L’immagine ha progressivamente perso il ruolo illustrativo per abbracciare logiche di produzione e condivisione che ne ricodificano la stessa natura e Kunst Meran Merano Arte inaugurerà il programma espositivo 2019 – 2020 partendo proprio da queste riflessioni. Il museo resterà chiuso dal 14 gennaio al 15 marzo per interventi di rinnovamento del sistema di allarme e videosorveglianza e sarà proprio quest’ultimo il tema centrale su cui verterà l’indagine sullo statuto dell’immagine. La pratica dell’artista italiana Irene Fenara, selezionata ad ArtVerona, si sviluppa a partire dalle teorie legate alla Visual culture e ai cambiamenti dell’atto visivo servendosi di svariati dispositivi, dalla Polaroid alle telecamere di sorveglianza. Fenara realizza così installazioni che ruotano attorno all’immagine e in cui foto e video sono usati per rovesciare i consueti punti di vista creando disorientamento spaziale e cortocircuiti visivi sottraendo immagini al normale flusso di riprese delle telecamere a circuito chiuso. Distant Eyes sarà un intervento atipico, che si snoderà attraverso le sale vuote di Kunst Meran Merano Arte proprio quando questo sarà chiuso per la manutenzione dell’apparato di videosorveglianza e il pubblico sarà coinvolto nella ricerca delle opere dell’artista, disperse nello spazio espositivo temporaneamente “incustodito”.
Da marzo, Kunst Meran Merano Arte riprenderà ufficialmente il suo programma espositivo con la mostra Da lontano era un’isola, in cui saranno protagonisti Katinka Bock, Giulia Cenci e Philipp Messner. Il titolo riprende l’omonimo testo di Munari pubblicato nel 1971, in cui il lettore è condotto alla scoperta di mondi nascosti delineati dalle venature che si trovano sulla superficie dei sassi portandolo a ripensare la propria percezione della realtà. Katinka Bock realizza sculture in cui materiali come la ceramica, il bronzo e il vetro dialogano con lo spazio in cui si inseriscono, rendendo l’architettura circostante un proseguo dei suoi interventi. Altro elemento importante è il riferimento alla natura, attraverso l’uso di sabbia o legno, e alla creazione di momenti di scambio tra l’interno dello spazio espositivo e l’ambiente esterno. Anche Giulia Cenci pone la sua attenzione alla percezione dello spazio e alla sua manipolazione. Unendo materiali industriali ad elementi organici come il legno, delinea una sorta di paesaggio che investe l’ambiente espositivo e che mira ad evocare associazioni di idee in continuo movimento.
Philipp Messner, infine, mette al centro della propria ricerca la percezione ed il rapporto che si instaura tra oggetto ed osservatore. I suoi interventi variano dall’installazione alla scultura ma cercano sempre di mettere alla prova le capacità d’osservazione di coloro che si relazionano con le sue opere e mettere in dubbio i tradizionali canoni visivi in cui difficilmente si possono discernere i media impiegati. Tutti e tre gli artisti creeranno ognuno la propria isola nei tre piani del Kunst Meran Merano Arte, modificando la percezione e l’assetto dello spazio espositivo in cui il pubblico sarà una presenza attiva.
Il rapporto tra naturale e artificiale e soprattutto quello tra uomo e l’ambiente che lo circonda sarà ripreso anche nella mostra Alterazioni Video. Incompiuto: la nascita di uno stile. Negli ultimi dieci anni il collettivo Alterazioni Video si è impegnato in una indagine sulle “rovine del contemporaneo”, ovvero le opere pubbliche incompiute che pullulano sul territorio. Una cartografia dell’incompiuto, definito un vero e proprio stile architettonico. Questi monumenti sono il ricordo di qualcosa che non ha mai visto né la sua fine né il suo utilizzo, ma che ormai convivono con le rovine lasciate dalla storia artistica e culturale del nostro paese e a Kunst Meran Merano Arte saranno raccontati gli esiti e gli sviluppi di questa ricerca.
Lo statuto dell’immagine e le sue manipolazioni tornano centrali nel corso della programmazione con Özlem Altin, la cui pratica attinge da un personale archivio d’immagini e testi, ricavato da fonti disparate e che l’artista rilegge attraverso l’uso del disegno e della fotografia. Nelle sue installazioni il corpo è spesso in primo piano, ma i volti sono coperti e associati ad altri oggetti. Le immagini acquistano la valenza di oggetti intercambiabili che stabiliscono una nuova relazione con l’osservatore e lo spazio. L’artista trascorrerà un periodo a Merano dove inizierà una ricerca di nuovi materiali con cui intervenire nel museo.
Kunst Meran Merano Arte chiude il suo programma espositivo con DESIGN FROM THE ALPS, una rassegna sulla produzione artistica e culturale del design moderno dell’area Südtirol e Alto Adige, realizzato in collaborazione con NABA (Nuova Accademia di Belle Arti di Milano) e Libera Università di Bolzano. Crocevia delle più disparate correnti artistiche, l’area alpina ha saputo assorbire e reinterpretare molti stimoli provenienti da contesti culturali diversi e la mostra sarà una occasione per delineare la produzione legata al design e stimolo per la creatività di giovani artisti.
Di seguito il programma espositivo 2019 – 2020 —
Irene Fenara – Distant Eyes
In collaborazione con ArtVerona/Level 0
A cura di Christiane Rekade
22 – 24 febbraio 2019
Da Lontano era un’isola
Katinka Bock, Giulia Cenci, Philipp Messner
A cura di Christiane Rekade
16 marzo – 16 giugno 2019
Alterazioni Video
Incompiuto: La nascita di uno stile
A cura di Christiane Rekade
29 giugno – 29 settembre 2019
Özlem Altin
A cura di Christiane Rekade
29 giugno – 29 settembre 2019
DESIGN FROM THE ALPS
SÜDTIROL/ALTO ADIGE TIROL TRENTINO 2019-2019
Curata da Claudio Larcher, Massimo Martignoni, Ursula Schnitzer
11 ottobre 2019 – 12 gennaio 2020