Lap-See Lam, Like The Eight Immortals | L’AscensoreOFF, Palermo

"Le figure chiave di questo progetto sono otto membri di una famiglia, che danno inizio allo spin-off di “Dream of The Walled City”. Un po’ come nel corso di una seduta spiritica, i commensali sono stati evocati e hanno fatto parte di un incontro molto particolare. " Intervista con la curatrice Valentina Sansone
28 Giugno 2017

L’AscensoreOFF, a cura di Valentina Sansone, prende le mosse dall’omonimo progetto nato all’incirca un paio di anni fa a Palermo grazie ad Alberto Laganà. Sotto la direzione artistica di Gianluca Concialdi lo spazio-vetrina ha ospitato per lo più giovani artisti sia italiani che stranieri. Ora, con il progetto OFF, L’Ascensore si espande in spazi pubblici, come la Casa del Mutilato, la sede del primo progetto proposto dall’artista Lap-See Lam. Insieme a L-v-L (Thomas Bush) e Karin Bähler Lavér, con cui collabora dal 2010, Lap-See Lam presenta una pubblicazione e un’installazione site-specific, che include proiezioni e un gruppo di sculture in due spazi espositivi. Like The Eight Immortals (2017) affronta il tema dell’identità in età postcoloniale, a partire dal progetto in progress Landing Strip.
Per entrare nel merito del lavoro di Lap-See Lam e per capire meglio in cosa consiste e come si svilupperà nel tempo L’AscensoreOFF, abbiamo posto alcune domande alla curatrice Valentina Sansone.

ATP: Stai seguendo a Palermo per lo spazio L’Ascensore, una serie di eventi e un programma pubblico. In cosa consiste AscensoreOFF?

Valentina Sansone: L’AscensoreOFF nasce come public program del progetto L’Ascensore, lo spazio-vetrina per l’arte contemporanea a Palermo, fondato da Alberto Laganà nel 2015, con la direzione artistica di Gianluca Concialdi. L’Ascensore è un contenitore di soggetti e di sinergie, una struttura che ho voluto conservare anche nella programmazione destinata alle sedi OFF. A differenza degli eventi che si svolgono regolarmente da due anni nello spazio permanente, L’AscensoreOFF si sposta nello spazio pubblico. Parallelamente a un display concepito per lo spazio-vetrina, il programma attiva allo stesso tempo anche una sede temporanea, grazie a nuove produzioni site-specific, spesso con il coinvolgimento di una comunità. La scelta di Casa del Mutilato a Palermo, ad esempio, è stata influenzata soprattutto dalla tipologia del lavoro di Lap-See Lam (1990, Stoccolma. Vive e lavora ad Atene), la prima artista invitata a L’AscensoreOFF. L’intero palazzo fu costruito tra il 1935 ed il 1937 dall’architetto Giuseppe Spatrisano per i mutilati e per i martiri di guerra, da qui il suo nome. L’altare del cortile interno e la Sala delle Adunanze, al piano terra, sono decorati da affreschi con figure di santi che assistono a scene di guerra. È un luogo in cui l’installazione di Lap-See Lam, Karin Bähler Lavér e Thomas Bush, che affronta il tema dell’identità in età postcoloniale, si adatta alla perfezione. La realizzazione di questo nuovo lavoro, poi, è stata accompagnata da una ricerca sul territorio che ha coinvolto la comunità cinese a Palermo.

ATP: La prima proposta è la mostra “Like The Eight Immortals”, di Lap-See Lam.  L’artista presenta un progetto a più mani, nato dalla collaborazione con L-v-L (Thomas Bush) e Karin Bähler Lavér. In cosa consiste il loro intervento?

