Pesce Khete, Diogene, Bivaccourbano, Torino

Pesce Khete open studio – Diogene Bivaccourbano 2013, Torino

Open Studio Pesce Khete – Diogene Bivaccourbano – 22 Ottobre 2013

Giunto alla sua settima edizione, il progetto Bivaccourbano prende una nuova direzione: l’artista invitato per i due mesi della residenza, oltre ad avere a disposizione come alloggio la carrozza del tram Diogene, potrà usufruire anche di un atelier in cui organizzare le sue giornate di lavoro.

L’edizione 2013 ospita Pesce Khete (1980, vive a Roma). L’artista opera prevalentemente con la pittura, che pone in stretto dialogo con la fotografia analogica.

Siamo andati a conoscerlo in occasione dell’Open Studio di Via Parma.

Matteo Mottin: Ciao Pesce. Magari può sembrarti un’osservazione un po’ banale con cui iniziare un’intervista, ma nella maggior parte dei tuoi lavori percepisco come un confronto continuo tra una forza caotica e una forza ordinata, come se fosse una manifestazione del tuo essere metà Italiano e metà Svizzero.

Pesce Khete: In ogni mio disegno in effetti c’è sempre il confronto tra una parte più razionale che ha controllo, e questa parte se la vede con una più istintiva, che tende come dici te verso forme più caotiche. Si, comunque il lavoro per me è finito quando c’è un giusto equilibrio tra questi due elementi. Quello che mi interessa è proprio questa combinazione, ma più che interessarmi è proprio il mio modo di essere e di agire che prevede controllo e assenza di controllo. Quando nel lavoro c’è qualcosa che non mi convince, o che comunque non basta a se stesso, invece di correggerlo aggiungo dello spazio, perchè ho sempre avuto la consapevolezza che l’importante è l’esistenza di una struttura che stia alle spalle – poi qualsiasi cosa, anche sbagliata, o apparentemente brutta, che non torna, può essere bilanciata da ciò che gli sta attorno.

MM: Infatti ho notato che non fai solo disegni astratti.

PK: E’ una cosa che mi succede da sempre: quando ho nel mio studio molti dipinti astratti sento proprio l’esigenza di rappresentare anche qualcosa di più riconoscibile, e questi che vedi sono uno il frutto dell’altro, proprio per una voglia di completezza. Si, nell’insieme, mi viene proprio l’esigenza di rappresentare qualcosa in maniera più realistica.

MM: Documentandomi per questo incontro ho visto che di solito nelle tue mostre assieme ai disegni esponi anche fotografie di grosso formato, e queste in qualche modo sembrano bilanciare i lavori pittorici a cui stanno accanto.

PK: Ho sempre utilizzato la fotografia analogica. Faccio sempre molte foto, e poi nel momento della mostra isolo quelle immagini che abbiano un senso, che non è un senso logico, ma un senso in quell’insieme, faccio delle stampe digitali di grosso formato, e queste portano a un equilibrio con la pittura. L’idea di mostra infatti è poi quella che raccoglie tutti questi elementi, in equilibrio, non solamente il lavoro pittorico.

MM: Oltre alla presente hai partecipato ad altre residenze. Cos’è che più ti stimola durante una residenza?

PK: Il cambio di contesto. Uno studio diverso, una condizione di vita diversa – di giorno lavoro in questo atelier, di notte dormo nel tram di Diogene – portano ovviamente a risultati diversi. La cosa che mi attira di queste esperienze è la possibilità di cambiare in qualche modo registro. Comunque è tutto teso verso un’organizzazione, verso la ricerca di un metodo.

http://www.pescekhete.com

http://www.progettodiogene.eu

Diogene Studio / Via Parma 31, Torino

Tram Diogene
Rotonda C.so Regio Parco angolo C.so Verona / 10152 Torino, Italy
tel/fax 011.5539255