Manca poco all’apertura della dodicesima edizione di ArtVerona | Art Project Fair, in programma da venerdì 14 a lunedì 17 ottobre 2016 e sotto la direzione artistica di Andrea Bruciati.
Si ricorda che le principali novità di quest’anno sono l’aumento del budget legato ai premi e ai fondi di acquisizione. Nasce anche un nuovo premio: OTTELLA for Gam, che vede l’acquisto di opere per un valore di 15 mila euro, da donare poi alla Galleria d’Arte Moderna A. Forti di Verona. Si ricordano poi il Premio Rotary Club Asolo per l’arte contemporanea e i giovani artisti, il Fondo Acquisizioni Domus, il Fondo Privato Acquisizioni.
Adriana Polveroni curerà, invece, la sezione dei talk, con un programma che inaugurerà venerdì 14 alle 12.30, con il quesito “What’s art for? A cosa serve l’arte oggi”: un ciclo d’incontri con lo scopo di riflettere su scenari, prospettive e passioni che stanno alla base della nascita di una collezione.
Il programma di eventi previsto per la città ha come figura unificante e di riferimento Wolfgang Amadeus Mozart. È prevista la mostra curata da Andrea Bruciati Il flauto magico. 16 collezionisti per un’istituzione, al Museo di Castelvecchio, con 16 opere provenienti da altrettante collezioni private. Si ricordano poi Roberto Pugliese | La finta semplice al Museo degli Affreschi; Hermann Nitsch e il Teatro al Museo AMO; Raffaella Formenti | Note in DO lenti in Piazza dei Signori; Così fan tutte, ovvero la scuola degli amanti, rassegna di videoarte alla Protomoteca della Biblioteca Civica; R comme résistance. Re minore K626 alla Cantina di Soave, Borgo Rocca Sveva (Vr).
Si ricorda che ATPdiary ha lanciato un open call rivolto a fotografi per poter partecipare alla terza tappa del format Artes: “sviluppato da Andrea Bruciati da un’idea di Lorenza Boisi, e volto a esplorare di anno in anno le diverse discipline artistiche”. Il titolo della rassegna 2016 è Xmq of pit, ready for the mosh!, che è curata da Valentina Lacinio. Dei tanti che hanno aderito al bando, ne sono stati selezionati 50, che verranno fatti dialogare con 12 grandi maestri della fotografia.
ATPdiary ha deciso di porre alcune domande alla curatrice Valentina Lacinio.
ATP: 12 artisti consolidati in dialogo con 50 emergenti. Significa anche, dato lo scarto generazionale, due modi differenti di fare fotografia: analogico e digitale. In che modo avete deciso di riflettere su questo cambiamento ontologico, temporale e costitutivo del medium fotografico?
Valentina Lacinio: La presentazione in fiera di 12 artisti storici e molto noti rappresenta la volontà di creare idealmente un ponte generazionale tra nuove e “vecchie “guardie. Questo accostamento è già di per sè una sottile presa di posizione su quello che riteniamo essere il destino della fotografia. L’evoluzione del mezzo è sempre in moto, non solo gli strumenti di cattura ma i display e i supporti sono in continua sperimentazione. Ho insistito molto affinchè si riuscisse a delineare una panoramica varia di quello che oggi viene considerato fotografia. Credo che ibridazione sia il termine chiave, per questo il sottotitolo del progetto è “composizone fotografica e mash-up”. L’idea è quella di ottenere una costellazione il più varia possibile, e se all’interno di essa i maestri in qualche modo spariranno, allora saremo riusciti nell’intento. La loro dissoluzione nella “mischia” di questo mosaico fatto di “maestri e allievi” testimonierebbe la continua attualità degli uni e l’alto livello qualitativo degli altri.
ATP: ATPdiary ha lanciato il bando rivolto a fotografi emergenti e, poi, di questi ne sono stati selezionati 50. In base a quali criteri?
V.L.: Io e Andrea (Bruciati) abbiamo provveduto alla selezione. Abbiamo deciso di confrontarci una volta fatta una prima scrematura in modo autonomo. Le partecipazioni sono state numerose ma non è stato difficile trovarci d’accordo quasi all’unisono sulla selezione dei 50. Per le ultime 10 posizioni abbiamo avuto uno scambio serrato, devo ammettere che c’è stato di che argomentare per convincerci l’un l’altro, ma è andata bene. Abbiamo cercato di premiare i lavori, indipendentemente dalla maturità dell’artista o dalle referenze curriculari. Per me è stato molto importante cercare di far si che la selezione finale fosse un magma variegato di possibili declinazioni del “fare fotografia oggi”. Credo infine che la possibilità di esporre in questi contesti possa essere una palestra importante anche e soprattutto per chi inizia a sperimentare le dinamiche di questo mondo.
ATP: Quali credi siano i cambiamenti principali a cui la fotografia è andata incontro negli ultimi decenni? Quali sono, secondo te, i punti deboli o forti (qualora ce ne siano) di questa nuova fase?
V.L.: La fotografia così come le altre discipline che costituiscono il bacino dell’arte contemporanea si trova nello stato attuale ad affrontare la grande sfida della multidisciplinarietà e della contaminazione. Credo che in questi termini si possa parlare per lo più di punti forti. Le arti si mescolano e i confini si fanno sempre più sottili e liquidi. Questi linguaggi parlano del mondo e possono farlo impugnando media diversi. Il punto debole forse sta nel fatto che làddove non ci sia un meticoloso studio di equilibri il risultato può apparire confusionario e inconcludente.
ATP: Per te cosa significa oggi fare fotografia, in un periodo in cui tutti siamo continuamente bombardati da immagini di ogni genere e qualità? Il fotografo deve anche riflettere sul fatto che lo spettatore oggi ha una sensibilità visiva molto più complessa ed esigente (in termini di qualità e diversità), sulla quale deve ritmare il suo pensiero artistico.
V.L.: Fare fotografia oggi significa accettare la sfida di indagare e solleticare la sensibilità di quegli sguardi abbagliati e intorpiditi degli spettatori contemporanei.

Andrea Iran, Barcola 2015 – …Chissa? se a Nietzsche piaceva il mare, fotografia digitale su dibond, 2015 50x50cm, courtesy l’Artista