English text below
Tilo&Toni, aka Tim Cullman e Lorenz Reinard, non si definiscono un collettivo ma un supereroe capace di creare opere altrimenti impensabili se realizzate singolarmente dai due giovani artisti. Prendendo spunto dalle pratiche di remix e appropriazione tipiche del panorama musicale e dalla verve irriverente e sovversiva del battle rap, Tilo&Toni irrompono nell’ecosistema visivo contemporaneo con azioni sovversive che ricombinano le immagini, dando vita a nuove linee narrative e connessioni alternative. “La questione di cosa sia esattamente un’immagine non è così importante per noi nel dettaglio. Questa è una questione che viene discussa nell’ambito degli studi sulla cultura visiva. Più interessanti per noi sono le domande su ciò che le immagini rivelano sulle persone che le utilizzano. Quale influenza hanno le immagini sulle persone in generale? Come vengono lette e utilizzate le immagini?” afferma il duo tedesco.
Alla galleria Metronom di Modena, il duo presenta l’ultima serie di lavori con la prima mostra personale in Italia In the Woods the Waterfall is Rushing, in cui fotografie, disegni e oggetti sono stati manipolati per generare molteplici combinazioni tradotte in immagini e collage fotografici che mostrano sulla superficie l’intervento diretto dei due artisti all’interno della camera oscura. L’immagine si trasforma in un flusso ininterrotto di connettività, senza inizio e senza fine, con cui fabbricare nuovi artefatti visivi che si lasciano andare ad un processo di auto generazione. “Ciò che ci interessa è questa visione della natura, che viene estremizzata dagli abitanti “acculturati” che vivono in città. Ci interessano l’immaginario, le azioni, la retorica e le narrazioni su questo tema”. Tilo&Toni indagano le linee narrative che si costruiscono nei social network, nei feed e nei post, che propongono un immaginario naturale illusorio, perfetto, quasi addomesticato, per creare una quadro ideale della natura, che rasenta la perfezione. Una visione romantica costruita a colpi di swipe, scroll, like e filtri di Lightroom. A questa disponibilità visiva illimitata, i due artisti contrappongono artefatti analogici sviluppati a partire da strumenti e media diversi. “Per accedere alle immagini – per raggiungere l’intimità con quelle che amiamo; per capire quelle che ci turbano; per smascherare quelle che ci respingono – le recuperiamo in qualche modo, alimentandole nel nostro mondo, elaborandole come materiale per il nostro lavoro”, commentano Tilo&Toni.
ATPdiary ha posto alcune domande a Tilo&Toni in merito alla loro pratica:
ATP: Remix e appropriazione sono pratiche comuni sia nella musica che nel mondo dell’arte. Gli artisti estrapolano un aspetto da una composizione, un video o un’immagine e lo usano come pezzo di un puzzle per creare qualcosa di nuovo. Nella vostra pagina personale sul sito di Metronom, c’è un riferimento alla canzone I Wonder Why? (E’ un grande DJ) di Tony Touch. Potete dirci come il testo del ritornello si accorda con la vostra pratica?
Tilo&Toni: Da un lato, naturalmente, si tratta di creare un parallelo con la musica pop, in cui la tecnica del remix e del campionamento è abbastanza normale. Dall’altro lato, ci è piaciuto questo atteggiamento da Battle Rap, a cui si fa riferimento in questa citazione, e di raccoglierlo e trasferirlo nel mondo dell’arte. Questo “mostrare” che sei il migliore. Lo stesso Tony Touch fa anche riferimenti al personaggio cinematografico Toni Montana di Scarface, questo gangster spietatamente sicuro di sé ma anche paranoico, che rappresenta il lato oscuro del sogno americano – dalla lavastoviglie al signore della droga. Tra l’altro si chiama “He’s the greatest DJ”. Il superlativo è naturalmente importante a questo punto.
ATP: Nel suo libro, La furia delle immagini, Joan Fontcuberta parla di immagini che evidenziano la loro qualità autogenerante in quanto non devono derivare da oggetti fisici o situazioni perché possono essere ricomposti con altre immagini. Cos’è un’immagine secondo voi e come descrivereste il suo utilizzo?
