#ATPsummerVision n° 1 — Simone Menegoi

ATPdiary invited some curators to point out three international artworks that summarize - or are meaningful of - three historical periods. We start with Simone Menegoi
5 Agosto 2015

ATPdiary invited some curators to point out three international artworks that summarize – or are meaningful of – three historical periods. 

One from the past, even very distant.

One from the present, focusing on the contemporary moment.

One from the future, with a strong perspective, in a nutshell, towards what’s next. 

We start with    Simone Menegoi 

Past —

Torso di Apollo, V-IV sec. AC  – © Musée du Louvre

 

Al mio grande amico Auguste Rodin

Torso arcaico di Apollo

Non conoscemmo il suo capo inaudito,

né le iridi che vi maturavano. Ma il torso

tuttavia arde come un candelabro

dove il suo sguardo, solo indietro volto,

resta e splende. Altrimenti non potrebbe abbagliarti

la curva del suo petto e lungo il rivolgere

lieve dei lombi scorrere un sorriso

fino a quel centro dove l’uomo genera.

E questa pietra sfigurata e tozza

vedresti sotto il diafano architrave delle spalle,

e non scintillerebbe come pelle di belva,

e non eromperebbe da ogni orlo come un astro:

perché là non c’è punto che non veda

te, la tua vita. Tu devi cambiarla.

Parigi, estate 1908

Rainer Maria Rilke

(Traduzione di Giacomo Cacciapaglia, Einaudi 1992)

Male torso,   C. 480-470 BC,   Provenance and manufacture Miletus © Musée du Louvre

Male torso, C. 480-470 BC, Provenance and manufacture Miletus © Musée du Louvre

Present —

Trisha Donnelly,  Untitled, 2010 – in corso, video digitale 

Il mutismo di Donnelly (l’artista non dà alcuna informazione sul proprio lavoro, né permette agli uffici stampa di musei e gallerie di farlo) offre allo spettatore una chance rara: quella di incontrare un’opera da solo. Senza tutele didattiche,  sulla sola base di ciò che percepisce e del senso che riesce a dargli.  Untitled sfida la possibilità stessa di dire qualcosa. E’ un flusso silenzioso di immagini astratte, indecifrabili (in molti casi, anche a livello di fattura tecnica), che sembrano voler condensare tutta la complessità della cultura visiva contemporanea.

Trisha Donnelly,   Untitled,   2010 - on going,   video digitale

Trisha Donnelly, Untitled, 2010 – on going, video digitale

Future —

Italo Zuffi,  Quello che eri, e quello che sei, chiavi non lavorate, portachiavi, 2015

“Due mazzi di chiavi senza impronta non aprono niente di reale, hanno una sola differenza visibile e portachiavi identico. Sembra un lavoro sul cambiamento e sulla crescita e in questa chiave è un autoritratto con uno spettro di impossibilità. […] Il movimento immaginario di un colore è il confine del titolo della mostra e di quello che dell?arte, e di noi, vuole restare imprendibile”. (Margherita Morgantin) 

Italo Zuffi,   Quello che eri,   e quello che sei,   chiavi non lavorate,   portachiavi,   2015

Italo Zuffi, Quello che eri, e quello che sei, chiavi non lavorate, portachiavi, 2015

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