ATP DIARY

Maybe not necessary | Superfluo, tra superfluità e super fluorescenza

Testo di Marta Orsola Sironi — Superfluo è un progetto collettivo di ricerca e produzione a supporto di processi creativi, nato a Milano da un ideale di condivisione e aiuto reciproco. Si fonda sulla consapevolezza che ognuno è individualmente superfluo,...

Jo, Kid, Ipa, Role, Cover di Andrea Cancellieri per Ponee (ph Mirco Passero) curtesy Superfluo project & Ohana creative studio

Testo di Marta Orsola Sironi —

Superfluo è un progetto collettivo di ricerca e produzione a supporto di processi creativi, nato a Milano da un ideale di condivisione e aiuto reciproco. Si fonda sulla consapevolezza che ognuno è individualmente superfluo, ma al tempo stesso collettivamente necessario. Intende creare un network di professionisti, unendo tutti coloro che si sentono superflui e vedono nella collettività una forma di resistenza alla superfluità, attraverso l’ideazione di mostre ed eventi, progetti ad hoc e collaborazioni sempre nuove. La ricerca analizza il superfluo, inteso sia come ciò che è in più, che non è necessario o indispensabile, sia come ciò che è super – fluo, super fluorescente, giocando ironicamente sul doppio significato del termine e al contempo valorizzando e sviluppando un’indagine seria sul necessario. “Maybe not necessary” è l’interrogativo che il collettivo si pone, per scandagliare con irriverenza e ironia, ma anche con grande lucidità, la realtà contemporanea, nella quale il fallimento delle politiche neoliberiste ha condannato l’individuo a un senso di inutilità e a una solitudine spaventosa. 

Superfluo è anche una vetrina su strada, che affaccia su via Reina a Milano. E’ un luogo-non luogo, una dimora senza metri quadri, che interrompe il passare distratto delle persone, attirandone l’attenzione. Proprio per la vetrina è stato pensato il ciclo di mostre, showcase e installazioni site specific Bello Bellissimo, durante il quale sono ospitati i risultati delle collaborazioni instaurate con diversi artisti e creativi. Il fatto che questi siano proposti in vetrina, dimensione liminare tra quella pubblicitaria e quella espositiva, nasce dalla scelta di andare a sfondare i confini tra le diverse discipline, secondo un’idea di cultura aperta e comprensiva, libera da costrizioni e formulazioni concettuali. 

In molti film americani che rimandano a un passato recente, quando le televisioni non erano ancora entrate in tutte le case, vi è l’immagine di persone affollate davanti alle vetrine di negozi di tecnologia per assistere al primo passo dell’uomo sulla luna o alla finale del Superbowl. Pensando a Superfluo ci viene in mente questa reference, ma ne sovviene anche un’altra, quella di molti senza tetto che, per distrarsi dalla durezza della vita, si creano un proprio cinema privato davanti all’Unieuro di turno. Allo stesso modo Superfluo mette il proprio lavoro a disposizione di chiunque, senza bisogno di inviti a openings o selezioni alla porta

Jo, Kid, Ipa, Role, (ph Mirco Passero) curtesy Superfluo project & Ohana creative studio
Superfluo, logo, courtesy Superfluo

A ottobre 2020, poche settimane prima dell’istituzione della prima zona rossa, quando ancora i colori e le zone appartenevano ad abiti semantici distinti, Superfluo ha presentato Bello Bellissimo // Mariacristina Cavagnoli, evento inaugurale della rassegna. Per l’occasione è stato esposto il cartone preparatorio di uno dei quadri della prima personale dell’artista presso il Museo Civico di Crema, dal titolo “Desiderantes”, rimandata a data da destinarsi per le ragioni pandemiche che conosciamo bene. L’idea era indagare ciò che sta dietro l’opera finita, la pratica quotidiana dell’artista, che rimane spesso celata. Il cartone, quindi, come entità superflua, in quanto non più necessario una volta terminata l’opera, che acquista valore e dignità proprio grazie alla sua messa in mostra in vetrina e che si è scoperto nei mesi successivi necessario, in quanto unico lavoro visibile data la chiusura dei musei. 

In queste settimane, invece, Superfluo presenta Bello Bellissimo // Ponee, risultato della sua collaborazione con il cantante Ponee (progetto solista di Antonio Schiano). A partire dal 16 febbraio, la vetrina si sta animando con contenuti inediti, realizzati con l’autore stesso, per mostrarne il processo creativo e per promuovere Jo, Kid, Ipa, Role (leggi “giochi di parole”), il nuovo Ep uscito proprio alla metà del mese. Il dialogo con Ponee nasce dalle precedenti collaborazioni tra il cantante e Andrea Cancellieri, uno dei membri di Superfluo, con cui ora collettivamente non cura solo l’aspetto grafico/estetico del progetto cantautoriale, ma anche la direzione artistica. Ponee è l’antieroe dei giorni nostri, bloccato nelle proprie paure, che vorrebbe chiedere a Pirandello una commedia nuova e riceve in cambio “una mano e tre dita di passito”. E’ un giullare colto e anche un poco sognatore, che sconfigge in un duello a colpi di ironia imbarazzata e battute sognanti l’inetto pirandelliano, rinunciatario in partenza. E’ il protagonista del super-fluo, sempre fuori luogo eppure sempre presente a se stesso, che accetta anche gli aspetti più gretti e fragili della vita e li volge a proprio favore grazie al colore e al gioco, per escogitare nuovi espedienti contro la paralisi del mondo contemporaneo. 

E’ interessante il fatto che il secondo appuntamento di Bello Bellissimo non riguardi l’arte visiva tout court.  Porta all’attenzione, infatti, un cambiamento generale che sta investendo tutti i settori della creatività. In un momento così difficile, durante il quale il digitale è sembrato a molti la sola risposta possibile o il tappeto sotto cui seppellire la polvere, in quasi tutte le discipline creative si avverte il bisogno di produrre contenuti in più e più originali, strutturando modalità di fruizione alternative e creando ibridazioni e aperture. 

Non è un caso che uno dei video proposti da Bello Bellissimo // Ponee, sia un irriverente e divertente corso di cucina condotto da Chef Ponee: nella zona grigia della superfluità, sotto quel tappeto dove la polvere cova le proprie strategie di resistenza, ci si può permettere di mescolare carte e ingredienti per creare progetti forse non “necessari”, ma di certo “belli bellissimi”.  

Bello Bellissimo // Maria Cristina Cavagnoli, (ph Rafa Jacinto) courtesy Superfluo
Bello Bellissimo // Maria Cristina Cavagnoli, (ph Rafa Jacinto) courtesy Superfluo
Bello Bellissimo // Maria Cristina Cavagnoli, (ph Rafa Jacinto) courtesy Superfluo
CAMONI_ATP-DIARY_250x500