VS: Ho conosciuto Lap-See Lam a Stoccolma, dove ho partecipato a Disko Dumpling: un club al Bamboo Garden, il ristorante cinese dei suoi genitori. Una parte importante del lavoro di Lap-See è rappresentata dagli eventi di natura performativa, a cui l’artista invita artisti, DJ, musicisti, i suoi amici, che molto spesso finiscono con il collaborare insieme. Una pratica artistica totalmente in linea con la missione di L’AscensoreOFF: un dispositivo che intende creare una rete di soggetti locali attivi, uno scenario alternativo alle istituzioni locali, che supporta ed esplora la scena cittadina in ambiti differenti.
Quando Lap-See ha deciso di coinvolgere nel progetto a Palermo anche Karin e Thomas, con cui aveva già collaborato in passato, la notizia non mi ha sorpreso affatto. Karin Bähler Lavér (Stoccolma, 1989. Vive e lavora a Londra) organizza incontri e performance, che concepisce come un’esperienza collettiva e come parte integrante della sua ricerca artistica; Thomas Bush, invece, fa parte di L-v-L, una collaborazione con sede a Stoccolma e Londra le cui attività sono interamente dedicate alla storia della città fortezza di Kowloon negli anni precedenti alla sua distruzione, avvenuta nel 1994.
A Palermo, gli artisti hanno ricostruito una macchina del tempo. Il loro intervento rappresenta una riflessione sull’identità e sulle motivazioni che spingono una stirpe o una dinastia a tenere in vita il sentimento di appartenenza a una cultura.

ATP: In mostra la complessa e tuttora in corso, installazione Landing Strip (2010-in progress). Come è nato questo lavoro? Ha dei nessi con la città di Palermo?

VS: “Like the Eight Immortals” è il titolo della produzione realizzata appositamente per L’AscensoreOFF, due ambienti che includono elementi installativi, video e sonori. “Like the Eight Immortals”, però, è essenzialmente lo spin-off di “Dream of The Walled City”: la sceneggiatura, scritta da L-v-L e pubblicata da Landfill Editions, da cui sono nati sia Landing Strip (2010-in progress) – un’installazione con un bar, scene da provini, questo script e una colonna sonora – che la loro collaborazione. Il personaggio principale di “Dream of The Walled City” è Ying Ying. A Palermo, Ying Ying siede con gli altri commensali al tavolo alla Casa del Mutilato e apre un nuovo capitolo della Landing Strip saga.
Landing Strip si ispira alla storia di Kowloon, una città-stato autonoma, al di fuori di ogni giurisdizione, sull’isola di Hong Kong, che oggi non esiste più. Nonostante sia stata rasa al suolo più di vent’anni fa, Kowloon Walled City ha ispirato produzioni cinematografiche hollywoodiane, videogiochi e manga. Landing Strip è il risultato della ricerca degli artisti su Kowloon e sulla sua struttura, densa e improvvisata. La città di Palermo, da oltre 2000 anni punto nodale di flussi globali e culture diverse, per sua stessa natura amplifica questi temi, di cui rappresenta lo scenario ideale. Gli artisti creano un ponte tra la storia della cultura di cui Lap-See è originaria, e la storia recente dei flussi di migranti, che ha come tragico scenario il Mar Mediterraneo.

Like The Eight Immortals, The Banquet, 2017. Otto booklet, un tavolo e otto sedie dal Ristorante Wenzhow, otto pesche, traccia sonora. Veduta dell'installazione a Casa del Mutilato, Palermo (15 giugno 2017). Foto: Giacomo D'Aguanno

Like The Eight Immortals, The Banquet, 2017. Otto booklet, un tavolo e otto sedie dal Ristorante Wenzhow, otto pesche, traccia sonora. Veduta dell’installazione a Casa del Mutilato, Palermo (15 giugno 2017). Foto: Giacomo D’Aguanno

ATP: Mi racconti cosa è avvenuto nella sera del 15 giugno, nella Sala delle Adunanze della Casa del Mutilato di Palermo?

