ATP DIARY

Filter. Spazi delle immagini in movimento | Intervista con Davide Giannella

[nemus_slider id=”59504″] Oltre sessanta film, talks, premie?re, ospiti internazionali, workshop multidisciplinari e tanto altro offre la quarta edizione di Milano Design Film Festival. Anteo SpazioCinema ospita dal 6 al 9 ottobre la manifestazione che “si propone come un nuovo sistema...

[nemus_slider id=”59504″]

Oltre sessanta film, talks, premie?re, ospiti internazionali, workshop multidisciplinari e tanto altro offre la quarta edizione di Milano Design Film Festival. Anteo SpazioCinema ospita dal 6 al 9 ottobre la manifestazione che “si propone come un nuovo sistema di comunicazione e divulgazione culturale, svelando la composita visione del paesaggio del vivere e dell’abitare, in cui tutto è progetto.”
Dalle attese pellicole dedicate a Rem Koolhaas (REM di Tomas Koolhaas, 2016) e ai fratelli Campana (The Campana Brothers by Fernando and Humberto di Gabriela Bernd, 2016), agli omaggi dovuti a maestri come Alessandro Mendini: Volevo essere Walt Disney, un racconto della sua poetica raccolto da Francesca Molteni.
Non mancheranno omaggi ai protagonisti del presente e del passato: tra i molti Jean Nouvel, Piero Fornasetti, Alvaro Siza, Andrea Branzi, Børge Mogensen, Eero Saarinen e il fashion designer Yohji Yamamoto… Per il calendario completo della Festival MDFF >
Un’ampia sezione è dedicata al Cinema d’Artista grazie a Filter. Spazi delle immagini in movimento a cura di Davide Giannella. Partecipa a questa selezione Archana Hande,   Riccardo Benassi,   Nico D’Alessandria,   Gianluca De Serio,   Gordon Matta Clark,   Massimiliano De Serio,   Omer Fast,   Anna Franceschini,   Diego Marcon,   Superflex e  Zapruder.

MDFF comunicato-stampa

MDFF Testo curatoriale  di Davide Giannella

Seguono alcune domande a Davide Giannella

ATP: L’edizione di quest’anno del Milano Design Film Festival ospita una sezione speciale dedicata al cinema d’artista: “Filter. Spazi delle immagini in movimento”. La sezione prevede oltre venti proiezioni. Hai seguito un particolare criterio per la selezione?

Davide Giannella: Nella costruzione di un palinsesto all’interno di un festival, cerco sempre di concepire il programma come se si trattasse di una mostra collettiva. In questo caso ho scelto opere di formato ed epoche differenti nell’intenzione di costruire un percorso unitario fatto di giustapposizioni tra le parti, un flusso in cui ogni elemento concorre alla costruzione di un significato complessivo inedito. Visto il contesto specifico del Milano Design Film Festival, ho selezionato una serie di opere che potessero raccontare – secondo lo sguardo dei diversi artisti visivi coinvolti – le varie dimensioni e scale del progetto: dal prodotto industriale, decorativo o artigianale (Anna Franceschini e Superflex) all’ambiente domestico (Diego Marcon, Riccardo Benassi, Omer Fast); dalla dimensione edilizia (Gordon Matta Clark e Zapruder) a quella urbana (Nico D’Alessandria e i fratelli De Serio) per concludere con il paesaggio (Archana Hande), inteso questo come grado zero del progetto, un punto di arrivo o dal quale ripartire. Le proiezioni sono quindi organizzate secondo un climax ascendente – secondo la scala dei progetti descritti- lungo i quattro giorni del festival, mentre le opere sono concentrate in slot di proiezioni specifiche dedicate ai vari autori.

ATP:  In un contesto dedicato all’architettura e al design, pensi che lo sguardo ‘altro’ degli artisti possa apportare diverse narrazioni in questo contesto?

DG: Penso sia assolutamente così sul piano linguistico. Di fondo un certo tipo di sguardo altro, più attento a creare suggestioni e slegato da una funzione prettamente divulgativa, credo sia nella natura stessa delle opere di un artista visivo. Quello che mi auguro piuttosto è che si riescano ad integrare pubblici differenti, quello delle arti visive, quello di architettura e design e quello del cinema. Un piano di incontro e confronto esiste, quello della progettualità, e sarei felice con questo programma di contribuire ad un processo di scambio, comunque già avviato, tra sistemi culturali differenti.

