Trevis Maponos, Namsal Siedlecki | In Extenso, Clermont-Ferrand

Intervista a Pietro Della Giustina e a Namsal Siedlecki in occasione della sua prima personale in Francia
19 Luglio 2019
Namsal Siedlecki, TREVIS MAPONOS, In extenso (Clermont-Ferrand – France), 2019. Courtesy the artist and In extenso. Picture Ludovic Combe

La pratica degli ex-voto si è sviluppata nel corso del tempo come testimonianza della spinta umana nel ricercare la benevolenza delle divinità, della natura o del destino. Questa pratica, comune in diverse culture, sottolinea la necessità dell’uomo di accedere al regno della magia e del soprannaturale ma anche del suo legame con la società in cui vive.

A partire da queste premesse nasce Trevis Moponos di Namsal Siedlecki, a cura di Pietro Della Giustina presso il centro d’arte In Extenso a Clermont-Ferrand. La mostra, realizzata in collaborazione con il museo di archeologia Bargoin e supportata dalla quadriennale di Roma, indaga la nozione di rituale attraverso alcuni ex voto gallici in legno e l’usanza di esprimere un desiderio gettando una moneta nella fontana di Trevi. Questa tradizione risale al 1800 quando l’archeologo tedesco Wolfgang Helbig notò la nostalgia dei suoi amici nel lasciare la Città Eterna e inventò questo rituale di espiazione nella speranza di un futuro ritorno a Roma.

Di seguito alcune domande all’artista e al curatore della mostra.

Martina Matteucci: Come è nata la vostra collaborazione?
Pietro Della Giustina: Ad In Extenso, il centro d’arte che dirigo da ottobre 2018 a Clermont-Ferrand, ho voluto creare un ponte tra la Francia e l’estero al fine di incoraggiarne gli scambi e il panorama artistico italiano è tra quelli a cui guardo con più interesse. In particolare, propongo mostre personali di artisti che non hanno mai esposto Oltralpe o poco conosciuti sulla scena francese. Seguo il lavoro di Namsal da qualche anno e, avendo partecipato esclusivamente ad una collettiva a Treignac Projet nel 2018, ho pensato che sarebbero potute nascere delle convergenze interessanti tra la sua ricerca artistica, il territorio e la storia di Clermont-Ferrand che è una cittadina del centro della Francia, avvolta in una natura serena e grandiosa (massiccio centrale e i vulcani d’Alvernia), ma anche fortemente industrializzata (la città è la sede storica di Michelin).

MM: Namsal, con Trevis Maponos hai deciso di lavorare sul rito e di legare gli ex-voto gallo-romani con la tradizione di lanciare monete nella fontana di Trevi. Ci racconti come nasce questo lavoro?
Namsal Siedlecki: Era da diversi anni che avevo l’idea di recuperare quella parte di monete, circa l’8 per cento, che viene gettata nella fontana di Trevi e che per vari motivi (monete fuori corso, monete provenienti da paesi con un’inflazione molto alta, monete modificate, gettoni, medaglie..) non riescono ad essere cambiate. Ogni anno nella fontana vengono gettati circa un milione e mezzo di euro, quasi 4 mila euro al giorno. Mi affascina l’idea che ognuna di queste monete sia un desiderio di qualcuno, penso a questo insieme di desideri in attesa all’interno di anonimi magazzini.
É stato molto complesso riuscire a recuperare le monete, un susseguirsi di uffici, telefonate, incontri.
Dopo avermi proposto la mostra, Pietro mi ha mostrato diverso materiale riguardante il contesto della città di Clermont-Ferrand tra cui ho visto per la prima volta gli ex-voto, risalenti tra il 50 a.c. e il 50d.c, oggetti scolpiti in legno di faggio che venivano gettati nella Source des Roches (Sorgente delle Rocce) nella località di Chamalières come omaggio ad una divinitá, Maponos. Questi artefatti, ritrovati alle fine degli anni 60, sono oggi conservati al Musée Bargoin, museo di archeologia di Clermont-Ferrand che è stato un partner importante per la realizzazione della mostra, permettendoci di accedere agli ex-voto e scannerizzarne una serie. Collegarli alle monete è stato immediato: oggetti di diverse fatture ed epoche, che cristallizzano un desiderio o una speranza da parte di un essere umano e che sono accomunati da un rituale specifico, l’essere lanciati in una sorgente d’acqua. È interessante come diverse civiltà in epoche differenti compiessero gesti simili trasmettendo tradizioni che trascendono la natura umana e mostrano il bisogno intrinseco dell’uomo di trovare una connessione con il soprannaturale. Nella Sorgente delle Rocce, oltre agli ex-voto, è stato ritrovato un insieme omogeneo di ceramiche e monete che ha sottolineato l’abbandono del sito e le rotture della tradizione votiva gallica a causa dell’insediamento romano. Gli ex-voto che ho selezionato per la scansione 3D e presenti in mostra, rappresentano delle braccia che tengono tra le dita delle piccole sfere, delle offerte (si pensa potessero rappresentare dei frutti o delle monete). Mi ha colpito il fatto che i devoti gettassero nella sorgente un oggetto che rappresentava il gesto stesso di donare un’offerta.

