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Today, tomorrow and the day after tomorrow | FSRR, Torino

Testo di Livia Sperandio Today, tomorrow and the day after tomorrow è l’esito di un progetto sulla delicata condizione dei migranti, a cura di Filippo Maggia e Daniele Ferrero con la collaborazione di Teresa Serra, Roberto Rabitti, Wissam Andraos, Andrea...

Today, tomorrow and the day after tomorrow - Installation view - Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018 - Foto di Giorgio Perottino
Today, tomorrow and the day after tomorrow – Installation view – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018 – Foto di Giorgio Perottino

Testo di Livia Sperandio

Today, tomorrow and the day after tomorrow è l’esito di un progetto sulla delicata condizione dei migranti, a cura di Filippo Maggia e Daniele Ferrero con la collaborazione di Teresa Serra, Roberto Rabitti, Wissam Andraos, Andrea Luporini, Chiara Corica e Giulia Dongilli. La mostra è presentata dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e visitabile fino al 29 maggio 2018.

Il luogo, teatro dell’esperienza, è l’isola di Samos in Grecia, più precisamente lo spazio gestito dall’associazione indipendente Samos Volunteers. Non è possibile parlare di emigrazione considerando un solo luogo, si tratta infatti, di un contenitore che racconta una moltitudine di territori.
Siria, Bangladesh, Iraq, Palestina, Afghanistan, Pakistan e ancora altri paesi medio-orientali e asiatici determinano una dimensione ubiqua che è propagata dalla mostra.

All’ingresso della project room ci accoglie, come un manifesto, un colorato telo mare che suggerisce la spensieratezza del souvenir; in “Happy Summer” alcuni disegni indicano i luoghi d’attrazione turistica dell’isola di Samos, mentre a posteriori, con la tecnica del ricamo, è stato apposto il simbolo di una tenda del campo a sottolineare la coesistenza di due realtà, le due facce del mare. Un video è proiettato a mezz’aria a testimonianza della condizione di equilibrio precario; “Looking forward to seeing you” parla di un limbo che si alimenta di tensione, attesa, calma piatta e disillusione. Queste immagini in movimento innescano un complesso intreccio realtà-sogno; una dimensione particolare, emotivamente densa, che riconduce al disperato tragitto verso il campo.

La parola migrante si presta facilmente a diventare un’etichetta e in questo caso, compiendo una generalizzazione, annulla, con ignorante pesantezza, le particolarità delle singole persone. Non è comune fermarsi a ragionare sulla specificità e unicità dell’individuo. Per sfuggire al pericolo di spersonalizzazione, “Memories of a camp” chiede alle persone che si trovano nell’hotspot di mostrare l’oggetto che hanno scelto di portare con sé, pur consapevoli del viaggio pericoloso e lungo che avrebbero dovuto affrontare. Il risultato è visibile nella serie di foto disposte in griglia alla parete della sala; ordinatamente incorniciate, definiscono un archivio emotivo che rompe il gelo inerte, grazie ad una forte dichiarazione identitaria.

Today, tomorrow and the day after tomorrow - Installation view - Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018 - Foto di Giorgio Perottino
Today, tomorrow and the day after tomorrow – Installation view – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018 – Foto di Giorgio Perottino

Oggetti terreni, piccoli e cari, che condensano in loro la potenza accogliente dell’umanità e dell’immaginazione come ponte tra il proprio nido e le nuove possibilità. Sono memorie scelte che acquistano l’occasione di essere in vita; tangibili e semplici segni di un’ambientazione unica e allo stesso tempo universale perché rimanda al quotidiano di chiunque li guardi. Anelli, porta-tabacco, giochi, disegni; la maggior parte delle persone li tiene indosso come fossero reliquie o ex voto.

Il progetto non urla pietismo ma ha la cura di muovere a un sentimento profondo di condivisione; sono oggetti iperreali, accarezzati e cullati, che diffondono una luce intima. A sottolineare il tema identitario, “Nameless” è il titolo del libro nato dalle immagini scattate dai rifugiati; attraverso questa operazione si ha la possibilità di cambiare punto di osservazione e provare ad avvicinarsi ad uno sguardo diverso, immergendo il pensiero nelle fotografie a tutta pagina.
Il tempo rappresenta una nozione preziosa per questo programma. Lo stadio attuale dell’idea è fruibile attraverso la mostra e appoggia sul terreno solido delle missioni nelle isole greche del 2016 e 2017.
Ma l’elemento propulsore del progetto risiede nella sua definizione progettuale; si tratta di un piano leggibile al futuro; le intenzioni degli artisti e dei curatori sono animate da una forte idea di continuità volta a rigenerare un’esperienza di privilegiata e forte condivisione.

“Pensare che si possa venire al mondo in un luogo che all’inizio non saremmo neppure in grado di nominare, che si vede per la prima volta e che, in tale luogo sconosciuto si possa crescere, circolare fino a che non si riesca a conoscere il nome e pronunciarlo con amore, che si invochi un focolare in cui sprofondare le proprie radici, mettervi al sicuro i propri amori, al punto che, ogni volta che se ne parla, è alla maniera degli amanti, in canti pieni di nostalgia, in poemi traboccanti di desiderio”
Goyen La maison d’haleine, Gallimard, Paris 1954; trad it La casa in un soffio, Einaudi Torino 1963

Today, tomorrow and the day after tomorrow - Installation view - Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018 - Foto di Giorgio Perottino
Today, tomorrow and the day after tomorrow – Installation view – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018 – Foto di Giorgio Perottino
Today, tomorrow and the day after tomorrow - Installation view - Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018 - Foto di Giorgio Perottino
Today, tomorrow and the day after tomorrow – Installation view – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018 – Foto di Giorgio Perottino
Today, tomorrow and the day after tomorrow - Installation view - Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018 - Foto di Giorgio Perottino
Today, tomorrow and the day after tomorrow – Installation view – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018 – Foto di Giorgio Perottino