The Boat is Leaking. The Captain Lied | Fondazione Prada

È evidente che transdisciplinare stia per capacità di osare. Cioè che discipline differenti siano contemporaneamente utilizzate in un’unica occasione e che esse ridefiniscano i confini dei loro campi di applicazione in virtù del loro incontro. A Udo Kittelmann (curatore di The Boat is Leaking. The Captain Lied), spetta la riuscita regia su tre protagonisti: Thomas Demand, Alexander Kluge e Anna Viebrock.
30 Giugno 2017

L’allegoria marinaresca di The boat is leaking. The captain lied nasce per errore: quello che, in completa autonomia, commettono Demand, Kluge e Vierbock nell’interpretare i poveri vecchi del Pio Albergo Trivulzio della tela di Angelo Morbelli come un gruppo di marinai post lavoro. Facile che il fraintendimento dei Giorni… Ultimi (1883) diventi una realtà alternativa e inneschi il riferimento al verso di Cohen (Everybody Knows, 1988), che fu prima di Shakespeare (Giulio Cesare, 1599), e che qui diventa l’immagine della crisi per cui la ricerca artistica rappresenta un porto sicuro. Ma è ancora l’errore del titolo a stimolare gli azzardi interpretativi; a sollecitare il disinteresse per il labile confine tra finzioni e realtà e a creare quel palcoscenico transdisciplinare che fa di Ca’ Corner una successione di soglie ingannevoli. Quando poi con l’esperienza estetica si racconta anche la dimensione storico-politica, gli indizi per il reale sono ancora più sfocati (e forse neanche necessari).

Stando alle parole di Kittelmann, i tre autori sono testimoni e cronisti del presente e delle epoche passate. Di fatto sono anche di più: sono creatori di un’opera d’arte totale, composita e corale in grado di recuperare gli indizi del passato per costruire scenari emotivi futuribili. Ma c’è di più. Sono i coraggiosi portavoce delle scomode verità cui spesso si preferisce una rassicurante bugia. Ed è infatti una strana menzogna quella che va in scena alla Fondazione Prada di Venezia: raccontare tempi turbolenti attraverso uno spazio che distrae, simula e inganna con immagini potenti – fisse e in movimento -.
È comunque un risultato più rassicurante di quanto il titolo non suggerisca, soprattutto una volta riconosciuto il rapporto di reciprocità tra la successione di spazi e di arredi filmici e fotografici. Alle scenografie di Anna Viebrock infatti, spetta tanto l’arduo compito di veicolare quelle ‘bugie’ che dissimulano lo scontato riconoscimento dell’architettura del Palazzo, quanto quello di custodire e valorizzare i lavori dei due colleghi.

Così superata una delle cinque porte della hall di uno pseudo-condominio al piano nobile (non mancano i campanelli senza nome nella fotografia di Demand), due ambienti contigui rappresentano il doveroso omaggio a Morbelli: una prima stanza simula il museo che merita di ospitare la serie dell’ospizio milanese mentre la seconda ne è la ricostruzione fedele. Letterale, pur non rinunciando a mostrare il soffitto e una parete affrescata del salone di Ca’ Corner. Lo sguardo chino dei vecchi di Morbelli è ora quello dello spettatore sulle pellicole digitalizzate di Alexander Kluge mentre la parete corta cui si rivolge la grande aula, esibisce l’Attrazione (Attraktion, 2013) secondo Thomas Demand.

Veduta della mostra - The Boat is Leaking. The Captain Lied - Fondazione Prada, Ca’ Corner della Regina Venezia. Foto Attilio Maranzano

Veduta della mostra – The Boat is Leaking. The Captain Lied – Fondazione Prada, Ca’ Corner della Regina Venezia. Foto Attilio Maranzano

The Boat is Leaking. The Captain Lied at Fondazione Prada, Venice, 2017. Courtesy Fondazione Prada. Photo Delfino Sisto Legnani and Marco Cappelletti

The Boat is Leaking. The Captain Lied at Fondazione Prada, Venice, 2017. Courtesy Fondazione Prada. Photo Delfino Sisto Legnani and Marco Cappelletti

È tutto più chiaro, forse. L’architettura della Viebrock esce dalle immagini dei colleghi lasciandosene ispirare e costruendo loro gli scenari più consoni ad ospitarle: lo fa arredando la scala monumentale con le Passatoie (2009) dalla scenografia
del Riesenbutzbach di Marthaler; o lo ribadisce nel cinema notturno programmato da Kluge nello spazio colonnato su Canal Grande, che quasi diventa l’esterno da cui accedere alle Quattro Porte (2017) del bar Safari, dell’hotel, della cabina elettrica e del cantiere. O ancora trova una didascalica dimora alle tracce audio (e video) estratte dalle scene in tribunale de La ragazza senza storia, film d’esordio di Kluge e vincitore del Leone d’argento a Venezia nel 1966. In ogni caso la successione di ambienti deforma ed educa la percezione sulle opere di Kluge e Demand tanto da inserire dentro una Vetrina (2017) una rassegna di opere del primo; o di fare del secondo l’iperreale arredo di un interno borghese ispirato ad una storica fotografia di Ca’Corner. Una scenografia che non diventa mai servile anche quando è al buio di una saletta cinematografica in cui la protagonista è la rassegna di Kluge o la proiezione dell’interno di una nave in balia della tempesta nel video di Demand, che di Pacific (2012) ha solo il titolo.

Con la climax delle migliori sceneggiature, nell’attico si gioca l’azzardo del ready-made. Negli luoghi della scenografia originale di Tessa Blomstedt non si arrende (2014), le immagini concorrono al punto massimo dell’opera d’arte totale. Mentre una stanza di registrazione, scale, palchi, pavimenti e pareti in cartongesso si relazionano alla struttura barocca di Palazzo, le immagini di Kluge e Demand si accostano agli arredi scenici della Viebrock creando uno spazio liquido e un’esperienza kafkiana degna in un paesaggio urbano immaginario.
In generale lo spazio è teatrale anche se non va in scena lo spettacolo di prosa ma la drammaturgia della crisi: la paura e la precarietà dell’individuo secondo lo sguardo di tre coraggiosi autori d’esperienza. Il visitatore subisce le trasformazioni del percorso perdendosi e ritrovandosi. Si convince del proprio orientamento più per l’esperienza maturata nello spazio che per l’estetica dello stesso: dove pure la rassicurante e riconoscibile architettura di Palazzo può essere falsata, l’unica certezza è nel rintocco dell’orologio ogni ora.

THE BOAT IS LEAKING. THE CAPTAIN LIED
Thomas Demand, Alexander Kluge, Anna Viebrock A cura di Udo Kittelmann
Fino al 26 novembre 2017
Fondazione Prada — Ca’ Corner della Regina Venezia

The Boat is Leaking. The Captain Lied at Fondazione Prada, Venice, 2017. Courtesy Fondazione Prada. Photo Delfino Sisto Legnani and Marco Cappelletti

The Boat is Leaking. The Captain Lied at Fondazione Prada, Venice, 2017. Courtesy Fondazione Prada. Photo Delfino Sisto Legnani and Marco Cappelletti

The Boat is Leaking. The Captain Lied at Fondazione Prada, Venice, 2017. Courtesy Fondazione Prada. Photo Delfino Sisto Legnani and Marco Cappelletti

The Boat is Leaking. The Captain Lied at Fondazione Prada, Venice, 2017. Courtesy Fondazione Prada. Photo Delfino Sisto Legnani and Marco Cappelletti

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