Nicola Melinelli — Vincenzo Simone | GAFFdabasso, Milano

4 Ottobre 2017

Entrare in Room – la mostra di Nicola Melinelli e di Vincenzo Simone – presso il GAFFdabasso è stato un po’ come entrare a casa loro, l’atmosfera mi è sembrata la stessa. In mostra, sono state presentate una precisa economia di opere capaci, in poche battute, di mostrare e far comprendere gli esiti della loro ultima ricerca, i loro passi avanti, piccoli o grandi che siano.

Conosco e seguo da anni il lavoro di Nicola Melinelli e Vincenzo Simone, e ormai come è giusto che sia, mi accorgo quasi immediatamente di quello che accade nelle loro opere. Ero da GAFFdabasso quando Nicola ultimava una delle due grandi tele esposte in mostra, ed ero con lui quando presentava alla galleria APLUSB di Brescia la serie di Rovesci Sparsi. Cito queste mostre passate per tracciare un filo nel lavoro dell’artista iniziato circa un anno fa. Le geometrie sono disturbate da perturbazioni all’interno del quadro, e le linee rette sembrano ancora lottare con la voglia di farsi curve.
L’opera esposta alla mostra Room, che presenta delle novità formali più evidenti, è quella coperta, nella parte superiore della tela fino a quasi arrivare a metà della superficie, da una griglia giallo/arancione.
La rete curvilinea bucherellata che stava posata, a mo di tendina, negli ultimi dipinti che ho potuto osservare nello studio di Nicola diventa una griglia arancione, e ogni linea tracciata mostra come orgogliosa la sua presunta imperfezione, tradendo la presenza di un gesto umano, di una mano che non si rassegna a marcare la sua presenza anche con un semplice tremolio. A poco a poco e sperimentando vie traverse la matrice più schiettamente pittorica si impone alla grafica di Nicola Melinelli.

ROOM. Nicola Melinelli — Vincenzo Simone - Exhibition - GAFFdabasso, Milano

ROOM. Nicola Melinelli — Vincenzo Simone – Exhibition – GAFFdabasso, Milano

Vi è ancora in atto quell’allontanamento dai temi più puri dell’astratto, come ad esempio dall’idea di un’assoluta purezza della linea, del colore e della perfezione formale. E così come ho avuto modo di notare già un anno fa l’artista continua ad opporre alla nudità plastica e alla dimensione più astratta delle forme, della composizione e del colore, una dimensione narrativa e naturalistica. Le pennellate vibrano e il colore sfuma e si sfalda fino a diventare una nuvola di vapore, delle perturbazioni meteorologiche o degli accadimenti sensuali descritti ancora da pennellate emotive. Il colore continua a sporcarsi, macchiando la tela così da rendere la materia pittorica più movimentata.

Se la ricerca di Nicola sembra in continuità con gli sforzi iniziati l’anno scorso, il lavoro di Vincenzo Simone tradisce delle nuove situazione, delle inattese soluzioni formali, virando verso dei dipinti che ho definito paradossalmente dei “quadri assertivi”. Fragilità e forza presenziano all’interno di un unico quadro rosa, l’assenza e la presenza dell’oggetto si offrono simultaneamente all’occhio che osserva. Di questi piccoli dipinti si può dire una cosa e per assurdo poi smentirla. Sono quadri di una fragilità e di una potenza disarmante. Fragile è il bicchiere fantasma, che fluttua ma che pesa, che appare e scopare. Gli oggetti dipinti possiedono un magnetismo che costringe gli occhi a rimanere fissi sulla tela, mai l’invisibile è stato reso così visibile. Questi quadri rosa, sono una solitaria, faticosa e poetica ricerca sul colore e sulla permanenza della forma.

Quanto un oggetto deve essere descritto per avere un permanenza sulla tela e per essere ancora riconoscibile come oggetto? Fino a dove è possibile sottrarre affinché la forma e la presenza dell’oggetto perduri?

ROOM. Vincenzo Simone - oil on canvas, 25x35, 2017 - GAFFdasso, Milano

ROOM. Vincenzo Simone – oil on canvas, 25×35, 2017 – GAFFdasso, Milano

ROOM. Nicola Melinelli - oil on canvas, 130x180, 2017,  GAFFdabasso, Milano

ROOM. Nicola Melinelli – oil on canvas, 130×180, 2017, GAFFdabasso, Milano

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