
Backstage di lavorazione al progetto 10 x 100 fabbrica d’arte contemporanea – Photo credits: Fosca Piccinelli.
Scambio, sinergia e condivisione di idee sono gli ingredienti essenziali del nuovo progetto 10 x 100 fabbrica d’arte contemporanea che crea sinergie tra arte contemporanea e impresa. L’iniziativa, curata da Martina Cavallarin e Marco Tagliaferro, nasce per celebrare i cento anni di attività di Giovanardi Spa, storica impresa lombarda fondata nel 1919 e oggi specializzata nella progettazione e realizzazione di espositori e packaging per retail di grandi marchi.
“10 x 100 fabbrica d’arte contemporanea” ha l’obiettivo di promuovere un’ibridazione tra linguaggi e competenze provenienti del mondo dell’arte e dell’industria, dando al tempo stesso l’occasione a un’azienda creativa di interfacciarsi con la preziosa visione degli artisti, una sensibilità altra, in grado innovare attraverso letture non convenzionali, che esplicitino le proprietà latenti della materia.
Il progetto si compone di una residenza d’artista e una mostra finale e si fonda dunque su un dialogo profondo con gli artisti e un coinvolgimento aziendale, mettendo a disposizione know how e risorse umane e tecniche, grazie alla maestria artigiana su materiali particolari e a una capacità produttiva industriale, come ad esempio stampe digitali e serigrafie, effetti luminosi, metacrilato e plexiglass. Nelle parole di Massimo Giovanardi, chairman della società: “Il nostro impegno consiste nella ricerca quotidiana di soluzioni tecnico-estetiche da proporre ai grandi brand per veicolare il loro universo valoriale. Questo ci ha consentito di sviluppare un’attitudine a un ascolto attento. Da qui è nata l’idea di celebrare i cento anni di vita con un percorso artistico, non commissionando le opere agli artisti ma mettendo la nostra esperienza al loro servizio, certi che questo confronto si trasformi in una crescita umana e professionale per ognuno di noi”.
Saranno coinvolti dieci artisti, selezionati direttamente dai curatori secondo caratteristiche specifiche, tra cui ad esempio l’attenzione all’aspetto estetico-formale finale dell’opera e una buona inclinazione al confronto con l’azienda. Come sottolinea Tagliaferro, si tratterà di “un confronto tra due esperienze antitetiche, azienda e artisti, che hanno in comune le stesse materie”.
I partecipanti alla residenza saranno: Alessandro Agudio, Marie Denis, Marotta & Russo, Jacopo Mazzetti, Daniele Milvio, Gianni Moretti, Ricardo Paratore, Riccardo Previdi, Michele Spanghero e Patrick Tuttofuoco.

Backstage di lavorazione al progetto 10 x 100 fabbrica d’arte contemporanea – Photo credits: Fosca Piccinelli.
Le residenze proseguiranno fino al 31 di luglio 2019, seguendo un programma libero e modulabile secondo le esigenze di ciascun tipo di progetto. Proprio per questo motivo per la residenza non è stato elaborato un tema specifico comune e gli incontri degli artisti con il personale di Giovanardi saranno individuali.
Gli stabilimenti si trasformeranno in un vero e proprio laboratorio progettuale, come se ci trovassimo in un atelier d’artista ideale, dalle mille possibilità e con le migliori tecnologie. L’azienda diventa un “Paese dei Balocchi in cui tutto è in divenire” e dove l’opera “non è un meccanismo ma un organismo”, suggerisce Cavallarin. Inoltre, grazie al coordinamento scientifico di Giovanni Felluga, l’attenzione sarà rivolta tanto agli artisti quanto al personale, che troverà spunti di approfondimento e momenti di condivisione all’interno di un programma di workshop e incontri.
L’esperienza di residenza culminerà in una mostra conclusiva che aprirà l’1 ottobre di quest’anno e raccoglierà tutti i dieci lavori realizzati all’interno degli stabilimenti di produzione di Giovanardi Spa – con sede nel territorio brianzolo, a Concorezzo (MB). Una soluzione site-specific inusuale, dove le opere vivranno in sinergia con il contesto nel quale sono state pensate e hanno preso forma. Per l’occasione l’azienda aprirà eccezionalmente le porte dei suoi stabilimenti al pubblico che in un inconsueto percorso espositivo d’arte contemporanea potrà ammirare anche macchinari moderni e pezzi d’archeologia industriale.
Oltre agli elementi già considerati – l’attenzione al processo di creazione, al dialogo e alle esigenze dell’artista – un’altra particolarità del progetto è legata alla produzione delle opere che, una volta terminata la mostra, non rimarranno radicate nell’azienda. Come anticipato dai curatori, esse sono pensate “per irradiarsi liberamente come spole all’interno del circuito internazionale”. In una sorta di museo espanso, ogni opera prenderà la sua deriva nel mondo.

Vittorio e Massimo Giovanardi con i curatori Martina Cavallarin e Marco Tagliafierro – Photo credits: Fosca Piccinelli.