Manca circa un mese dall’opening dell’11° edizione fiera ArtVerona, che si presenta, già dalle prime righe del comunicato ufficiale, con un piano acquisizioni di opere d’arte che sale a 150 mila euro. Il programma del ‘dentro e fuori’ fiera è molto ricco e “vivace”. Gli eventi nei padiglioni sono: FOCUS XX | Faber – Fausto Melotti, un mostra dedicata al grande maestro; ARTES | Some Velvet Drawings, un focus del mezzo espressivo del disegno; ArtVeronaTalk, una serie di pubbliche discussioni sui temi dell’arte; atupertu, momenti dedicati al contatto con gli artisti nei vari stand della fiera; i6, un format dedicato agli spazi indipendenti italiani, Level 0, il format che vede direttori di musei e istituzioni d’arte italiani impegnati nel sostegno di un artista mediante un progetto ad hoc, Raw Zone, l’area in fiera dedicata al mercato emergente (Bruciati ne ha parlato in questa intervista) King Kong, format rivisitato dal direttore artistico per una diversa idea di monumento e di installazione, Concorso Icona, per individuare, che attraverso una Commissione presieduta da Gianfranco Maraniello, l’opera più rappresentativa dell’edizione 2015; Art Rounds, progetto di crowdfunding – in collaborazione con Celeste Network e l’Università degli Studi di Verona – per raccogliere i fondi per la realizzazione di due progetti d’artista che andranno a contaminare gli spazi universitari; (Per i dettagli di ogni sezione >). In città invece, diverse sedi ospitano Le meraviglie del 2000 – Opere dalla Collezione Stellatelli a Castelvecchio; Il tesoro misterioso | Herbert Hamak al Museo Lapidario Maffeiano; PhotoArtVerona | La Regina dei Caraibi | Opere dalla Collezione Milesi ad AMO; VideoArtVerona | La giraffa bianca | Rassegna video alla Protomoteca della Biblioteca Civica (Per ulteriori dettagli sulle varie mostra >)
ATPdiary dedica un approfondimento alla seconda edizione di ARTES, il format che quest’anno è dedicato al disegno – l’anno scorso ha visto come protagonista la pittura con la mostra “2000Maniacs, The Big Painting Show”, a cura di Lorenza Boisi e Andrea Bruciati – dal titolo “Some Velvet Drawings” e a cura di Eva Comuzzi (in collaborazione con Andrea Bruciati). Come l’anno precedente, saranno mostrare dieci opere di artisti proposti dalle gallerie in fiera ed esposte fin dal primo giorno, che nei giorni successivi entreranno in dialogo, con un corpus crescente di opere di artisti selezionati attraverso un contest dalla curatrice.

Pasquale Gadaleta Amor vincit omnia, 2015, salsa su carta da forno Opera di proprietà del Panificio Gadaleta
Per capire le premesse e il taglio curatoriale di questa sezione, ATPdiary ha posto alcune domande alla curatrice Eva Comuzzi.
ATP: Dopo l’approfondimento sulla pittura, ArtVerona dedica il ‘progetto di ricerca’ al disegno inteso come linguaggio e display innovativo. Quest’anno ti hanno invitato a curare “Some Velvet Drawings”. Mi racconti il taglio concettuale che hai dato a questo progetto?
Eva Comuzzi: Più che sul taglio concettuale, che forse avrebbe limitato la scelta, ho cercato di concentrarmi sulle modalità e varietà con cui oggi viene concepito il disegno, o meglio, l’opera su carta. E quando parlo di opera su carta intendo ad esempio anche il collage o la scultura, riprendendo così quel discorso sulla processualità iniziato nel 2013 sempre ad ArtVerona con Le lacrime degli eroi. Una mostra di video che in realtà parlava di scultura e di una finitezza data oggi dal continuo cambio della forma. Altro concetto che mi interessa particolarmente è quello del privato, al quale il disegno apparteneva. Poi, tutto è mutato, così come il significato stesso di privato, oggi in via di ridefinizione. Che cosa si intende infatti oggi con questo termine, quando tutto viene detto e fatto vedere?
