Xia Shafei, Welcome to my show | P420², Bologna

Abbiamo incontrato Fabrizio Padovani, co-fondatore nel 2010 della galleria insieme ad Alessandro Pasotti, per farci raccontare l'esordio espositivo in galleria di Shafei e dell’avvio del nuovo project space virtuale che amplifica lo spazio fisico di P420.
3 Gennaio 2021
Shafei Xia, Welcome to my show, 2020, Courtesy the artist & P420, Bologna, ph. Carlo Favero
Shafei Xia, Welcome to my show, installation view, 2020, P420², Courtesy P420, Bologna

Dopo aver ottenuto il Riconoscimento della Critica nell’ambito del Concorso Art Up | Opentour 2019, e aver vinto il Premio al Talento del Concorso Zucchelli nello stesso anno – il tutto a seguito della partecipazione alla collettiva La natura delle cose organizzata presso l’mtn | museo temporaneo navile di Bologna – Xia Shafei, classe 1989, ha inaugurato il nuovo progetto P420² lanciato dalla galleria bolognese. La personale Welcome to my show, accompagnata da un testo critico di Maura Pozzati e visibile fino al 16 gennaio 2021, ricopre dunque una duplice importanza per l’artista di ShaoXing (Cina): non solo ha rappresentato l’esordio espositivo in una galleria, ma ha anche segnato l’avvio del nuovo project space virtuale che amplifica lo spazio fisico di P420.
Abbiamo incontrato Fabrizio Padovani, co-fondatore nel 2010 della galleria insieme ad Alessandro Pasotti, per farci raccontare questa doppia novità.

Antongiulio Vergine: Com’è nato il progetto di P420² e quali sono i propositi?

Fabrizio Padovani: Da diverso tempo sentivamo il bisogno di uno strumento che ci consentisse di mostrare il lavoro di alcuni giovani artisti che stavamo conoscendo e, più in generale, che ci desse l’opportunità di presentare in maniera molto libera, e non impegnativa per nessuno, artisti più giovani ed emergenti rispetto a quelli del nostro programma principale. Questo strumento in genere si chiama Project Room. Tuttavia non ci ha mai convinto del tutto, neppure la formula, ormai più che assodata, dello spazio parallelo, spesso a fianco alla galleria, perché Bologna, per quanto città bellissima e accogliente, non è esattamente il centro del mondo. Poi è arrivato il 2020 e tutti ci siamo trovati chiusi in casa, tra le altre cose, anche a cercare di capire a quale futuro avrebbe lasciato spazio il presente. Abbiamo capito che avremmo potuto realizzare una Project Room più snella, economica, uno spazio democratico, visitabile da tutti e da ogni luogo allo stesso modo, uno spazio virtuale, frutto della tecnica ma a basso contenuto tecnologico. Le opere sarebbero comunque state sempre visibili in ogni momento dal vero in galleria. L’abbiamo chiamata P420² perché la sua dimensione virtuale si aggiunge a quella reale.

A. V.: Avete annunciato una project room non online o offline, ma onlife (ispirandovi al filosofo Luciano Floridi). Potete spiegarci meglio questo concetto?

F. P.: Esatto, stavamo leggendo Luciano Floridi e l’Onlife Manifesto capendo che è in atto, e lo era già prima della pandemia, un passaggio storico culturale e sociale che sta cambiando e cambierà moltissimo il nostro modo di organizzare e comunicare informazioni, talmente storico che qualcuno ha teorizzato la fine della Storia come comunemente la intendiamo e l’ingresso ormai imminente – e per certi aspetti già avvenuto – in una nuova era per la quale è stato proposto il nome di Iperstoria. Per fortuna non potremo mai fare a meno di incontrarci, di stringerci la mano, di guardarci negli occhi, ma neppure potremo fare a meno di utilizzare le innumnerevoli tecnologie di connessione e scambio dati di cui sempre più disponiamo. In pratica penso che dovremo tutti sempre più un pò ibridarci, e vivere – sempre per citare Floridi – come le mangrovie che prosperano affondando le loro radici nell’acqua salmastra non potendo fare a meno nè dell’acqua dolce di fiume nè di quella salata del mare. In questo senso riteniamo che P420² segua una logica Onlife.