T&T: La questione di cosa sia esattamente un’immagine non è così importante per noi nel dettaglio. Questa è una questione che viene discussa nell’ambito degli studi sulla cultura visiva. Più interessanti per noi sono le domande su ciò che le immagini rivelano sulle persone che le utilizzano. Quale influenza hanno le immagini sulle persone in generale? Come vengono lette e utilizzate? Quale processo sviluppano le immagini e quali sistemi di parentela si formano attraverso di esse? Nel libro After Art, pubblicato nel 2013, David Joselit sostiene che nell’era digitale, sommersa da un flusso di immagini, l’arte della modernità ha perso il suo obiettivo: ricercare l’immagine come portatrice di conoscenze secolari. L’arte ha eluso “la formattazione e la riformattazione dei contenuti contemporanei e l’epistemologia della ricerca della conoscenza”. (vedi Joselit p. 107f). In questo senso, il nostro interesse per le immagini si è spostato verso la rievocazione di quelle esistenti. Per accedere alle immagini – per raggiungere l’intimità con quelle che amiamo; per capire quelle che ci turbano; per smascherare quelle che ci respingono – le recuperiamo in qualche modo, le immettiamo nel nostro mondo, elaborandole come materiale per il nostro lavoro.

TILO & TONI, Im Walde rauscht der Wasserfall (04), 2018 Analogue print on Baryta Paper (Silver Gelatin) Courtesy Metronom

TILO & TONI, Im Walde rauscht der Wasserfall (10), 2018 Analogue print on Baryta Paper (Silver Gelatin) Courtesy Metronom
ATP: Nella dichiarazione artistica per untitled (campeggio) sul vostro sito web si afferma: “Il nostro principio di base nel trattare con le immagini è che non vogliamo muoverci secondo gli usi e l’estetica comuni, ma piuttosto vogliamo trasformarli. La differenza sta nella distanza che noi, come autori delle immagini, adottiamo o almeno cerchiamo di adottare [….] “. Potete spiegarci meglio questa idea di uso comune e di distanza?
T&T: Nella vita di tutti i giorni, le immagini vengono utilizzate in contesti fissi, ad esempio: le fotografie di moda vengono mostrate su riviste o blog, dove il contesto rende chiaro di che cosa sono le immagini. Con Arthur C. Danto, si potrebbe sostenere che le opere artistiche sono spesso caratterizzate dal modo in cui vengono rivestite da una forma di meta-coscienza. Piuttosto che esistere, esse negoziano costantemente sia il proprio significato in senso autoriflessivo, sia il contenuto a cui si riferiscono. Danto afferma questa qualità, che egli definisce ‘aboutness’, attraverso le Brillo Boxes di Andy Warhol, otticamente identiche sotto ogni aspetto agli originali. Eppure, le Brillo Box di Warhol diventano qualcos’altro attraverso la loro decontestualizzazione. Generano distanza tra l’oggetto esposto e lo spettatore, balbettando un’altrimenti automatico atto d’osservazione.
ATP: Ci raccontate dell’ultimo lavoro, In the Woods the Waterfall is Rushing, e come si sta ampliando la vostra indagine artistica? Come descrivereste il rapporto tra la natura, i motivi tipici del romanticismo e la produzione di immagini?
T&T: La natura appare a molti come la controparte della città e della cultura. Sembra pura e autentica, anche se, naturalmente, nella maggior parte dei casi viene trattata. Ma non è questo il punto. Ciò che ci interessa è questa visione della natura, che viene esagerata dalla gente di città “acculturata”. Ci interessano le immagini, le azioni, la retorica e le narrazioni su questo tema. È notevole come negli ultimi anni ci sia stata una massiccia diffusione di sport all’aria aperta come l’arrampicata, l’escursionismo, il surf e le lezioni di yoga in un contesto rilassante. Il modo in cui queste cose sono rappresentate nei social network, di cui si diffondono immagini e narrazioni, ricorda molto i primi romantici tedeschi intorno al 1800.