ATP: La mostra mette in relazione opere su carta di dodici artisti storici con cinquanta opere di artisti giovani. Con che criterio avete scelto i Maestri per questo intenso confronto?
EC: Così come era avvenuto l’anno scorso, i 12 maestri sono stati scelti da Andrea Bruciati fra le gallerie presenti in fiera. A differenza però di un anno fa, dove fra i maestri erano presenti anche giovani artisti, quest’anno l’attenzione si è concentrata solo su figure che sono state davvero importanti nel definire il corso della storia dell’arte e le tendenze artistiche. Si parla infatti di Acconci, Agnetti, Arienti, Boetti, Capogrossi, Chiari, Clemente, Griffa, Paolini, Pascali, Schifano, Tobey. Credo che oltre all’importanza dei loro nomi, ? che però non sono certo gli unici ?, Andrea sia stato colpito dalle proposte fatte dalle gallerie.
ATP: Dal confronto tra Maestri e artisti più giovani, quali aspetti sono emersi? Grandi differenze o soprattutto analogie e tangenze?
EC: Molte analogie, prima fra tutte il grande senso di libertà che questo mezzo sa dare all’artista rispetto ad altri. È incredibile, perché è la forma più antica, più basica, quella che tutti noi pratichiamo sin da piccoli, che può essere sia definita o un semplice scarabocchio, eppure riesce sempre a far emergere la parte più nascosta di noi e, come in questo caso, a mettere in luce la parte più autentica dell’artista. Questo probabilmente perché – essendo riflessione intima e personale, spesso destinata al privato – non subisce condizionamenti, timore del giudizio, intromissioni esterne. È il contatto con la parte più spontanea, pura, vivace, immediata dell’autore. E, proprio per questo, capace di rivelarsi sempre una sorpresa.
ATP: Le cinquanta opere degli artisti sono state selezionante mediante un bando. C’è stata una giuria selezionatrice? Quali criteri avete tenuto come riferimenti per questa selezione?
EC: Li abbiamo scelti io e Andrea e devo dire che nonostante la nostra più che decennale collaborazione e l’affinità nelle scelte fatte in questi anni, è stato, in realtà, un confronto molto difficile. E lungo. Certo le opere proposte erano 150 e per la maggioranza tutte molto belle, ma delle nostre relative scelte iniziali (ovvero i nostri 50) sono passati a colpo sicuro solo 20. Io sono una persona che sceglie di pancia e che cerca anche di essere fedele agli artisti che segue e sostiene da più tempo. È capitato però che opere di artisti a me sconosciuti avessero una maggiore forza rispetto a quelli conosciuti. Ma non c’è assolutamente nulla di personale, abbiamo semplicemente valutato il disegno in concorso: qualità, varietà, forza e anche produzione più recente, rispetto anche all’età dei partecipanti. Il risultato sarà dunque un arazzo molto variegato, che rifletterà sulle diverse modalità di approccio alla carta da parte delle più giovani generazioni.
ATP: Una domanda più specifica sulla tecnica: cosa spinge, a tuo parere, un artista ad utilizzare come mezzo espressivo il disegno?
EC: La voglia di essere liberi e di non subire troppi condizionamenti o intromissioni.
ATP: In merito all’aspetto commerciale, spesso il disegno è stato penalizzato a discapito di altre tecniche ‘maggiori’ come la pittura o la fotografia. Ritieni che i collezionisti, negli ultimi anni, abbiano un atteggiamento diverso nell’acquisto di disegni?
EC: Non lo so. Non ho mai pensato che il disegno fosse penalizzato, anzi. Ho sempre creduto invece avesse un grande appeal per il collezionista soprattutto quello più ‘feticista’ e raffinato che va a ricercare nel pezzo l’unicità del momento, l’assoluto, il contatto con l’aspetto privato e misterioso dell’artista e dell’opera d’arte.
La ArtVerona si svolge dal 16 al 19 ottobre a Veronafiere – pad. 11 e 12, ingresso: Re Teodorico – Viale dell’ Industria

Thomas Braida Pugili, 2015, tecnica mista su carta, 24 x 38 cm Courtesy dell’artista e Monitor, Roma