Shafei Xia, Welcome to my show, installation view, 2020, Shafei Xia, Welcome to my show, installation view, 2020, P420², Courtesy P420, Bologna,
Shafei Xia, My dollhouse, 2020, Courtesy the artist & P420, Bologna, ph. Carlo Favero

A. V.: P420 è una sorta di grande white cube – in realtà sono due gli spazi che la costituiscono – molto pulito e minimale. Perché, invece, per la project room avete scelto un look rinascimentale?

F. P.: Anche se P420² è per definizione ovunque, in realtà è a Bologna. Cioè, è a Bologna nel senso che avrebbe potuto esserci. Abbiamo fotografato il soffitto a volte di una sala di Palazzo Bocchi, splendido esempio di Cinquecento a Bologna, la porta e la finestra di altre sale, e la nostra Project Room era costruita. È fortemente caratterizzata perché le mostre che ci installeremo avranno un pubblico diffuso che vorremmo per un istante portare virtualmente nella nostra città. Inoltre non è molto grande e l’affitto è decisamente a buon mercato…

A. V.: Potreste raccontarci brevemente la personale Welcome to my show? Perché la scelta di inaugurare lo spazio è ricaduta proprio su Shafei Xia?

 F. P.: Welcome to my show è la prima mostra personale di Shafei Xia. È nata in Cina nel 1989 e lì ha vissuto fino al 2016, quando si è trasferita a Bologna, dove ha portato a termine il biennio di specializzazione all’Accademia di Belle Arti e si è messa in luce l’anno scorso vincendo un paio di premi. Questo è un aspetto a cui tenevamo: che il primo artista presentato avesse a che fare con Bologna e il nostro territorio, anche se il programma di P420² non sarà limitato da nessun confine. Per la sua mostra Shafei ha realizzato otto dipinti su carta di sandalo intelata:“il tema principale delle sue opere è l’amore –come scrive Maura Pozzati – vissuto come desiderio, gelosia e violenza, rappresentato in maniera esplicita o simbolica a seconda dei casi, ma comunque onnipresente”. I suoi molteplici riferimenti all’erotismo, all’amore nella sua forma più fisica, non sono mai volgari e non generano imbarazzo: sono anzi un inno alla vita, alla gioia, alla leggerezza, al desiderio che si fa sogno che si fa realtà.

A. V.: Quanto è importante per una galleria affermata a livello internazionale, come la vostra, supportare l’operato di giovani artisti, magari alla prima esperienza espositiva?

F. P. : Abbiamo sempre pensato che fosse molto importante. Naturalmente la scelta degli artisti da presentare avviene sulla base della nostra personale sensibilità e gusto.

A. V.: Ultima domanda: quali sono i prossimi progetti di P420?

F. P.: Il calendario delle prossime mostre nello spazio principale prevede una mostra personale di Joachim Schmid che aprirà il 23 gennaio e che comprende una grande installazione di Bilder von der Strasse, suo capolavoro realizzato in un arco temporale di 30 anni, e un duo show di Riccardo Baruzzi e Pieter Vermeersch, per la prima volta in galleria, in programma per marzo 2021. In giugno P420 aderisce, come ogni anno, a Opentour, una collaborazione virtuosa tra Accademia di Bologna, gallerie della città, Ascom e Fondazione Zucchelli, che mette in moto una serie di mostre da parte di una selezione di studenti, curate dai docenti dell’Accademia proprio all’interno delle gallerie d’arte in città. Naturalmente aspettiamo la riapertura del mondo per ricominciare a partecipare a varie fiere d’arte tra cui Art Basel, con un progetto monografico di Ana Lupas. Per quanto riguarda il programma di P420², i vari artisti saranno comunicati di volta in volta.

Xia Shafei – Welcome to my show
P420², Bologna, Via Azzo Gardino 9
Dal 1 dicembre 2020 al 16 gennaio 2020

Shafei Xia, Welcome to my show, installation view, 2020, P420², , Courtesy P420, Bologna (1)
Shafei Xia, Welcome to my show, 2020, Courtesy the artist & P420, Bologna, ph. Carlo Favero (detail)
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