The winner is… Rossella Biscotti!

3 Dicembre 2010


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Roma 3 dicembre 2010. E’ Rossella Biscotti la vincitrice del Premio Italia Arte Contemporanea 2010 , organizzato dal MAXXI per sostenere e promuovere l’arte italiana del XXI secolo. La giuria ha inoltre dedicato una speciale menzione al lavoro di Gianluca e Massimiliano De Serio.

La Biscotti vince con l’opera Il Processo per questa motivazione: “per la lucida relazione che ha saputo stabilire tra architettura della storia e architettura espositiva entrambe aperte ad una riflessione su processo e processualità. Un lavoro che riflette oggi sulla continuità e la discontinuità del pensiero e delle ideologie.”

Il lavoro dei De Serio Stanze è stato particolarmente apprezzato dalla giuria perché “ha rappresentato, con un uso innovativo del linguaggio filmico, una condizione umana di sofferenza e di oppressione che attraversa la nostra storia”.

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Il Processo, 2010-2011
installazione sonora, 8 h, loop; calchi in cemento armato; performance Aula Bunker del Foro Italico, ex Corte d’Assise di Roma, audio installation, 8 hours, loop; reinforced concrete casts; performance in the Courtroom Bunker of Foro Italico, the former Corte d’Assise di Roma

Il progetto di Rossella Biscotti e? legato a una ricerca condotta negli spazi del F oro Italico e ai movimenti di lotta avvenuti in Italia durante gli anni Settanta. L’artista ha analizzato sia le trasformazioni architettoniche, sia quelle funzionali legate allo spazio dell’ex Aula Bunker, Casa della Scherma a Roma. Questo luogo, disegnato da Luigi Moretti, e? preso in esame per i suoi mutamenti – da edificio sportivo di epoca fascista ad Aula Bunker di alcuni tra i piu? importanti processi politici avvenuti tra gli anni Settanta e Ottanta.
Prendendo le mosse dal processo conosciuto come “7 aprile”, contro numerosi esponenti dell’area dell’Autonomia Operaia, l’artista mette in scena un’archeologia fatti di frammenti: calchi in cemento armato di particolari delle superfetazioni architettoniche (gabbie degli imputati, celle, microfoni, sistemi di sicurezza); l’installazione audio nel corpo scala che riporta trascrizioni, registrazioni e ricostruzioni del processo e, infine, la serie di performance realizzate nell’ex aula bunker.
L’opera diviene cosi? un percorso storico che affronta le trasformazioni di un luogo – ora messo in relazione con gli spazi del museo – come testimonianza del rapporto esistente tra linguaggio, ideologie e spazio. Riflette cosi? sul tema della nostra storia collettiva.

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Gianluca e Massimo De Serio
Stanze, 2010
HD, 58’

Stanze e? una “catena poetica”, che riprende, attualizzandola, la tradizione orale somala, in cui la poesia era lo strumento di dibattito pubblico e politico del paese. Il film e? interpretato da alcuni giovani rifugiati politici somali a Torino, all’interno di quella che e? stata la loro ultima “casa”: la caserma La Marmora di via Asti, una vera e propria centrifuga della storia italiana. Fondata durante il primo periodo coloniale italiano nel corno d’Africa, la caserma e? poi diventata sede, durante il fascismo, della Guardia Nazionale Repubblicana, e qui si sono consumate torture e fucilazioni dei partigiani prigionieri. Il processo del 1946 ha condannato diversi imputati fascisti che operavano in via Asti, che hanno pero? goduto di amnistia.
Oggi la caserma e? stata luogo di accoglienza dei rifugiati politici somali, protagonisti di Stanze.
Grazie al contributo di Suad Omar, scrittrice e mediatrice culturale, ha inizio un lavoro collettivo, in cui i soggetti interpretano in versi la propria storia, la condizione di sradicamento a cui sono costretti e l’inadeguatezza del nostro Paese ad accogliere i rifugiati. Gradualmente, arrivano ad interpretare gli stralci del processo del ‘46 recuperati dopo un lungo lavoro di ricerca. Nel film, la caserma e? raccontata dai suoi ex-abitanti attraverso un percorso di sdoppiamento, storico ed esistenziale, mediante il quale i rifugiati si fanno carico della nostra stessa storia e delle sue mancanze.


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