VS: Le figure chiave di questo progetto sono otto membri di una famiglia, che danno inizio allo spin-off di “Dream of The Walled City”. Un po’ come nel corso di una seduta spiritica, i commensali sono stati evocati e hanno fatto parte di un incontro molto particolare. Si sono scambiati ricette, torta di crema, stinco di maiale, Poon-choi, pollo brasato con germogli di bambù, e qualche confidenza. Ciascuno di loro ha scritto all’altro: le loro lettere, le ricette e delle poesie, sono raccolti in una pubblicazione, che è stata presentata nel corso dell’inaugurazione.
Nella doppia location dello spazio-vetrina e, solo per la sera del 15 giugno, nella Sala delle Adunanze di Casa del Mutilato, “Like The Eight Immortals” ha reso possibile un incontro tra generazioni passate e future. Otto membri di un albero genealogico, che si delinea nell’arco di oltre duecento anni: ha origine nel 1952, in un distretto della città di Meizhou, nella provincia cinese del Guangdong, e prosegue fino al 2181: attraversa la California, la Sicilia, la Svezia, la Sierra Leone, e fa ritorno a Hong Kong.
I due lungometraggi presentati a Casa del Mutilato, parte dell’ambiente installativo, sono entrambi un omaggio ai temi di questa mostra: in “Daughters of the Dust”, del 1992, una famiglia plurigenerazionale lotta per mantenere le sue tradizioni, mentre si prepara a lasciare la sua terra d’origine; “Boat People” è un documentario del 1982, che racconta la storia del popolo vietnamita dopo la caduta di Saigon, con la fine della guerra del Vietnam. All’interno dell’architettura fascista, una selezione di immagini, storiche e nostalgiche, e un set di figure stereotipate sulla cultura orientale, si sono contrapposti a un’estetica ipertecnologica del rendering in 3D nel video Oriental Travesty (2016), di Lap-See Lam.

ATP: L’Ascensore consiste in uno spazio-vetrina in Via Principe di San Giuseppe. Quali sono, a tuo parere, i punti di forza di questo luogo di ricerca? Anche in relazione alla città di Palermo… tra poco sede di Manifesta?

VS: Dal 2015, L’Ascensore presenta le opere di artisti internazionali e locali all’interno di uno spazio non convenzionale. Supporta la ricerca artistica grazie alla realizzazione di nuove produzioni realizzate in situ. La presenza di una realtà come questa è sicuramente un fattore positivo per Palermo e fare parte di questo progetto con un programma pubblico rappresenta una bella sfida.
La presenza di una Biennale internazionale come Manifesta a Palermo è certamente un’occasione importante per la città, che ha la possibilità e la responsabilità di intervenire con delle proposte e con dei contenuti. Qui, alcuni percorsi che si sono delineati nel corso degli anni hanno molto da aggiungere sul patrimonio culturale recente della città e sulla sua identità. A Palermo è importante lavorare a un sistema che raccolga l’eredità di tutto questo, anche dopo il singolo evento della biennale e successivamente al 2018, che vede inoltre Palermo capitale della Cultura in Italia.

ATP: Progetti in programma per AscensoreOFF?

VS: Casa del Mutilato è stata aperta al pubblico il 15 giugno scorso, per la prima volta per un evento di arte contemporanea. Molti visitatori si sono trovati all’opening della mostra perché erano sempre stati curiosi di vistare il Palazzo, che potevano ammirare solo dalla suo esterno così monumentale. La sensazione di aver fornito un servizio apparentemente semplice, ma che ha dato la possibilità di aprire lo spazio a tutti, e di conoscerne la sua storia, è lo spirito che vorrei mantenere anche per i prossimi eventi di L’AcensoreOFF. La priorità va sicuramente ad artisti e a progetti che creano delle connessioni e degli effetti sul territorio.

Lap-See Lam / L-v-L / Karin Bähler Lavér
LIKE THE EIGHT IMMORTALS
A cura di Valentina Sansone
L’Ascensore, Via Principe di San Giuseppe, 14 / Casa del Mutilato, Via Alessandro Scarlatti Palermo
Fino al 15 luglio 2017
CS — Like Eight Immortals, L’AscensoreOFF, Palermo

Like The Eight Immortals, The Vase, 2017. Vaso in vetroresina, neon, sabbia, tavolino, tovaglia. Veduta dell'installazione a L'Ascensore, Palermo (15 giugno 2017). Foto: Giacomo D'Aguanno

Like The Eight Immortals, The Vase, 2017. Vaso in vetroresina, neon, sabbia, tavolino, tovaglia. Veduta dell’installazione a L’Ascensore, Palermo (15 giugno 2017). Foto: Giacomo D’Aguanno

Like The Eight Immortals, 2017. Booklet, ricette, lettere, testi di aa.vv. Edizione di 150. Veduta dell'installazione a Casa del Mutilato, Palermo (15 giugno 2017). Foto: Giacomo D'Aguanno

Like The Eight Immortals, 2017. Booklet, ricette, lettere, testi di aa.vv. Edizione di 150. Veduta dell’installazione a Casa del Mutilato, Palermo (15 giugno 2017). Foto: Giacomo D’Aguanno

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