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Dal 26 luglio al 6 settembre si svolgera? il grande progetto “ARTE IN CENTRO Mete Contemporanee”, curata da Andrea Bruciati e dislocata in tre sedi differenti: l’Associazione Arte Contemporanea Picena, ad Ascoli Piceno, la Fondazione Malvina Menegazper le Arti e le Culture, a Castelbasso (Teramo) e la Fondazione Aria – Fondazione Industriale Adriatica, a Pescara. Il progetto “ARTE IN CENTRO”, giunto al suo secondo anno, si propone, dunque, di creare un dialogo attorno all’arte contemporanea tra l’Abruzzo e le Marche, andando a coinvolgere diversi artisti italiani. Il percorso vede la proposizione di opere dei tre maestri dell’arte italiana Gino De Dominicis, Gina Pane e Pino Pascali (uno per sede espositiva) messe in relazione con quelle di artisti viventi. Ecco che De Dominicis viene esposto nel borgo di Castelbasso, con i suoi Palazzi De Sanctis e Clemente insieme a Thomas Braida, Luigi Presicce, Luca Vitone, Rosa Barba e Agne Raceviciute; Gina Pane e? collocata nella Galleria Osvaldo Licini, nell’ex convento di Sant’Agostino di Ascoli Piceno, con Yuri Ancarani, Francesca Grilli, Diego Marcon, Moira Ricci e Luca Trevisani; infine, le opere di Pino Pascali trovano collocazione nel contesto urbano di Pescara, nelle due sedi del Museo delle Genti d’Abruzzo e dello Spazio Matta, con Pierpaolo Campanini, Federico Tosi, Invernomuto, Simone Berti e Rossella Biscotti.
Un’esposizione che congiunge un territorio di 7000 Km quadrati e crea una relazione plurilaterale: tra identita? territoriale e trasversalita? contemporanea, tra storia dell’arte e nuovi percorsi, tra artisti fondamentali ma scomparsi ed altri viventi e ci si augura altrettanto all’altezza dei maestri. La riflessione che si vuole ispirare, votata al rinnovamento ed alla novita?, e? ben riassunta in una frase che Andrea Bruciati ha colto tra gli scritti del poeta Cecco d’Ascoli, giu? utilizzata per la rivista letteraria fiorentina Lacerba nel 1913: “Qui non si canta al modo delle rane”, che è puoi il titolo dell’intero progetto.
Artisti invitati:
Yuri Ancarani, Rosa Barba, Simone Berti, Rossella Biscotti, Thomas Braida, Pierpaolo Campanini, Francesca Grilli, Diego Marcon, Invernomuto, Luigi Presicce, Agne Raceviciute, Moira Ricci, Federico Tosi, Luca Trevisani, Luca Vitone.
Il percorso espositivo – Testo di Andrea Bruciati
Per quanto riguarda le due sedi metropolitane e urbane di Pescara si e? pensato a Pino Pascali (Bari 1935 – Roma 1968), un artista eversivo ed estroverso, ancora misconosciuto che attua attraverso modalita? ludiche la sua critica nei confronti della societa? massificata. Benche? ritenuto il piu? importante esponente dell’arte Pop italiana a livello internazionale (fra le mostre: International Pop, Walker Art Center, 2015), egli tuttavia se ne discosta per dare una accezione rivoluzionaria delle ricerche poveriste a lui coeve. Caratterizzato da una artificialita? ludica e da una tensione iperrealista verso la simulazione, l’artista impiega la materia primigenia quale dato significante per una rivalutazione dell’aspetto antropologico del suo operato. In lui si combinano facilita? e trasversatilita? dei media impiegati, assemblaggio delle forme e un’attenzione all’aspetto comunicativo che evidenzia un’idea quasi pasoliniana di artista fattualmente integrato. In questa scia le opere pittoriche di grande qualita? di Pierpaolo Campanini, che intende la pittura come assemblaggio, per un’idea di oggetto simulacro, sembrano dicotomiche rispetto agli espedienti di Federico Tosi, che ricorre alla radicalita? della materia per un recupero antropologico della scultura. Di contro Invernomuto, che conduce una libera interpretazione del reale per una critica dissacrante e affilata, risulta sulla stessa frequenza di Simone Berti che parte dall’azione performativa come atto condiviso per una ricerca del meraviglioso anche nel quotidiano, differenziandosi in questo dalla responsabilita? della Storia, presente invece in Rossella Biscotti.