Interview with Tilo&Toni
ATP: Remix and appropriation are common practices both in music and in the art world. Artists extrapolate an aspect from a composition, a video or an image and use ti as a piece of a puzzle to create something new. On your artista page on Metronom’s website, there is a reference to the song I Wonder Why? (He’s a great DJ) by Tony Touch. Can you tell us how the lyrics of the chorus resonate with your practice?
Tilo&Toni: On the one hand, of course, it is about creating a parallel to pop music, in which the technique of remix and sampling is quite normal. On the other hand, we liked this Battle Rap attitude, which is referred to in this quote and to pick it up and transfer it to the art world. This „showing off“ that you are the best. Tony Touch himself also makes references to the movie character Toni Montana from Scarface, this ruthlessly quite self-confident but also paranoid gangster who stands for the dark side of the american dream – from dishwasher to the drug lord. By the way it’s called “He’s the greatest DJ”. The superlative is of course important at this point.
ATP: In his book, The fury of the images, Joan Fontcuberta talks about images pointing out their self-generating quality as they don’t have to derive from physical objects or situations because they can be reassembled using other images. What’s an image in your opinion and how would you describe its usage?
T&T: The question of what exactly an image is, is not so important to us in detail. That is a question that is discussed in Visual Culture Studies. More interesting to us are questions about what images reveal about the people who are using them. What influence do pictures have on people in general? How are images being read and used? Which process (gain monument) do images develop and which kinship systems are developed through them? In the book After Art, published 2013, David Joselit posits that in the digital age, wich its flood of images, the art of modernity has lost its mandate: to research the image as bearer of secular knowledge. Art has side-stepped “the formatting and reformatting of contemporary content, and the epistemology of the search for knowledge.” (see Joselit p. 107f). In this sense, the focus of our interest in images has shifted towards the reenactment of existing images. In order to access images — to achieve intimacy with those we love; to understand those that perplex us; to debunk those that repell us — we to some extent take them back, feeding them into our world, processing them as material for our work.
ATP: In the artistic statement for untitled (camping site) on your website you state “Our basic principle in dealing with images is that we don’t want to move in accordance to the common usages and aesthetics but rather we want to transform them. The difference is in the distance which we, as authors of the images, adopt or at least try to adopt […] ”. Can you explain a little further this idea of common usage and distance?
In everyday life, images are used in fixed contexts, for example: fashion photographs are shown in fashion magazines or blogs, whereby the context makes it clear what the images are about. With Drawing on Arthur C. Danto, it could be argued that artistic works are often characterised by the way in which they are invested with a form of meta-consciousness. Rather than simply existing, they constantly negotiate both their own meaning in a self-reflexive sense, and the content to which they refer. Danto asserts this quality, which he terms ‘aboutness’, through the Brillo Boxes of Andy Warhol, which are optically identical to the originals in every aspect. And yet Warhol’s Brillo Boxes become something else by way of their decontextualisation. They generate distance between the exhibited object and the viewer, stuttering an otherwise automatic act of seeing.
ATP: Can you tell us about your latest work, In the Woods the Waterfall is Rushing, and how ti is broadening your artistic investigation? How would you describe the relationship between nature, the typical motifs of romanticism and image production?
Nature appears to many people as the counterpart to the city and to culture. It appears pure and authentic, although of course it is cultivated in most cases. But that’s not the point. What is interesting to us is this view of nature, as it is exaggerated by the cultivated city people downright. We are interested in imagery, actions, rhetorics and narratives around this subject.
It is remarkable how in recent years there has been a massive popularization of outdoor sports such as rock climbing, hiking, surfing and yoga classes in a peaceful setting. How these things are portrayed in social networks, which pictures and narratives are spread, is very reminiscent of the early German Romantics around 1800.

TILO & TONI, Im Walde rauscht der Wasserfall (18), 2018 Analogue print on Baryta Paper (Silver Gelatin) Courtesy Metronom

TILO & TONI, Im Walde rauscht der Wasserfall (09), 2018 Analogue print on Baryta Paper (Silver Gelatin) Courtesy Metronom