decostruttivismo si parlerà soltanto nel decennio successivo, cioè negli ani Ottanta. Quel che è certo è che nei decenni Sessanta e Settanta, che registrano, sia in Europa che negli Stati Uniti, la ridefinizione dei linguaggi dell’arte, molti artisti in diversi ambiti di poetica e per diverse ragioni inseriscono nelle loro opere citazioni da altre opere, sia tramite innesti testuali sia attraverso rivisitazioni, sia mediante la fotografia e il collage, sia attraverso la pittura. E’ impossibile pertanto ridurre ad uno quello che si presenta come molteplice: già a metà degli anni Cinquanta nell’ambito del New Dada Rauschenberg inseriva nei suoi quadri riproduzioni di opere d’arte, la Pop Art poi fa della citazione, soprattutto nei casi di Larry Rivers, di Andy Wharol e di Roy Lichstenstein una pratica corrente. Per altre ragioni e con un diverso sentire, altri artisti si sono confrontati con le opere del passato: per restare in ambito italiano basti pensare a Tano Festa, a Giulio Paolini, a Salvo, a Luigi Ontani, a Carlo Maria Mariani… Ma gli artisti citano o rivisitano anche opere a loro coeve, come fa Michelangelo Pistoletto con “La stufa di Oldenburg”, o come fa Rauschenberg quando cita “Flag” di Jasper Johns in “Short Circuit (Combine Painting)”.
Quello che è interessante è che in un momento di forte sperimentazione dei linguaggi, tanto che parliamo di neoavanguardie, molti artisti hanno volto il loro sguardo sull’opera di un altro autore, per la maggior parte dei casi appartenente al passato, e l’immagine anacronistica è divenuta parte fondativa della loro opera, senza tradire con ciò quel principio di invenzione alla base di ogni opera d’arte.

ATP: Nella mostra “Le immagini Reinventate”, hai messo in relazione 14 artisti internazionali di provenienza e formazione molto eterogenea. Qual è il nesso che unisce le loro ricerche, anche e soprattutto in relazione al tema della mostra?

LM: A parte Gianfranco Baruchello, la cui “Verifica incerta” realizzata con Alberto Grifi nel 1964-65 funge in questa mostra come “madre” delle successive citazioni dal cinema, pratica così presente nell’arte contemporanea, gli altri artisti iniziano tutti a lavorare dopo i primi anni Ottanta. La scelta è stata dunque quella di presentare la generazione successiva agli autori che ho nominato nella mia precedente risposta. Ognuno di loro rappresenta, per così dire, una via che attraversa il variegato mondo della citazione/rivisitazione/appropriazione; si tratta di opere e di poetiche anche molto diverse tra loro, ma che messe a confronto, come nella mostra, restituiscono la molteplicità degli sguardi sul passato…Un passato liberato dal peso della tradizione, dell’essere ”exemplum”: un passato che, al contrario e senza nostalgia, nelle loro mani si alleggerisce….

Le Immagini Reinventate - Stefano Arienti_Aleksandra Mir e Vik Muniz - ph Mauricio Lupini

Le Immagini Reinventate – Stefano Arienti_Aleksandra Mir e Vik Muniz – ph Mauricio Lupini

Luis Felipe Ortega e Daniel Guzman, Remake, 1994, video 10(2)

Luis Felipe Ortega e Daniel Guzman, Remake, 1994, video 10

ATP: Oltre all’ambito strettamente artistico, gli artisti elaborano immagini e immaginari mutuati da altri ambiti, come quello cinematografico e della comunicazione. Mi fai degli esempi di opere in mostra dove sono evidenti i ‘prelevamenti’ da questi diversi settori?

LM: Il cinema è una fonte d’ispirazione per molte opere in mostra, a partire da “Verifica incerta” che ho già citato, il primo grande ready made cinematografico, composto dal montaggio di diversi frammenti provenienti dal cinema hollywoodiano, che dà vita a una trama impossibile, che col suo succedersi di scene tematiche sovverte qualsiasi linearità narrativa. Thorsten Kirchhoff sostiene che il cinema è un archivio senza fine, il quadro “Massimi sistemi” si ispira a una scena tratta da “La Notte” di Michelangelo Antonioni e anche nei suoi film ci sono citazioni anche sotto forma di innesti testuali; così anche Gea Casolaro, che con “Still here” presenta una serie di fotografie dove coesistono realtà e finzione, passato e presente: le scene di film girati a Parigi e il loro stesso sito dove scorre la vita quotidiana. Nelle due grandi fotografie di Myriam Laplante intitolate “Limbo”, come in un palinsesto, si assommano immagini dell’artista e la proiezione di alcune scene tratte dal film “ La petite Aurore, l’enfant Martyre”.

ATP: I mezzi espressivi adottati dagli artisti in mostra sono molto diversi: dalla pittura al linguaggio cinematografico, dal video alla fotografia. E’ inevitabile pensare che i mezzi utilizzati hanno facilitato la ‘reinvenzione’ delle immagini. Penso al montaggio per quanto riguarda il cinema, ma anche al collage in fotografia. Mi racconti alcune opere in mostra dove si evince quanto la tecnica usata ha favorito e potenziato l’elaborazione delle immagini?