Differente e complementare per il suo isolamento, e ideale luogo per un’attitudine contemplativa grazie alla sua posizione, e? Castelbasso con le sue due sedi: qui e? Gino De Dominicis (Ancona 1947 – Roma 1988) il grande affabulatore. Un artista dissacrante e in controtendenza da sempre, connotato da un’ironia dissacrante, che si struttura mediante il gusto per il paradosso. Una figura laterale ed eccentrica che ha segnato una traiettoria distonica fin dalla fine degli anni Sessanta (fra le esposizioni: Arte Povera International, Rivoli 2011; MAXXI, Roma 2010). Grandi temi come l’atemporalita? e la tensione di fronte ai fenomeni naturali sono le proiezioni cui si avvicina al fne di forzarne i limiti, quasi che il dato mistico tanto ricorrente nella sua produzione pittorica non bastasse a suffragare neanche attraverso la raffigurazione delle figure archetipiche e ieratiche, suo leit motif iconografico. Secondo questa accezione si muovono Thomas Braida, che grazie alla sua pittura visionaria anima una sceneggiatura brulicante e grottesca, mossa da un profondo senso del mistero e Luigi Presicce che denota la sua poetica come matrice per il mistico, secondo una visione del religioso quasi astorica. Parimenti si possono accostare sulle medesime frequenze di sfida le formulazioni di Luca Vitone che verte verso un neoconcettualismo crepuscolare, iconico e sintetico nel contempo, o quelle di Rosa Barba e Agne Raceviciute che sembrano riflettere sulla nostra dimensione, sfidando le leggi della temporalita?.
Ultima, ma non meno importante colonna del progetto, e? Gina Pane (Biarritz 1939 – Parigi 1990) per la quale si e? pensato alla citta? di Ascoli Piceno e alla sensibilita? che permea la Galleria Osvaldo Licini. Voce fra le piu? autorevoli ed incisive delle istanze femministe degli anni Settanta (fra le rassegne recenti che ne hanno decretato la grandezza internazionale: Artevida, MAM, Rio De Janiero, 2014; Mart, Rovereto 2012) la sua e? una poesia che prende corpo dalla fsicita? ed e? sempre concepita attraverso un cerimoniale di straordinaria compostezza e concentrazione, perfettamente studiata in ogni dettaglio e testimoniata per ricostruire, selezionare, scegliere, trasformare, in una parola “fare storia” e aprirsi alla continuita? del futuro. Il valore dell’emotivita? e della fragilita? quale forza e dimensione per poter ripartire dall’essenza; la propria testimonianza che invera ogni atto. Sulle medesime frequenze sono un videomaker come Yuri Ancarani, nel quale una sensorialita? materica, accarezza l’immagine spesso rappresentata nella sua crudezza sociale, e Francesca Grilli che mutua una sorta di ricerca archivistica del sensibile, mediante l’innesto di materiali incongrui. Simile e? il discorso improntato da Diego Marcon e Moira Ricci, che associano delicatezza a forza nel descrivere le emozioni piu? intime e Luca Trevisani, nel quale la materia si comporta come superfcie osmotica e sensuale, mai priva di una certa organicita? e leggerezza.

Pino Pascali, Bucranio, 1966, stoffa, 60x90x180 cm Collezione Galleria Civica d’Arte Moderna di Avezzano