L’esito finale è il frutto di un attento lavoro sul campo. Ascoltare, capire e risolvere: queste le azione che hanno dato vita a Artshell, un software che, a detta degli ideatori, vuole “semplificare e velocizzare la comunicazione tra collezionisti e gallerie”. Nel sito – direi decisamente ben fatto! – a lettere cubitali si legge: “Siediti, rilassati, respira con Artshell potrai considerarti sempre in vacanza”. Ma cosa è e cosa serve questo ‘software gestionale”, come agevola e snellisce gli intricati meccanismi del ‘sistema arte’?
Abbiamo chiesto a Bernabò Visconti, l’ideatore di ArtShell di spiegarci come funziona e a chi si rivolge.
ATP: Mi spieghi in cosa consiste Artshell?
Bernabò Visconti: Artshell è un software gestionale pensato per supportare l’attività quotidiana di amministrazione di una collezione d’arte. Abbiamo iniziato a lavorare allo sviluppo di Artshell nel 2015 tra i reparti della Fonderia Artistica Battaglia, ascoltando e cercando di comprendere le dinamiche, spesso complesse, del mondo dell’arte e soprattutto delle “difficili” relazioni tra galleristi e collezionisti. Durante lo sviluppo del Milano Art Bulletin, che usa Artshell per mantenere aggiornata la sua agenda, ci siamo confrontati con diverse tipologie di gallerie, spazi no-profit e istituzioni e abbiamo potuto approfondire quelle che sono le necessità nel gestire e nel condividere un archivio di opere d’arte.
ATP: Avete lanciato Artshell da un po’ di tempo e, da come mi raccontavi, la reazione delle gallerie è stata molto positiva. Per coloro che ancora non vi conoscono, per quali motivi dovrebbero utilizzare Artshell?
BV: Grazie all’aiuto di Mousse Magazine siamo usciti con la prima versione del programma a febbraio del 2016. I nostri primi utenti e con loro tutti quelli che si stanno aggiungendo al network di Artshell, ci aiutano costantemente a sviluppare nuovi aggiornamenti e questo ci permette di avere un programma sempre più completo e funzionale agli occhi delle nuove gallerie a cui ci presentiamo. Oggi Artshell permette di gestire l’archivio di opere da più dispositivi, di condividere delle selezioni di opere con i propri contatti e di inviare newsletter sui propri eventi direttamente dal programma. Nella versione che uscirà a metà di ottobre abbiamo sviluppato uno straordinario strumento in grado di esportare automaticamente consignment, etichette, liste, autentiche e molti altri documenti, il tutto rispettando sempre l’identità di ogni galleria.
ATP: Quale è la sua caratteristica principale?
BV: Artshell è stato progettato con l’obbiettivo di raccogliere in un unico strumento tutte le funzionalità necessarie alla gestione di una collezione. Riteniamo infatti che il vantaggio in termini di tempo nel gestire un archivio di opere ed eventi e la loro condivisione da un unico strumento rispetto che da diversi programmi indipendenti, sia oggi una delle caratteristiche più importanti per un settore come quello dell’arte.
ATP: Ci sono dei progetti internazionali a cui avete guardato per progettare Artshell? In cosa si differenzia la versione italiana?
BV: Artshell raccoglie in un unico programma dettagli e caratteristiche di tanti diversi programmi internazionali utilizzati oggi dalle gallerie d’arte e non. Stiamo lavorando per conoscere i bisogni e rispondere alle necessità delle realtà artistiche italiane e speriamo un giorno di essere in grado di esportare la nostra esperienza anche all’estero.
ATP: Oltre alle gallerie e alle grandi collezioni, a chi si rivolge Artshell?
BV: Artshell può essere utilizzato da chiunque voglia organizzare e condividere il proprio archivio di opere, l’utilizzo di Artshell non dipende dalla grandezza del proprio archivio, ma dal tipo di organizzazione che gli si vuole conferire. Chiunque abbia bisogno di un software in grado di catalogare in maniera puntuale le opere che possiede può trovare in Artshell un valido strumento di lavoro.
ATP: Quali altri sviluppi prevedete per Artshell? State sviluppando altre iniziative?
BV: Stiamo progettando insieme a un network di gallerie giovani e spazi no-profit, per la versione del 2017, la possibilità di creare e gestire anche il proprio sito internet direttamente dal programma. Lavorare con queste realtà ci permette di comprendere meglio quali saranno le necessità nel gestire le opere d’arte in un futuro prossimo e questo rappresenta per noi una straordinaria fonte d’ispirazione per mantenere Artshell sempre aggiornato.