Da Cremona a Venezia ➽ Verdi Acque

23 Agosto 2012

Michelangelo Antonioni, Gente del Po

Michelangelo Antonioni, Gente del Po

Ermanno Olmi, Lungo Il Fiume

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Alcune domande a Ettore Favini, co-curatore con Elisabetta Bianchessi, del progetto  VERDI ACQUE: DAL PO ALLA LAGUNA DI VENEZIA.

Protagonisti del progetto  saranno – per i tre giorni di inaugurazione della Biennale (26-28 agosto) – fra gli altri, l’antropologo ed etnologo francese Marc Augè, conosciuto a livello internazionale per le sue indagini sulla società contemporanea metropolitana, quale il paradosso della solitudine nell’era dei mezzi di comunicazione; gli artisti Christian Frosi, Margherita Moscardini, Gianni Pettena, Emilio Fantin, Nico Vascellari; gli architetti Severine Roussel e Philipe Zourgane che sviluppano progetti innovativi di architettura e urbanistica in cui l’ambiente e il corpo hanno un ruolo centrale; critici di architettura come Pippo Ciorra e Luca Molinari,  i filosofi Tiz iana Villani e Baart Lootsma

ATP: Il progetto nasce da una tua riflessione condivisa con Elisabetta Bianchessi. Come nasce questo progetto di attraversare la Pianura Padana, da Cremona a Venezia?

Ettore favini: Il progetto nasce ormai 6 anni fa quando volevo dare fisicità al concetto di infinito a partire da una serie di lavori che stavo facendo. Le mie riflessioni sono iniziate dalla poesia “L’Infinito” di Leopardi e la famosa siepe. Volevo tradurre questa poesia in un viaggio a bordo di una houseboat, in cui la siepe diventa riva, la riva del fiume, che ti occlude la sguardo a quello che sta oltre, ovvero la negazione del paesaggio e del tempo. Sul fiume tutto sembra senza tempo. Durante le riflessioni e i primi tentativi per realizzare questo progetto, mi sono accorto che viaggiare dentro il fiume cambiava completamente la percezione di luoghi che conosci da fuori e il paesaggio è percepito su tre diversi piani: l’acqua, la riva e il cielo (tanto cielo). Quindi ho spostato tutta l’attenzione sul paesaggio, tenendo per me la ‘leopardiana parte’…ne ho parlato prima con amici artisti, con cui poter condividere gli sforzi per realizzarlo, poi con Elisabetta Bianchessi (Direttrice del Master di Paesaggio in Naba) che ha amato da subito il progetto e siamo partiti a ragionare, allargare e cercare fondi ed eccoci qui, pronti per partire.

ATP: Se un tempo il Po era utilizzato per il commercio, oggi è per lo più un diversivo turistico.  Come rendere interessante e ‘contemporaneo’ un tragitto fluviale?

EF: Sono convinto che il Po potrebbe essere sicuramente sfruttato meglio, sia a livello commerciale che turistico. Ora è un essere in fin di vita, non viene usato per il commercio, se non in parte marginale, ma conserva questo enorme fascino. In alcune Provincie, tipo quella di Cremona, c’é un grosso impegno per organizzare eventi, concerti, balletti sulle sue rive. L’intenzione è quella di riportare l’attenzione sul Po. Il consorzio Navigare l’Adda, che ci fornisce l’imbarcazione, ha realizzato un enorme palcoscenico galleggiante e navigante per esempio… Penso si possano fare tanti progetti e iniziative. Penso che una formula tipo quella di “Verdi Acque” possa essere un buon inizio!

ATP: Uno dei tagli del progetto – che ha coinvolto anche gli studenti della Naba – è quello di accentuare il lato esperienziale di questo tragitto. Come avviene il coinvolgimento degli studenti? Cosa faranno?

EF: Gli studenti partecipanti al progetto realizzeranno sotto la mia direzione un film sul fiume.  E’ per questo che si parla di occhio. Osserveremo, registreremo… e il loro sguardo “vergine” rispetto al paesaggio fluviave, aiuterà questa osservazione.

ATP: Il progetto tende a rivelare la ‘complessità’ del fiume Po. Cosa intendete con questa riflessione? 

EF:Il viaggio che compiremo attraversa 3 regioni e 7 differenti Provincie, decine di Comuni, svariati dialetti, usi e consuetudini diverse ma il legante comune a tutte queste persone e terriori è il fiume. Questo è un fatto magico. Da Torino a Venezia ci sono più di 500 km di distanza – linguaggi completamente diversi – ma alla fine il rispetto e la paura che il fiume incute è lo stesso ed è immutato nel tempo.  

ATP: In fase progettuale, quali scoperte hai fatto sul Po’? 

EF: Penso che scoprirò più cose in navigazione! Penso che poi si vedranno tutte nel film che ne uscirà!

ATP: Cosa succederà all’arrivo nella Laguna di Venezia?

EF: Dopo tutto il viaggio fatto di ascolto, osservazione e in cui verranno proiettati i 4 film del programma, a Venezia ci saranno – durante i 3 giorni dell’opening – incontri e conferenze con artisti, architetti, urbanisti e critici sul paesaggio. Margherita Moscardini è stata inserita in un gruppo di urbanisti e architetti che parleranno proprio della trasformazione del paesaggio. Per me era perfetta per quel gruppo di lavoro. Nico invece sarà a fare una conversazione con Alberto Fasulo regista del film “rumore bianco”, ed era perfetto. Alberto parla del paesaggio a partire dal rumore bianco (che è un suono quasi impercettibile) quindi dal suono al paesaggio e Nico viceversa usa la musica per parlare del paesaggio…Christian Frosi ha preparato un lavoro ad hoc a 4 mani con Giulia Casula, Gianni Pettena del suo rapporto lavoro-vita tra l’architettura e l’arte con particolare riferimento ad un lavoro che fa parte del suo vissuto. L’ultimo giorno invece saliremo a bordo di un trabaccolo per andare alla deriva nella laguna veneziana e sentire Marc Augé…una specie di viaggio nel viaggio .

PS: Elena…poi Verdi Acque arriverà anche a Milano…sui navigli! ; ) 

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Gianni Pettena, Learning from nature (mother nature) 2012

Christian Frosi, Senza Titolo, 2012

Ettore Favini, Mediterraneo, 2012

Nico Vascellari, Bus de la lum, 2011, Courtesy Galleria Monitor, Roma

Margherita Moscardini, To Formentor on the right, 2011

 

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