Larry Stanton – Think of me when it thunders | APalazzo, Brescia

Dai volti di Stanton emergono i pensieri, le emozioni e sensazioni che si celano dietro gli sguardi densi e liberi, emergono i tratti fondamentali dei caratteri e delle soggettività che l’artista vuole portare allo spettatore, solo grazie a colori e linee.
24 Agosto 2020
Larry Stanton Think of me when it thunders Installation view at APALAZZOGALLERY Courtesy the artist and APALAZZOGALLERY

Testo di Davide Pirovano —

Ha inaugurato il 3 agosto presso la APALAZZOGALLERY di Brescia la prima personale europea dedicata a Larry Stanton, a 36 anni dalla morte dell’artista, comunque la seconda personale dopo il solo show del 1983 alla Holly Solomon Gallery di New York City.
Un notevole contributo alla scoperta e al peso dell’artista, lo si deve a Fabio Cherstich (Udine, 1984), regista e scenografo di Teatro e Opera, che parallelamente sostiene un percorso di ricerca e riscoperta di alcuni artisti americani, scomparsi prematuramente a causa dell’AIDS negli anni 80. Cherstich infatti, smuove le proprie ricerche verso Stanton a partire da un’importante progetto sviluppato precedentemente, che ha visto come soggetto di riscoperta l’artista Patrick Angus. Il regista, che ne è il principale collezionista europeo, si dedica altresì alla valorizzazione e diffusione della sua opera, come avviene con la personale alla Thomas Fuchs Galerie di Stoccarda.

“Ho scoperto il lavoro di Larry Stanton per caso, facendo ricerche online su un artista che amo e colleziono da anni: Patrick Angus. Era gennaio del 2018. Larry Stanton non conosceva Patrick Angus: Larry nel 1984 morì di AIDS a soli 37 anni, Patrick in quell’anno si stava trasferendo definitivamente a New York. Colpito dalla bellezza delle poche immagini trovate ho continuato le mie ricerche fino a incappare nel contatto di Arthur Lambert, la persona più importante che potessi sperare di raggiungere.” (Fabio Cherstich)

Think of me when it thunders, un’esposizione voluta da Chiara Rusconi di APALAZZOGALLERY, è il risultato del forte interesse del regista di riscoprire le opere di Stanton e del fortunato incontro con Lambert, fidanzato, mentore e ad ora unico rappresentante della produzione, gelosamente custodita a Greenwich Village. Lambert, con cui Cherstich ha iniziato un importante lavoro di archiviazione, riscoperta e valorizzazione dell’opera di Stanton, è anche colui che introduce l’artista a David Hockney  e a tutta la cerchia che animava la vita libera e irriverente della New York fine anni 70 e inizio anni 80, dove arriva all’età di 20 anni e rimane a vivere a Manhattan fino alla morte nel 1984. Hockney è stato per tutta la vita amico e sostenitore di Larry.

Le opere esposte sono principalmente disegni su carta e tre rari dipinti. La produzione, purtroppo stroncata troppo prematuramente dalla morte di Stanton, è un’intensa ed emozionale attività ritrattistica, che testimonia i volti di numerose soggettività, tra cui quelle di molti ragazzi scomparsi tristemente per le stesse ragioni che hanno portato via l’artista.

Raymond Foye , 1981 drawing on paper 43 x 35 cm Courtesy the artist and APALAZZOGALLERY
Larry Stanton Think of me when it thunders Installation view at APALAZZOGALLERY Courtesy the artist and APALAZZOGALLERY
Larry Stanton Think of me when it thunders Installation view at APALAZZOGALLERY Courtesy the artist and APALAZZOGALLERY

“Larry Stanton era un ritrattista. L’abilità nella ritrattistica è un istinto, non può essere insegnata” afferma David Hockney, “Il ritrattista è un osservatore di persone, i suoi atteggiamenti e sentimenti si riflettono nelle sue osservazioni e di solito l’interesse per la personalità risulta nello studio del volto, e altri aspetti della personalità si rivelano nel corpo; postura, modi di muoversi, ecc., ma la maggior parte si rivela nel volto. Ciascuno ha il proprio volto e Larry lo sapeva d’istinto”. (“Larry Stanton, painting and drawing” edito da Arthur Lambert e pubblicato da Twelvetrees Press NYC, 1986)

Dai volti di Stanton emergono i pensieri, le emozioni e sensazioni che si celano dietro gli sguardi densi e liberi, emergono i tratti fondamentali dei caratteri e delle soggettività che l’artista vuole portare allo spettatore, solo grazie a colori e linee.  I soggetti sono le persone che Stanton incontra nel proprio percorso personale, la propria famiglia, gli scrittori, ma soprattutto i ragazzi  le cui vite intersecano quella di Larry nella quotidianità. I suoi ritratti  fortunatamente riscoperti, raccontano le storie di chi ha vissuto una New York particolare, turbine di un costante cambiamento. La miglior produzione dell’artista comincia dal 1981, dopo un episodio psicotico. Lo studio a Greenwich Village diviene fulcro di incontri tra diverse personalità attratte dall’opera e dalla personalità di Stanton, tra cui Hockey, Harry Geldzahler, Christopher Isherwood e soprattutto Arthur Lambert.

La mostra presso la APALAZZOGALLERY a Brescia rimarrà aperta fino al 24 agosto 2020, occasione per scoprire, conoscere e approfondire i ritratti di un artista purtroppo poco ricordato e valorizzato. La mostra, Think of me when it thunders, prende il nome da un intimo e delicato accordo tra Arthur e Larry, nel periodo vissuto dall’artista in ospedale, dopo la diagnosi.

“Un giorno in ospedale Larry cercò di pensare a qualcosa che mi avrebbe fatto ricordare di lui quando se ne fosse andato e la mia memoria di lui si fosse offuscata. Dopo aver riflettuto per un momento, disse ‘Lo so, pensa a me quando tuona’. Sembrava una buona idea, ma non ha funzionato come ci aspettavamo. Non tuona ogni giorno”
(Arthur Lambert, il testo riportato qui è incluso nel volume “Larry Stanton, painting and drawing” edito da Arthur Lambert e pubblicato da Twelvetrees Press NYC, 1986).

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