Tra le 18 gallerie presenti quest’anno nella sezione New Entries di Artissima (Ab/Anbar, Tehran;Beers London, London; Between Art Lab, Shanghai, Beijing; Cavalo, Rio de Janeiro; Doppelgaenger, Bari; Dürst Britt & Mayhew, The Hague; Ermes-Ermes, Roma; F2, Madrid; Fuoricampo, Siena; Future, Berlin; Nathalie Halgand, Vienna; Loom, Milano; MadeIn, Shanghai; Madragoa, Lisbon; Daniel Marzona, Berlin; Ribot, Milano; Sketch, Bogotá; Untilthen, Saint-Ouen), la giuria composta da Emma Lavigne (Direttrice, Centre Pompidou – Metz e Curatrice, Biennale di Lione 2017), José Roca (Direttore, FLORA ars+natura, Bogotà), Kitty Scott (Curatrice, Art Gallery of Ontario e Liverpool Biennial 2018) & Michèle Lamy, ha deciso di dare il Premio Owenscorp alla galleria Cavalo di Rio de Janeiro. La motivazione fornita è la seguente: “Con Cavalo siamo stati immediatamente colpiti dalla eleganza tonale e dalla coerenza intellettuale dell’esposizione. Oltre a questa eleganza, i due artisti propongono una rilevante rilettura di movimenti cruciali del Modernismo Brasiliano, il Neo-concretismo e il Tropicalismo. Grazie all’intensità dei suoni del panorama sonoro di Wagner Malta Tavare, il visitatore ha un’esperienza sensoriale che si estende al di là del puramente visuale e questo sentimento è poi enfatizzato dall’opera di Felipe Cohen in cui il vuoto diventa forma scultorea”.
C’è stata poi la premiazione del nuovo premio di questa edizione della fiera, Mutina “This is not a Prize”. La giuria composta da Massimo Orsini (CEO, Mutina), Patricia Urquiola (architetto e designer), Gianluigi Ricuperati (Direttore Creativo, Domus Academy) e Marco De Vincenzo (designer) ha selezionato Giorgio Andreotta Calò con la seguente motivazione: “This is not a prize, but a story to entangle. ‘Entangle’ è un bellissimo verbo della lingua inglese che significa ‘legare’, ‘impigliare’, ma anche ‘invischiare’ e ‘avvolgere’. Se il suono aiuta a capire il senso, basti pensare a come la fonetica di questo verbo ricorda la parola ‘tango’. Ecco perché abbiamo deciso di scegliere un artista tra i tanti che hanno esposto proprie opere in questa straordinaria edizione di Artissima: non perché cercavamo un vincitore risorto a una scala di valori univoca, che non abbiamo la pretesa di proporre – anche perché tutti gli artisti analizzati sono comunque vincitori. Non perché desideravamo indicare una strada assoluta, benché i talenti che insieme alla giuria abbiamo esaminato siano certamente doni assoluti. Il motivo per cui abbiamo scelto un artista fra tutti è perché volevamo qualcuno con cui impigliarci, invischiare una storia da raccontare, cominciare un percorso inventivo e collaborativo. Oltre al premio di 5000 euro, infatti, ci sarà per Mutina l’onore e la responsabilità di cominciare un’avventura creativa insieme. E per il tango, o l’entanglement, ci vuole un’assonanza potente: di figure, di forme, di intenti, di sensi. Per questi motivi – per quest’assonanza che nel suo lavoro di ricerca dominato da una curiosità e confidenza infinita nei confronti dei materiali (della tavolozza del mondo) abbiamo invitato a fare questo viaggio con noi Giorgio Andreotta Calò, autore giovane e già titolare di una poetica complessa, stratificata e disponibile al dialogo con il fenomeno umano. Questo dialogo con ciò che serve all’umano, ciò che lo compone e ciò che lo ospita, e lo ispira, è anche alla base della filosofia pratica della nostra azienda. This is not a Prize. This is a tango”.
Il Prix K-Way® Per4m, rivolto ad una delle sei performance presentate ad Artissima 2016 e scelte dal collettivo di Amsterdam If I Can’t Dance, I Don’t Want To Be A Part Of Your Revolution (Frédérique Bergholtz e Susan Gibb), è andato a Juliette Blightman (Farnham, Inghilterra, 1980) presentata da Galerie Isabella Bortolozzi (Berlino) con la performance Now, Soon, Wait (2016). La giuria composta da Franz Bernardelli (curatore indipendente), Ruth Estévez (Direttore e Curatore, REDCAT, Los Angeles), Silvia Fanti (Co-direttrice, Xing, Bologna), Filipa Ramos (Caporedattore Art Agenda, London) ha dato la seguente motivazione: “La giura del premio Per4m esprime apprezzamento per lo sforzo curatoriale di If I Can’t Dance per l’attenzione nel presentare opere performative all’interno di una fiera, contesto non sempre generoso nell’aprirsi alle time-based arts. Per l’edizione 2016, la giura ha deciso di premiare la performance di Juliette Blightman Now, Soon, Wait per l’approccio sottile e quasi evanescente nel condividere memorie. Un’opera che tiene conto dell’impatto quotidiano delle tecnologie sulla trasmissione e circolazione di stati emotivi, umori e atmosfere, restituiti attraverso immagini, video-clip, suoni, sms. L’integrazione di molteplici supporti – pittura, disegno, found footage, frammenti di testi, fotografie, suoni e silenzi – che ritraggono momenti intimi e ludici o incontri fortuiti nello spazio pubblico, assieme alla presenza (e assenza) dell’artista, danno forma ad un lavoro ironico, dimesso, e apertamente vulnerabile, che la giuria intende supportare e premiare”.