LM: Indubbiamente in molti casi si tratta, sia concettualmente che praticamente, di un montaggio realizzato sia attraverso la pellicola cinematografica, sia attraverso la fotografia. Tecniche ormai tradizionali. Vorrei soffermarmi ancora sulla singolarità di ogni lavoro: ad esempio Mike Bidlo presente con un “Not Morandi” ha dipinto, copiandola, una natura morta di Morandi; Vik Muniz nel suo “Pictures of Dust” ha ricreato con la polvere le sculture riprodotte in una fotografia, poi ha fotografato quello che ha eseguito e lo ha ingrandito…Penso che i mezzi espressivi usati siano molto importanti quando diventano linguaggio e segnano una differenza, come anche nel caso di “Remake”: il video realizzato nel 1994 da Luis Felipe Ortega e Daniel Guzman che riproduceva- in video- alcune performance degli anni Sessanta di Bruce Nauman, di Terry Fox, di Paul MacCarthy.

Vik Muniz, Picture of Dust, 2000, stampa al bagno di sbianca, 112 x 263 cm, Collezione privata, Roma. Foto Studio Boys, Roma

Vik Muniz, Picture of Dust, 2000, stampa al bagno di sbianca, 112 x 263 cm, Collezione privata, Roma. Foto Studio Boys, Roma

ATP: Alcuni artisti, più di altri, hanno adottato – o manipolato – riviste, cartoline, dischi in vinile, fotografie analogiche, diapositive. Quali artisti presenti in mostra hanno trasformato questi materiali per le loro ricerche?

L.M. In alcuni casi hanno manipolato effettivamente, come fa Stefano Arienti: “Cavallo” è l’immagine di una diapositiva graffiata stampata su carta intelata con il trasferimento elettrostatico. In altri hanno utilizzato un’immagine proveniente dalla cultura popolare, come il “Santo Expedito” di Debora Hirsch, che è la rivisitazione pittorica delle cartoline del Santo brasiliano, dalla enorme diffusione, immagine virale al tempo dell’analogico, dice l’artista; in altri casi si sono ispirati ai vecchi LP, come fa Aleksandra Mir, che disegna a pennarello su carta un enorme vinile intitolato “Senzatramoto”, o agli oggetti di design pubblicizzati sulle riviste di settore degli anni Sessanta, come fa Mauricio Lupini con “Fiera Campionaria”.

ATP: La storia, le vicende strettamente legate ad avvenimenti tragici entrano di forza in molte opere. Quali artisti hanno raccontato, mediante immaginari contemporanei, le vicende attuali? Penso ad esempio all’opera di Cyprien Gaillard Untitled (New York Marble Sculpture).

L.M. A parte il caso che giustamente citi, il “New York Marble Sculpture” di Gaillard, una scheggia di marmo proveniente dal rivestimento di uno degli edifici del World Trade Center, già nella collezione permanente del Centro di Arti Plastiche, il riferimento alla storia, nello specifico alla storia dell’anarchia a Carrara, è presente in “Propaganda of the Deed” di Sam Durant: i sei busti marmorei (non finiti) di altrettanti anarchici. Ma la storia si rintraccia anche nel “Diorama Penetrable” di Mauricio Lupini: una rivisitazione del “Penetrable” di Jesus Rafael Soto, costruito però con strisce di carta ritagliate dalle pagine di “Domus” delle annate 1954-1961, su cui Gio Ponti aveva scritto a proposito dell’affermazione del modernismo in Venezuela, perché come afferma l’artista, anche attraverso il fallimento di quel progetto si comprende il presente del Venezuela.

Le immagini Reinventate
Carrara (MS) — CAP-Centro Arti Plastiche, Via Canal del Rio
Dal 7 luglio al 10 settembre 2017
L’esposizione, prodotta e organizzata dal Comune di Carrara nell’ambito di Carrara Marble Weeks 2017

In contemporanea con la mostra  Le immagini Reinventate, sempre a Carrara inaugura PIERO GILARDI. Estetiche dell’Antropocene: una mostra di Gaia Bindi ospitata all’ Accademia di Belle Arti di Carrara –  Palazzo Cybo Malaspina (dal 7 luglio al 26 agosto 2017.
CS — PIERO GILARDI. Estetiche dell’Antropocene, una mostra

Le immagini Reinventate - Thorsten Kirchhoff e Sam Durant_ph Mauricio Lupini

Le immagini Reinventate – Thorsten Kirchhoff e Sam Durant_ph Mauricio Lupini

Stefano Arienti, Cavallo, 1997, stampa elettrostatica su tela 139 x 80 cm, courtesy Studio Sales di Norberto Ruggeri

Stefano Arienti, Cavallo, 1997, stampa elettrostatica su tela 139 x 80 cm, courtesy Studio Sales di Norberto Ruggeri

Aleksandra Mir, Senza tramoto, 2010 pennarello su carta 200 x 200 cm

Aleksandra Mir, Senza tramoto, 2010 pennarello su carta 200 x 200 cm

Theme developed by TouchSize - Premium WordPress Themes and Websites