Namsal Siedlecki, TREVIS MAPONOS, In extenso (Clermont-Ferrand – France), 2019. Courtesy the artist and In extenso. Picture Ludovic Combe
Namsal Siedlecki, TREVIS MAPONOS, In extenso (Clermont-Ferrand – France), 2019. Courtesy the artist and In extenso. Picture Ludovic Combe

MM: Utilizzi spesso la tecnica di deposizione galvanica in rapporto allo scorrere del tempo

Namsal Siedlecki: Come dicevo la mostra parla di due desideri, di due oggetti che vengono gettati nell’acqua; le due fonti, la sorgente primordiale di Chamalières, e quella contemporanea della Fontana di Trevi, si uniscono attraverso l’elettricità in una terza fonte, la vasca galvanica.
Nella mia mostra personale alla galleria Magazzino che ha inaugurato a maggio scorso, ho deciso di installare una vasca galvanica che è stata in funzione per tutta la durata della mostra,  producendo la serie di ex-voto. Una volta terminato il processo di lavorazione, le sculture venivano estratte dalla vasca ed esposte in galleria.
Per la mostra da In Extenso, ho raccolto tutte le monete d’argento e le ho utilizzate come anodo sacrificale all’interno della vasca galvanica: attraverso una leggerissima scarica elettrica diffusa nella soluzione liquida a base di sali metallici, gli atomi d’argento delle monete si sono depositati sulla superficie della scultura. Gli ex-voto sono stati scansionati in 3D nel deposito del Museo Bargoin per poi essere riprodotti in cera. Una volta completata la fase di deposito dell’argento, la cera viene sciolta fuoriuscendo dall’involucro di metallo. 
Il risultato quindi non è una copia dell’originale perché la superficie esterna di metallo è in realtà una maschera che protegge la forma originaria dell’ex-voto che si materializza nella parte vuota all’interno della scultura.

MM: Chi è Trevis Maponos?

Pietro Della Giustina: Maponos era un dio senza volto, senza segni distintivi, allo stesso tempo guaritore e guerriero. Come per il processo di produzione, il titolo della mostra è una fusione delle due sorgenti. Quello che ne deriva è un’identità paradossale. Dare alla mostra un titolo che sembri un nome proprio è collegata all’esperienza umana che si nasconde dietro ogni moneta.

MM: Come avete deciso di installare il lavoro nello spazio espositivo?

Pietro Della Giustina: La scelta è stata condivisa. Entrambi eravamo d’accordo di presentare gli ex-voto al suolo e le monete a muro. Gli ex-voto sono stati ritrovati sul fondale della sorgente quindi era importante mostrarli nella loro posizione originale. Namsal ha poi deciso di adagiare le sculture sui sacchetti di plastica in cui erano imballati i 500 chili di monete che è riuscito a recuperare. Visti i diversi dettagli presenti in mostra, abbiamo deciso di semplificare al massimo il sistema di presentazione al fine di far scoprire gradualmente al pubblico la storia raccontata. Entrando nello spazio ci si trova di fronte ad un muro bianco, un passaggio neutro che introduce lo spettatore alle geometrie disegnate dalla disposizione degli ex-voto e delle monete. La mostra si sviluppa a forma di croce in cui le due estremità sono le due composizioni di monete verso cui gli ex-voto a forma di braccia sono indirizzati, richiamando il gesto dell’offerta. Il pubblico poi può accedere al centro della croce trovandosi circondato dalla fusione di desideri altrui che si trovano in uno stato di equilibrio precario, un limbo, prima della loro realizzazione. 

Trevis Maponos
Namsal Siedlecki

a cura di Pietro Della Giustina

In Extenso
Clermont-Ferrand
Fino al 20 luglio

Namsal Siedlecki, TREVIS MAPONOS, In extenso (Clermont-Ferrand – France), 2019. Courtesy the artist and In extenso. Picture Ludovic Combe
Namsal Siedlecki, TREVIS MAPONOS, In extenso (Clermont-Ferrand – France), 2019. Courtesy the artist and In extenso. Picture Ludovic Combe
Namsal Siedlecki, TREVIS MAPONOS, In extenso (Clermont-Ferrand – France), 2019. Courtesy the artist and In extenso. Picture Ludovic Combe
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