ATP DIARY

We are Someone Else — Todd Norsten in mostra alla Schiavo Zoppelli Gallery

“Volevo fare cose che fossero dirette e senza artifici. Voglio che il lavoro sia il più diretto possibile, sull’essere umano e senza l’affettazione dell’arte che spesso può essere d’intralcio. Se esiste un soggetto del mio lavoro è il bisogno degli...

We Are Someone Else – Todd Norsten – Schiavo Zoppelli Gallery – Exhibition View – Foto Andrea Rossetti
We Are Someone Else – Todd Norsten – Schiavo Zoppelli Gallery – Exhibition View – Foto Andrea Rossetti

“Volevo fare cose che fossero dirette e senza artifici. Voglio che il lavoro sia il più diretto possibile, sull’essere umano e senza l’affettazione dell’arte che spesso può essere d’intralcio. Se esiste un soggetto del mio lavoro è il bisogno degli esseri umani di comunicare, sia attraverso ciò che chiamiamo arte, ma anche attraverso graffiti, adesivi per paraurti, cartelloni pubblicitari, magliette o qualsiasi forma di espressione umana”.
Todd Norsten

In un periodo come quello attuale, in cui le incertezze della vita quotidiana sono aumentate a dismisura insieme alle paure e alla distanza metaforica e fisica tra persone, molti hanno avvertito il bisogno di aggirare una solitudine costretta sviluppando più o meno sommessamente un senso di appartenenza verso un gruppo politico, culturale, sociale.
Questa incertezza di mastodontiche proporzioni che la pandemia ha causato, ha fagocitato in questo modo quella zona grigia d’indefinito, di possibilità non esplorate, di domande lasciate aperte senza risposta. La sensazione più che mai percepibile della velocità con cui i mesi e gli anni passano e la conseguente intensificazione del pensiero di “stare perdendo tempo”, ha fatto correre molti ai ripari di un’identità di gruppo definita a cui appartenere e ha fatto sì che si accentuasse una visione del mondo fatta di opposti inconciliabili (destra – sinistra, vaccinati – non vaccinati, oltre a quelli dovuti a cause di forza maggiore come nel caso di positività – negatività al virus Covid-19). 

In questo scenario le opere di Todd Norsten in mostra alla Schiavo Zoppelli Gallery richiamano con umorismo e ironia la condizione quotidiana del dubbio, del paradosso, del non doversi prendere sempre sul serio. La pittura è il contesto in cui l’artista opera “per persuaderci dell’irrealtà dell’intero mondo e dei capricci dell’immaginazione”. 
Norsten trae ispirazione per le sue opere da ciò che osserva nella vita di tutti i giorni, dalla politica, dalla società americana, da testi e immagini di cartelli stradali, annunci di vario tipo ma anche da oggetti, graffiti, cartelloni pubblicitari che incontra per le strade del Minnesota, dove vive, o in altri luoghi degli Stati Uniti.
Il suo profilo Instagram è una sorta di diario per immagini, in cui le foto dei suoi quadri sono inframezzate da scatti più o meno umoristici a cavallo tra due opposti, il divertente e la crudeltà, la stupidità e il genio, alla ricerca di tutti i possibili ampliamenti di senso del linguaggio.

Todd Norsten – Untitled 2021, oil on convas, 142×112 cm – Courtesy Schiavo Zoppelli Gallery – Foto Andrea Rossetti
We Are Someone Else – Todd Norsten – Schiavo Zoppelli Gallery – Exhibition View – Foto Andrea Rossetti

Si tratta per lo più di immagini e azioni della quotidianità che passerebbero inosservate a un occhio distratto, ma che nel loro essere funzionali alle cose della vita raccontano l’autenticità del mondo che rappresentano.
Norsten mostra la necessità e l’urgenza dell’uomo di esprimersi e di connettersi con ciò che lo circonda, esplorando e facendo emergere elementi nascosti dalle immagini che appartengono al linguaggio visivo dei segni. Ironia, disillusione e un umorismo affilato si mescolano nel contesto della pittura e ci informano sullo stato di fatto del mondo.
Nella mostra alla Schiavo Zoppelli Gallery, sono presenti opere che l’artista ha realizzato nell’ultimo anno. La serie degli Hand Painting ci mette di fronte alla consapevolezza che il senso di smarrimento non è esclusivo del singolo ma condiviso anche dagli altri. Un dito indice indica la direzione, è puntato verso l’esterno, ma dopo un giro intricato torna a guardare sé stesso o un suo identico doppio. Me, te, l’altro: tre dimensioni che nella loro opposizione si riflettono, si equivalgono e allontanano  come in We are someone Else (2021).
Su una parete della galleria sono accostante tante tele, a mostrare una realtà frammentata che qui si ricompone e si amplifica. Il mondo per Norsten è bello in tutta la sua grottesca vitalità, è sublime e ridicolo allo stesso tempo (Sublime/Ridiculous, 2021): due parole che rappresentano la sua posizione in generale rispetto all’assurdità e alla bellezza della vita. Ogni quadro assume una maggiore complessità in relazione agli altri e si creano legami tra pensieri e ispirazioni nati in momenti differenti. 
Norsten ci pone in una zona grigia, incerta, in cui ci si può sentire smarriti “perché così è la vita” (Right / Wrong / We’ll See, 2021) e l’ambiguità del significato, l’apertura a eventualità opposte suggeriscono l’impossibilità di decifrare fino in fondo la realtà e quindi un’ironica accettazione di questa impossibilità. 
Così We Are Someone Else ci comunica l’irrimediabile ambiguità di ogni posizione che è costituita da molte sfaccettature di senso ed è difficilmente univoca e ferma: la sfumatura è una conquista preziosa, il “between moment” della scritta led rossa 00:01 è inizio e fine contemporaneamente, abbraccia gli opposti, riassume le speranze del nuovo e la rassegnazione della fine. 

Todd Norsten – The Ending Is Trascendent, 2021, oil on convas, 51×41 cm – Courtesy Schiavo Zoppelli Gallery – Foto Andrea Rossetti
Todd Norsten – Untitled 2021, oil on convas, 51×41 cm – Courtesy Schiavo Zoppelli Gallery – Foto Andrea Rossetti
Todd Norsten – Ridiculous Sublime, 2021, oil on convas, 51×41 cm – Courtesy Schiavo Zoppelli Gallery – Foto Andrea Rossetti
We Are Someone Else – Todd Norsten – Schiavo Zoppelli Gallery – Exhibition View – Foto Andrea Rossetti
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