Zapruder,   All inclusive
Zapruder, All inclusive

ATP: Tra i film selezionati, ce ne sono alcuni che, più di altri sono espressione di una fusione di ambiti disciplinari diversi? In altre parole: opere che condensano architettura, arte, musica ecc. in un unico racconto per immagini?

E’ difficile risponderti in maniere univoca. Di fatto tutte le opere filmiche che compongono la rassegna condensano linguaggi, retoriche e ambiti disciplinari differenti. Dipende ovviamente dalla sensibilità e dalla poetica dei singoli autori, ma molto anche dal loro ambito di provenienza -quello dell’arte contemporanea- che per natura dovrebbe aspirare ad essere un crocevia d’elezione per l’incontro di istanze e proposizioni da più ambiti così come ad essere propulsore di visioni, come dicevamo prima, altre. In questo senso, e in relazione al programma, penso a Gordon Matta Clark: una figura che in tutta la sua esperienza umana e professionale ha saputo condensare ricerche in ambito architettonico e sociale attraverso la lente di molteplici linguaggi dell’arte: la performance, le immagini in movimento, la scultura o la fotografia. A lui, sempre nell’ambito del MDFF, verrà dedicato un panel con la proiezione di alcuni suoi film ed una discussione tra Gianni Pettena (come GMC architetto di formazione e artista di professione), Marco Scotini e me.

ATP: In merito al proliferare continuo di festival dedicate a temi tra i più disparati (penso ai Food Film Festival, ai Festival dedicati alla moda, dedicati alla montagna, alle animazioni ecc.), spesso di discutibile livello. Quale è il tuo pensiero in merito?

DG: In assoluto credo che l’aumento dei festival nel panorama delle proposte culturali odierne sia dettato dall’aumento nella produzione di materiali audiovisivi, che altro non sono che degli strumenti narrativi -e per questo percepibili ad un numero sempre più ampio di persone- per raccontare dei mondi più o meno specifici, più o meno settoriali. In un certo senso possono fungere da porte di ingresso più dirette e approcciabili ad un sistema culturale e produttivo più ampio e complesso, qualsiasi esso sia.

I festival inoltre sono spesso delle piattaforme che al di là delle produzioni filmiche, diventano dei luoghi di incontro e scambio per operatori ed appassionati che condividono valori e interessi, contribuendo moltissimo allo sviluppo o al rafforzamento di un determinato settore. Quindi direi che da una parte servono a rendere più approcciabili determinati mondi attraverso il linguaggio universale dell’audiovisivo, dall’altra sono ottimi momenti di riflessione e approfondimento per chi già appartiene a quei sistemi specifici. Onestamente il livello delle proposte mi sembra sempre più alto se penso, oltre al Milano Design Film Festival, a realtà come il Milano Fashion Film Festival o a Lo Schermo dell’Arte di Firenze. Le criticità maggiori credo che stiano, piuttosto, nella corsa un po’ perversa alle premiere. Per varie ragioni è una dinamica ancora necessaria oggi, ma spero possa essere migliorata puntando principalmente alla circolazione di lavori e contenuti di qualità.

ATP: E’ sempre positivo, a tuo parere, lo sviluppo tecnologico? Non facilita una padronanza tecnica a discapito dei contenuti?

DG: Personalmente penso che lo sviluppo tecnologico sia sempre una cosa positiva. La facilitazione tecnica, che di solito è parte integrante dello sviluppo in questione, non deve essere vista necessariamente come un elemento a discapito dei contenuti. Dipende sempre dagli individui e a maggior ragione dagli autori, dalle loro capacità e dalle loro scelte. Nell’ambito dell’audio visivo è evidente che il progresso tecnologico abbia reso più semplice la produzione e la distribuzione dei contenuti –aumentando esponenzialmente il numero delle produzioni- ma se questi non sono articolati e gestiti in maniera opportuna il risultato finale rimarrà comunque scadente. Altrettanto, se ben gestiti, certi strumenti possono essere utili ad artisti ed autori per ampliare le proprie capacità espressive, a vantaggio di tutti.

Copyright the Gordon Matta-Clark Estate. Courtesy Electronic Arts Intermix (EAI),   New York
Copyright the Gordon Matta-Clark Estate. Courtesy Electronic Arts Intermix (EAI), New York
Archana Hande,   Of Panorama
Archana Hande, Of Panorama