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Straperetana 2018, il tempo svogliato

[nemus_slider id=”76686″] – Il tempo svogliato: questo il titolo che accompagna la seconda edizione della Straperetana, collettiva che porta le opere di 17 artisti ad attraversare le case, i palazzi e i vicoli del centro di Pereto, piccolo borgo al...

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Il tempo svogliato: questo il titolo che accompagna la seconda edizione della Straperetana, collettiva che porta le opere di 17 artisti ad attraversare le case, i palazzi e i vicoli del centro di Pereto, piccolo borgo al confine della Marsica. La mostra, a cura di Saverio Verini, rende omaggio alla peculiare temporalità di questo luogo sospeso in un rapporto di pacifica quanto reversibile sfasatura con il tempo presente. Gli artisti lavorano disseminando le proprie opere lungo un ideale tragitto che attraversa Pereto nella sua interezza, generando il pretesto per una divertita e curiosa convivenza fra i pochi abitanti del borgo e i molti visitatori giunti per l’inaugurazione.
Proprio il racconto del paesaggio è al centro di numerosi dei lavori proposti. Lorenzo Kamerlengo con un tratto stilizzato e quasi stereotipico disegna un neon, visibile dalla strada, che ritrae la montagna quale elemento del paesaggio più profondamente radicato nell’esperienza dagli abitanti. Matteo Fato propone una doppia visione pittorica urbana e naturale di Pereto che ritrae in dimensione diurna e notturna, dimostrando al contempo una volontà di dialogo con lo spazio espositivo e utilizzando le casse di trasporto dei dipinti quali elementi funzionali alla loro installazione. I paesaggi evanescenti di Corinna Gosmaro, dipinti su filtri in poliestere di grandi superfici, si sovrappongono agli scarni arredi di Palazzo Iannucci e trovano un raddoppiamento nella porzione di panorama visibile al di là della finestra.
Thomas Braida omaggia il paesaggio nella sua componente linguistica, narrativa e mitologica attraverso formelle di creta disseminate lungo il percorso espositivo che riportano motti in dialetto peretano. La stessa creta torna come supporto di una grande tela realizzata dall’artista in seguito a una serie di laboratori svolti con i bambini di Pereto e che ritrae un drago, in posizione di riposo, all’interno di un ambiente vegetale. Il paesaggio compare in modo più sfuggente anche nel lavoro proposto da Michela De Mattei, nel quale scene di attacchi rivolti da animali verso l’uomo si sovrappongono a disegni geometrici che tracciano i movimenti di alcuni edifici nello spazio, forse memoria di moti sismici.

Matteo Fato, exhibition view, Straperetana 2018 ph. Gino Di Paolo
Matteo Fato, exhibition view, Straperetana 2018 ph. Gino Di Paolo
Elisabetta Benassi, performance, Straperetana 2018, ph. Gino Di Paolo
Elisabetta Benassi, performance, Straperetana 2018, ph. Gino Di Paolo

Altro tema piuttosto rappresentato nella mostra è poi naturalmente quello del tempo. Flavio Favelli è forse l’artista che meglio di tutti riesce a dare corpo all’idea di un tempo svogliato – quale tempo proprio dell’intera provincia italiana – grazie a un grande dipinto murale che riproduce una copertina del settimanale “Oggi”, datata però 29 ottobre 1986. Anche le sue ceramiche, sottoposte a tagli, rimodulazioni e assemblaggi tanti precisi quanto violenti, sembrano condividere la temporalità indolente degli arredi che le circondano.
Francesco Arena fodera piccoli blocchi di marmo, simbolo di un tempo infinito, con agende di carta chiamate invece a rappresentare un tempo umano e profondamente fragile. Elisabetta Benassi guida fino alla piazza più alta del paese una vecchia Fiat Giardinetta, ormai da anni fuori produzione, e adagia sui suoi sedili anteriori alcuni germogli di patate, da cui il titolo I mangiatori di patate. Anche Roberto Fassone, con il suo video Ball don’t Lie, ragiona su un orizzonte temporale incredibilmente espanso, ricorrendo alla palla e al canestro da basket quali ironici strumenti di previsione del futuro.

Elisabetta Benassi, performance, Straperetana 2018, ph. Gino Di Paolo
Elisabetta Benassi, performance, Straperetana 2018, ph. Gino Di Paolo
Valerio Nicolai, exhibition view, Straperetana 2018 ph. Gino Di Paolo
Valerio Nicolai, exhibition view, Straperetana 2018 ph. Gino Di Paolo

Nel lungo percorso di mostra appaiono poi alcuni interventi che trovano forza nella felice relazione con il contesto che li circonda: Alfredo Pirri lascia cadere dal campanile della Chiesa di San Giovanni un lunghissimo arazzo-bandiera che mescola un’idea di ufficialità della storia a una sua componente più fiabesca; José Angelino installa due dei suoi dispositivi scultorei all’interno di un grottino artificiale, producendo un ambiente in grado di cadenzare nel tempo l’esperienza di visita delle spettatore; Francesco Alberico dispone sui gradini d’ingresso di un’abitazione alcuni lucenti comignoli eolici i quali, persa la loro funzione designata, diventano altrettanti personaggi, talvolta mossi da un soffio di vento, che ricordano gli anziani abitanti di Pereto seduti fuori dalle proprie case, lungo la strada percorsa dalla mostra e dai suoi visitatori.

Straperetana 2018 / Arte contemporanea nella porta d’Abruzzo
Un progetto ideato da Paola Capata e Delfo Durante
A cura di Saverio Verini

Il tempo svogliato

con Francesco Alberico, José Angelino, Francesco Arena, Elisabetta Benassi, Lupo Borgonovo, Thomas Braida, Simone Camerlengo, Michela de Mattei, Roberto Fassone, Matteo Fato, Flavio Favelli, Corinna Gosmaro, Lorenzo Kamerlengo, Valerio Nicolai, Alfredo Pirri, Nicola Samorì, Sissi

Pereto (AQ)
Fino al 5 agosto 2018

Thomas Braida, exhibition view, Straperetana 2018, ph. Gino Di Paolo
Thomas Braida, exhibition view, Straperetana 2018, ph. Gino Di Paolo
José Angelino, exhibition view, Straperetana 2018 ph. Gino Di Paolo
José Angelino, exhibition view, Straperetana 2018 ph. Gino Di Paolo